Antiautoritarismo, Comunicazione

Fabbricare porno-mostruosità per produrre porno-indignazione

Dagli all’untore, mi è arrivata la chiamata al linciaggio organizzato per l’abbattimento di una pagina facebook. Declino, pubblicamente, perché il medioevo per me non esiste e mi fa paura in generale e assistere a quel concentrato di cyberbullismo sulla pelle di chiunque legittimato dal retropensiero e dal pregiudizio disumanizzante che si tratti di criminali contro cui sia corretto e lecito lanciare insulti, diffamazioni, denigrazioni, dileggio e calunnie mi fa veramente senso. I nazisti pur di fare a pezzi gli ebrei si convincevano che fossero criminali, ratti e cose. Disumanizzando si riesce a mettere in piedi meccanismi atroci, gli stessi che dite di combattere.

Non partecipo alle chiamate di segnalatori/trici seriali in cui si presagisce qualunque forma di galera, reale o virtuale, per le persone. L’esilio anche no a meno che, e sarei curiosa di vedere, non si ritenga di voler spedire su Marte tutti i trasgressori e le trasgressore del codice etico e morale imposto.

In generale mi fa comunque senso tutto ciò che al momento produce, come l’ha chiamata una mia amica, pornografia dell’indignazione populista. Pornografia dell’indignazione giustizialista direi pure. Perché il linciaggio, reale o virtuale, con violazione della privacy, accanimento, gogna e avvilente passerella di rigurgiti di rancore cumulati in anni e anni di attenzione rivolta a senso unico, non è una pratica femminista.

A dirla tutta non c’entra un cazzo con il femminismo. E’ attività forcaiola elevata a necessaria sintesi delle lotte a tutela del sacro bene delle donne da parte di chi non sa campare senza censurare quello che non gli somiglia. E se anche qualcun@ pensasse che altri/e abbiano fatto la stessa cosa qui non si tratta più di autodifesa, non lo è più da tantissimo tempo. Si tratta di pestaggio sistematico e organizzato con sistemi che si dicono di contestare e poi si ripropongono esattamente allo stesso modo.

Popolo virtuale, tutti/e quanti/e alla ricerca di pornomostruosità per produrre pornoindignazione. Orge collettive di gente alla ricerca del dettaglio che possa suscitare sconcerto populista e anche qualunquista, quel tanto che basta per cui la differenza tra destra e sinistra non esiste più nei metodi e che fasci e sinistri si ritrovino insieme tutti uniti per l’abbattimento di una pagina facebook.

Come dicevo qui c’è chi si pone obiettivi altissimi a salvaguardia del bene delle donne. Il lavoro per tutte? La piena applicazione della legge 194? No. Parliamo nientemeno che della sconfitta di una singola pagina facebook. Parliamo di far diventare i due minuti d’odio orwelliani le due ore d’odio e poi i due giorni d’odio e poi ci restano secchi con quell’odio che non gli si lava più dalla pelle e dal cervello e diventa caratterizzante di tutta una attività politica.

Tutto ciò è imbarazzante, davvero imbarazzante. Controcultura e alternative: questo bisogna produrre e non censure e persecuzioni organizzate contro qualcun@ che viene demonizzato perché averci un nemico esterno fa sempre comodo e fa da collante anche di tutte le ossessioni a salvaguardia del presunto benessere comune.

Not in my name, grazie. Non in mio nome. Non è così che si produce critica politica. Le ronde alla sconfitta della pagina facebook potete tenervele. Non mi sono mai piaciute, non ho mai segnalato una pagina in vita mia e non comincerò a farlo adesso.

Ps: ovviamente la questione è relativa la comunicazione, ciò che si comunica ogni volta che si mette in piedi una qualunque iniziativa e cosa resta dopo, quali obiettivi. L’obiettivo è, per quel che vedo, come spesso accade, come allo stesso modo avviene quando si cerca la foto, il dettaglio, la parola, il caso che può indignare e far guadagnare audience, indicare un mostro e chiamare la folla a linciarlo. Questo metodo che è perfettamente legittimato da facebook è diventato un meccanismo attraverso il quale ogni possibile presidio critico e dissenziente a disapprovazione di idee diventa unicamente squadrismo. Gli autoritarismi sono brutti tutti. Peccato sappiate vederne solo dove piace a voi.

Dimenticavo… quello che viene fatto a XY persona può accadere a chiunque tra voi, basta che diciate di non condividere o volete esprimere un po’ diversamente le opinioni rispetto a quel determinato gruppo… brutto pensare che bisogna restare simpatiche al branco perché se critichi le pratiche adottate tu puoi essere la vittima successiva… davvero brutto.

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