Autodeterminazione, Critica femminista, Personale/Politico, R-Esistenze, Violenza

Maternalismo, moralismo e stupro

1003385_227690590718154_703872956_nSiamo serie. Bisogna raccontare i sedici anni veri e non quelli che piacciono ai grossi rotocalchi. Perché è d’uso che da piccola pulleggi e poi da grande fai la morale alle figlie dipingendoti come fossi una santa. Allora, la verità vera: da piccole avete pulleggiato o no? E sarebbe stato quello un buon motivo per stuprarvi?

Personally: quand’ero giovane (e lo sono ancora) io ne facevo anche di peggio. Andavo in giro scosciata e pomiciavo se la cosa mi aggradava. Ero una ragazzetta “poco seria” e non mi sono data al bere perché l’alcool mi fa schifo. Però ad una certa età ho scoperto la marija e quella, qualche volta, io l’ho fumata e mi è anche piaciuto. Per carità diddio non seguite mai il mio esempio e soprattutto che non se ne parli in pubblico perché sennò ti cade il cielo in testa. Se sei sulla quarantina anche se da piccola hai pulleggiato per mari e monti bisogna sempre dire che dietro ai vicoli c’è il mostro, alle feste incontri il bruto e lo stupro, soprattutto, dipende dal tuo abbigliamento e dalle tue abitudini.

Ragazza mia incatenati la figa, non mostrarti sessuata e soprattutto datti ai comitati per la purezza dell’orgasmo perché si sa che ‘sti giovini uomini sono educati con immagini sdisonorevoli, tranne quelle in cui c’è il culo che pubblicizza un quotidiano nazionale perché quel culo è grintoso, giovane, spigliato, fresco, trullo, brullo, fallo, e due e tre e quattro e via.

Figghiuzza non frequentare cattive compagnie. Non truccarti ché altrimenti sembri una battona. Non metterti la minigonna ché poi non ti sposano. Non uscire da sola la sera perché il buio è disonore in se. Non pensare alla sessualità neppure per errore, anzi, vergogna se pensi anche solo alla masturbazione perché tutto ciò rappresenta una degenerazione di valori.

E dunque arriva quella figlia e ti dirà che degenerata sarai tu e tutti questi valori parrocchiali e vittoriani che rappresenti. Perché sono proprio questi gli argomenti che poi vengono usati per giustificare le violenze.

Ho avuto, io, da giovane, quella pretesa di andare in giro e fare quello che volevo eppure di pretendere che fosse rispettata sempre la mia scelta. Ci fu una volta un gruppo che offrì un passaggio a me e a un’altra tipa. A un certo punto dissero “o ci fai un pompino o resti a piedi“. Rubarono una toccata di tette e a piedi tornammo a casa con la consapevolezza che saremmo state noi ad essere punite.

La mamma dice: non accettare passaggi dai compagni, non fare questo e quello, e maledizione è un cazzo di problema il fatto che per respirare devo pagare la tangente, perché non c’è rimedio al fatto che io esisto, esisti pure tu, ma certo io se ti do un passaggio non ti chiedo di farmi un cunnilingus. Tra l’altro se te l’imponessi tu non avresti neppure il diritto di sentirti violato perché qualcuno direbbe che il coglione sei tu che non ne hai approfittato.

Ebbene: questa mentalità, questa cultura, non è veicolata solo dal mondo maschile. Il sessismo è una visione del mondo a consapevole espressione femminile, perché ci sono tante donne moraliste, che non hanno alcuna consapevolezza sulle questioni di genere e che tutto quel che sanno fare è mostrare la faccia accigliata e scandalizzata perché tu, più giovane, non fai la brava donna, possibilmente con svariati figli, beandoti del privilegio di possedere un utero.

La cosa buffa è che oggi i vetero/maternalismi vengono spacciati per cose nuove, il culo in copertina non è che giovanilismo che spaccia per nuovo il vecchio e standardizzato giudizio moralista sulla maniera in cui quel culo può essere mostrato. Donne perbene e donne permale, again.

Quando avevo io sedici anni pensavo proprio al fatto che da grande non avrei mai rotto le ovaie ad una sedicenne per impartirle lezioni morali sulla sua esistenza. E oggi che sono adulta guardo le figlie, vorrei solo proteggerle, affinché siano libere, proteggerle innanzitutto da paternalismi e maternalismi che non fanno altro che censurare le loro vite, imporre loro una visione del mondo stereotipata e sessista che dovranno comunque, malgrado tutto, sposare.

Sii meno aggressiva, sii più femminile. La libertà è da maschio, la prudenza è da femmina, e la degenerazione dei valori, signora mia, porta quelle puttanelle a provocare i figli di buona famiglia e a farsi mettere incinta rovinando la vita dei poveri figlioli ingenui e inconsapevoli. Vogliamo mettere anche questa tra le raccomandazioni?

E oggi ne ho letto un altro, un pezzo su Il Post, quello che si pregia di parlare di femminicidio un giorno si e uno no, con eguale piglio moralista e ulteriore paternale. E scoprimmo così che il mondo è fatto di preti e suore, altro che antisessisti e femministe.

Volevo dire, infine, che lo stupro è una questione che rimarrà sempre irrisolta se non la si considera nel modo giusto, perché è soprattutto una faccenda culturale, e ora possiamo dirlo, si, con consapevolezza, che quella cultura è propinata anche dalle madri. E per quello che mi riguarda, di sicuro, questa non è una novità.

—>>>Potreste raccontarmi, please, i vostri VERI 16 anni? Raccolgo testimonianze di pulleggiamento sparse. Titolo della campagna: “sono stata pulla anch’io e questo con lo stupro non c’entra niente!

—>>>Lo Storify di DettaLalla

Ve le ricordate Comencini e De Gregorio?

Critiche e non linciaggio, spostando la discussione sui contenuti#DeGregorio: dalla critica al linciaggio virtuale!

10 pensieri su “Maternalismo, moralismo e stupro”

  1. Mi sono sbronzata per la prima volta a 14, ho fatto sesso per la prima volta a 15 appena compiuti, la prima canna a 15. Mi ha fatto sentire grande, ho capito quali sono i miei limiti in solitario e con amiche. Dei miei sedici anni ricordo che le situazioni più pericolose in cui mi sono trovata sono state con “amici di famiglia” dei miei. Gli sguardi bavosi ed a volte anche qualcosa di più. Ho fatto di tutto, le gare a chi si faceva più tipi, sesso con più persone nella stessa serata, qualche volta con l’amaro in bocca di chi non ha capito che alcune frasi dette col sorriso da un uomo non sono sempre scherzi o battute… Mi sarebbe servito di più che mia madre mi dicesse come riconoscere i bavosi e gli irrispettosi piuttosto che “non prendere freddo”, “non tornare tardi”, “occhio a come ti vesti”…. la repressione non serve alle nostre giflie, nipoti, cugine, ci serve essere sincere con loro, dire che infinite volte sentiamo occhi invadenti addosso e che spesso abbiamo ragione di pensare male di quegli sguardi, quand ova bene che siano sguardi…Non se ne può più della DeGregorio e di tutta sta gente che ti diche cosa non devi fare tu invece di capire cosa non dovrebbero far gli altri! Si spingono altre ragazze spontanee (nemmeno ingenue) nella bocca di chi teoricamente ti dovrebbe far felice…e invece….

    1. you are welcome. :*
      e sono d’accordo con te.
      alle figlie bisogna insegnare a distinguere per una sessualità consapevole e consensuale. altro che storie! 🙂
      facciamolo noi. mettiamo in giro altra cultura.

  2. Adesso sì, ti riconosco. Non capendo ancora perchè hai voluto difendere la De Gregorio che nel suo articolo ha espresso gli stessi contenuti che stai criticando ora….. (perchè si sa: se scrivi su un giornale a tiratura nazionale devi stare pur attenta a quel che dici…. o no? e poi, visto che la maggior parte sono anche d’accordo, il linciaggio non l’ho visto. Piuttosto s’è voluta flagellare da sè!). 16 anni? ancora non l’avevo “fatto”, ma già si era provato un pò di tutto (lecca qua, tocca la etc). Però in compenso mi masturbavo dalla mattina alla sera. L’istinto è quello e, anche se ti impongo altre cose, quando la natura chiama è inutile mettere la testa sotto terra. Ricordo che un pò prima dei 16 già leggevo Emmanuel Arsan e De Sade…… per far capire che “bomba in testa” avessi!!!!a 17 rocambolesche varie prime volte ma s’è aperta una porta e non l’ho più chiusa. Sin da subito, anzi sin da quando ho iniziato a toccarmi a 10 anni, non ho mai vissuto questa cosa con colpa, ma come un atto del tutto naturale, riuscendo così ad arrivare ad una consapevolezza del mio corpo, dei gesti e dell’atto sessuale atipica per una donna dei nostri paesini del sud. Non possiamo di certo dire che a 16 anni si è nel pieno della maturità mentale (ma questo non significa che si è degli idioti).Ma di certo non possiamo negare che invece il corpo è ben maturo per certe cose.Gli stupri, come dici tu, sono un’altra cosa. Non avvengono a causa di una sessualità libera ma a causa dei retaggi animaleschi che abbiamo dentro un pò tutti. Se ci si riflette, la maggior parte di essi avviene durante le guerre.In periodi, quindi, di caos e rovesciamento dei valori. In momenti in cui l’essere umano ritorna allo stato primitivo ed animale. Non si può estirpare un comportamento innato. Si può cercare soltanto di educarlo. Non ho figli quindi la mia è un’opinione idealizzata ma credo soltanto che bisognerebbe insegnargli il rispetto per l’altro\a. Ma in certe circostanze gli insegnamenti lasciano il tempo che trovano, come dice un vecchio detto: “in compagnia prese moglie un frate”.

    1. ma io ne avevo scritto https://abbattoimuri.wordpress.com/2013/10/22/ve-le-ricordate-comencini-e-de-gregorio/
      non avevo avuto più tempo per argomentare ma ne ho scritto.
      non ho difeso la sua posizione, io difendo lei come persona perché ho visto una lapidazione fatta di battute sgradevoli e disprezzo che non mi è piaciuta. quando il discorso si sposta dallo stigma alla sua opinione ad una lettera scarlatta alla sua persona non mi piace. lo sapete che per me è così. il problema non è lei ma una mentalità e quella cultura bisogna trovare il modo di contrastarla mettendo anche in circolo le nostre storie personali.

      su: raccontiamo come sono stati i nostri sedici anni e vediamo che succede.
      non lasciamo sole queste ragazzine.

  3. dei 16 anni ho un’immagine stampata in testa: mio padre che mi accompagna all’appuntamento con gli amici o al treno per trascorrere qualche giorno in montagna dai nonni (con conseguente libera gestione delle mie serate) e che durante il tragitto mi ripete “mi raccomando, se fai sesso usa il preservativo”.io ridevo, ancora più interessata all’amicizia che ad altro. ma quando, poco tempo dopo, quell’ “altro” ha iniziato ad interessarmi e parecchio e ad intrecciarsi con l’amicizia, non l’ho mai ringraziato abbastanza mio padre, per quel suo monito detto senza troppe spiegazioni e con un po’ di imbarazzo. mi ha aiutato prima di tutto a ricordarmi di usarlo, ‘sto benedetto preservativo, e – lo realizzai dopo, confrontandomi con le esperienze di amiche costrette a inventare mille balle per dare 2 baci in più al ragazzino di turno e più bigotte loro di mia nonna – mi ha aiutato a viverla più liberamente la mia sessualità. non mi sono mai sentita in colpa o sporca perché non volevo una storia seria, perché, se mi andava, baciavo uno conosciuto da poco e magari si finiva anche a fare qualcosa di più. cavolate ne ho fatte, eccome, a volte un po’ di amarezza è rimasta (credo più legata all’inesperienza delle relazioni interpersonali in sé che non esclusivamente alla sfera sessuale) e so che dovrò raccontare anche questo alle mie figlie, quando sarà il momento, per non lasciarle sole, per aiutarle ad orientarsi e districarsi fra mille sguardi e commentini maligni e ragazzotti convinti di poter pretendere solo perché lei indossa una minigonna o una maglietta scollata.

  4. Allora, io ho fatto un istituto tecnico, in classe eravamo solo in tre ragazze, e in tutto l’istituto credo non più di 6. Per sfatare certi miti degli ambienti maschili adolescenziali, io non ho notizia che qualcuna di noi, sia stata in qualche modo molestata, eppure abbiamo fatto occupazioni, (erano gli anni 70) lezioni autogestite, giravano ceres , canne e preservativi. Non c’era il bagno per le femmine, e noi avevamo l’autorizzazione di usare quello femminile dei docenti, ma si usava sempre quello maschile degli alunni. Con una mia compagna di classe, in certi pomeriggi si andava a seguire gli allenamenti della squadra maschile di pallanuoto, inutile dire che la pallanuoto non ci interessava….Si andava al cineforum, ai concerti, Non andavo in discoteca, quello no! Non mi è mai piaciuta.. Ero una perfetta cretina, perché il mio primo rapporto completo con un uomo l’ho avuto a 20 anni..
    Non è la prima volta che la De Gregorio fa di questi discorsi, lo cita lei stessa il caso di Nicemi… tirare in ballo la questione sociale, i valori, il bene\ i l male, in questi casi ha un unico scopo.. far sparire la vittima, e deresponsabilizzare, assolvere gli autori, che a sua volta diventano vittime del disagio, di facebbok.. ecc.ecc..

  5. Uh, come cattivo esempio io sto messa malino eh, e mi dispiace pure perché mi sarebbe piaciuto essere più sveglia. No è che cerco di parlarne con leggerezza ma per me la questione delle “adolescenti troie” è legato a un grande dolore. La mia migliore amica dei 15 anni era una “facile”, una bellissima ragazza che sperimentava il potere della sua bellezza – in realtà oggi come allora penso che fosse stracotta del figo della scuola e lo seguiva in tutte le sue prime richieste, certo è che sapere di essere attraente per gli uomini fa sempre un gran piacere. Non ho seguito il suo esempio, forse perché ho risentito delle messe in guardia di mia mamma secondo cui una volta che ti arriva l’etichetta di troia non te la scolli più, poi perché sapevo di non avere il physique du role, in altri termini non mi sono mai considerata bella e temevo, più che l’etichetta troia, la presa per il culo. A onor del vero, ai miei genitori era bastato un poster di Billy Idol a petto nudo per rimanere sconcertati e di fronte alla prospettiva che mi potessi trovare un fidanzato a 15 anni, mi è arrivato un un pistolotto così su tutte le conoscenti che si erano sposate incinte rovinandosi la vita mentre loro avevano aspettato il fatidico sì. Per farla breve, l’idea che questa mia amica mi potesse rovinare ha portato a un braccio di ferro durato molti mesi, in cui ho sentito che mia mamma aveva vinto, e mi aveva vinta. Ho sentito di avere abbandonato la mia amica al suo destino, e dentro di me ogni volta che inizio un’amicizia con una donna c’è sempre questa sensazione di indegnità, per cui penso che sicuramente questa persona finirà con il lasciarmi perdere perché ho fatto qualcosa di sbagliato e non la merito. Ho avuto il coraggio di cercare questa ragazza – questa donna, ormai 40enne, come me – solo di recente, ed è stato un dono scoprire che le ha fatto piacere che la cercassi, e non è stata una sorpresa scoprire che malgrado le infauste profezie, aveva avuto una vita normale, si era sposata e aveva avuto un figlio poco dopo i 30 anni. A 16 anni ero una ragazza molto sola, che sognava davanti ai poster.
    Quindi quando, io? Il pulleggiamento l’ho iniziato a 23 anni, ma se devo essere sincera, il pulleggiamento vero, quello senza sensi di colpa, potrei viverlo davvero proprio adesso. Cioè non è perché invecchi che devi diventare un’editorialista che fa la morale agli altri 😉

  6. i miei 16 anni? un po’ ne ho parlato nell’altro post (come “ex sedicenne”) ma approfondisco volentieri.

    in classe io e la mia migliore amica eravamo un po’ le puttanelle, e anche un po’ le squatter, perchè ci vestivamo come ci pareva, ci limonavamo chi ci pareva e quanti ce ne pareva, e fumavamo pure le canne (“DROGATE!”)…
    Entrambe avevamo già fatto sesso, per la cronaca con il nostro primo ragazzo, tutte e due storie durate due anni, e questo per me non è mai stato particolare motivo d’orgoglio… *

    A 20 anni, mi sono poi guardata indietro e ho visto i compagni di scuola che ci chiamavano drogate sfondarsi di droghe chimiche e cocaina in discoteca…e io che ho provato un po’ di tutto sempre lì con le mie belle canne 🙂 // ho visto le compagne che ci consideravano puttane avere un sacco di paranoie a letto, e ne hanno ancora, e schifi x il cazzo…

    comunque:
    I DUE EPISODI PIU’ BELLI?

    15 anni_io e un’altra amica andiamo in un disco pub, prendiamo una sambuca -io- e un limoncello -lei- e appena finiamo l’ultimo sorso arriva la cameriera e ci dice che abbiamo un giro offerto. Chiediamo da chi? Ci dice che vogliono rimanere anonimi. Ci guardiamo intorno e potevano essere solo due uomini sui 40, a un tavolo poco distante, che ci guardavano fisse. Finito quel primo giro gratis ne arriva un altro e poi il terzo. Intanto stiamo ballando sul tavolo e io prendo limoncello invece che sambuca e inizio a sentirmi male. Comunque, a mezzanotte, come previsto già da prima, arriva il mio tipo e….ce ne andiamo a ballare!!!!! Grasse risate. Ora, io non so se i tuoi tipi ci avrebbero poi parlato o cosa… Non voglio nemmeno decidere a priori che ci stessero “facendo bere”… Però SONO CONVINTA NEL MODO PIU’ ASSOLUTO CHE SE CI AVESSERO STUPRATO (che poi appunto chi lo sa?) NON SAREBBE STATA COLPA NOSTRA. Voglio dire: mi arriva un regalo (per altro anonimo) alcoolico e bere mi piace: lo accetto! e non sono tenuta a pagare!

    17 anni_io e un’amica avevamo iniziato da un po’ a limonare quando ne avevamo voglia… Quella sera il discopub aveva il palco riservato a una festa dei 18 supersfigata, da tv proprio… con gente in maschera e i due genitori borghesotti nell’angolo. io e la mia amica andiamo in coda x il bagno, vicino all’uscita, mentre la festa finisce. Vediamo arrivare i due genitori e decidiamo di limonare davanti al padre x portare un po’ di scompiglio in quella che ci sembrava una famiglia che non avrebbe apprezzato granché… Lui si ferma a bocca aperta (tipo il granchio della sirenetta eh!) e la moglie inizia a tirarlo via incazzata….. MBEH? io mi sono divertita e non me ne frega un cazzo se qualcuno poteva pensare che eravamo due troie (che poi non è un’offesa), o chissà che altro. Magari oggi qualcun@ direbbe che “poi ci credo che un quarantenne offre loro da bere e se le vuole scopare”…. che tristezza! Se mai avrò una figlia voglio che sia libera di divertirsi col suo corpo ballando sui tavoli – se le piacerà – , bevendo (anche se i modi in cui io esageravo sono stati divertenti ma…beh ecco non so se sono un buon esempio!), limonando altre donne se vorrà, seducendo oppure no, sconvolgendo oppure no…………… senza che alcun utilizzo che vorrà fare del suo corpo possa essere indicato come “autorizzazione allo stupro”

    * [non è x me particolare motivo d’orgoglio avere fatto sesso la prima volta “con amore” nel senso che x qualcun@ ancora oggi “almeno la prima volta” bisogna che ci sia amore e bla bla bla… Per me bisogna solo che ci sia RISPETTO casomai, e non solo la prima volta… Mia sorella ha fatto sesso per la prima volta con un amico molto carino e molto più esperto di lei e non all’interno di una storia d’ammmmore e ricordo come uno dei nostri migliori momenti il giorno che me l’ha raccontato e mi ha detto “Ehi, avevo troppa voglia di fare sesso e non vedo perchè avrei dovuto aspettare di essere fidanzata con qualcuno e ho deciso di farlo con lui…” quella stessa prima sera lo aveva fatto anche nel culo e credo l’abbia detto solo a me: riuscite a immaginare come l’avrebbe giudicata chiunque…o MIA MADRE? 🙂 ]

  7. Io a sedici anni ero castissima,non perché timorata, ma perché non ci capivo veramente nulla.
    Così ho cominciato a baciare gente a caso, solo baciare -non sentivo davvero esigenza di fare altro, così per prova. Ragazzi o ragazze che si prestavano, indifferenziatamente. In ogni caso solo baci. Non provavo mai granché, l’unica cosa che mi eccitava era la situazione, sessualmente non sentivo nulla.
    La vera eccitazione la consideravo una cosa mia personale, con mie fantasie morbosissime e in privato, e la conoscevo da anni.
    A ventun anni ho avuto il mio primo rapporto, dato che avevo un ragazzo e prima o poi volevo pur farlo. Non ho mai sentito nulla, a meno che non fossi brilla e allora mi divertivano le cose un po’ estreme, ma sempre come intrattenimento, sempre sessualmente distaccata.
    Il sesso,per quel che conoscevo nel privato,era una cosa del tutto differente.
    Ho conosciuto l’amore a ventisei anni,e con quello il desiderio. Ero sconvolta, era come se mi avessero tolto il velo di maya,e felice perché per la prima volta capivo cos’era quello di cui parlavano gli altri,forse anche più di loro.
    Dunque i miei sedici anni sono stati osservare e ascoltare senza capire, circondata dai discorsi e dagli istinti sessuali di coetanei e coetanee, della società, degli adulti, sempre in un mondo parallelo. Un po’fingendo,un po’ sperimentando, un po’ cercando di comunicare invano la mia perplessità.
    Non so come e perché per me sia stato così, mi piacerebbe scoprirlo.
    Saluti!

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.