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Paternalismi, giustizialismi e molestie in strada

Provo a spiegarla nel modo più chiaro possibile. Il paternalismo è quella roba che pratichi se ti metti in testa che sono gli uomini a dover spiegare alle donne come vivere. Paternalismo è quello di chi mi dice “so io quel che è bene per te”. Vale per uomini che mi rimproverano di essere troppo poco femminista, come se loro possedessero il diritto di rilascio di patentini femministi, e a maggior ragione vale per quelli che mi dicono che io sono troppo femminista.

Mi spiego meglio, a scanso di equivoci: mi fa piacere essere gradita quando mi smarco di paternalismi finto/femministi di chi mi detta il verbo moralista e mi dice che devo avere rispetto del mio corpo al di là di pornografia, sex working, esposizione del corpo e accettazione di pratiche sessuali che non vengono giudicate lecite da patriarchi e loro consorelle. Se però il plauso arriva da chi, la volta dopo, esige di dettarmi il copione quando io racconto di sentirmi molestata e di detestare la cultura dello stupro, direi che non ci siamo.

Non sono gli uomini che devono spiegarmi quanto e come io debba sentirmi abusata, perché per secoli ci hanno insegnato a negare la violenza quando l’abbiamo subita perché erano loro a praticarla. Non sono gli uomini che devono imporci un punto di vista che finge di essere antimoralista e invece è semplicemente maschilista. Per quel che mi riguarda, per esempio, ho chiarissima la differenza tra un reato, che parla di galere, e la lotta contro la cultura che genera molestie e anche stupri.

Il fatto che io passo per strada e tu mi dici che sono bona, brutta, pettoruta, ancheggiante, fighissima o anche no, per quel che ti riguarda può essere niente, puoi addirittura dirmi che si tratterebbe di libertà di espressione, che tu pratichi sul mio corpo, ma se io ti dico che a me dà fastidio tu ne devi tenere conto. Dunque stringiamo un patto. Io non ho alcuna voglia di stare a guardare se qualcuno dice che questo genere di commenti, talvolta insulti, debbano essere oggetto di leggi giustizialiste. Non in mio nome, non sulla mia pelle, perché se non accetto il paternalismo di chi commenta figuriamoci se accetto quello dello Stato che vuole militarizzare le strade consegnandomi a tutori maschilisti che pensano, addirittura, di avere il diritto di sindacare sulla mia moralità e la mia vita. Ma se si parla di cultura allora la questione cambia.

Il fatto che io non voglia che alcune cose diventino reato o vengano considerate tali, perché considero l’educazione e la prevenzione un mezzo migliore per cambiare le cose, non significa che io giustifichi in alcun modo quelle molestie. Anzi. Ci sono cresciuta in mezzo, ho abbondantemente imparato a rispondere a tono e a liberarmi di un certo genere di commenti e un’invasività fastidiosa. Ho imparato a volgere certe battute in senso ironico e a superarle con battute e una grande dose di ironia e ho imparato a goderne, a volte, quando certi uomini sapevano tirarmi fuori una risata, farmi sentire un po’ più bella. Ma questo non toglie che c’è chi possa sentirsi disturbata da tutto ciò.

Niente reati, giusto per intenderci, perché io so qual è la vostra paura. Chi teme il reato di sguardo invadente, chi quello di parola molesta, e via di questo passo, fino a determinare un’intrusione da parte delle istituzioni, nei comportamenti tra uomini e donne, che tendono comunque sempre a considerare la donna fragilissima e da tutelare, al punto che si ritiene che non possiamo difenderci neppure da una parola che non ci piace. Io odio l’idea di una militarizzazione delle strade per “salvare” me dall’uomo molesto, ma odio, altrettanto, che quando io dico questa cosa arriva il maschilista che ritiene di sentirsi giustificato, tollerato, e addirittura si permette di dettare il verbo alle donne, in tono aggressivo e colmo di pregiudizio contro le donne, per rimproverare quella che si sente infastidita da quei commenti.

Non essere giustizialiste o moraliste non significa essere dalla parte dei molestatori. Significa solo essere contro ogni paternalismo e patriarcato, incluso quello istituzionale. Significa che si vuole spiegare al mondo che le donne non sono così deboli e non hanno bisogno di tutori per ogni passo che compiono.

Per il resto, a proposito di video (QUI l’originale e QUI una parodia) che illustrano quelle che per alcune sono considerate molestie – e un “ehi beautiful“, per ME, non è molestia – io vi rimanderei, se fosse accessibile, a una discussione su una bacheca di un’amica, che giustamente lamenta il fatto che quei video sono razzisti e classisti. Quel che si vede è la donna bianca che attraversa quartieri meticci e viene approcciata da uomini neri, brutti, sporchi e cattivi. La stessa cosa fu fatta in un video belga e lo stesso si può dire del video francese dal taglio islamofobo che fu diffuso un po’ di mesi fa.

Sembrerebbe che in assenza di argomenti, di donne da salvare, nelle case, in famiglia, dove le violenze per la maggior parte avvengono, a differenza di quel che si vorrebbe fare credere, si voglia diffondere l’idea del mostro esterno, fuori casa e di altra etnia, e si procede andando a cercare le molestie, attraversando strade in cui un “ehi beautiful” o cose più offensive dovrebbero fare capire quanto sia necessario tutelare le donne e consegnarle a tutori che, per quel che mi riguarda, di molestie e violenze ne impongono anche di più.

Sono gli argomenti di questo tempo e sono argomenti che suscitano discussioni che, per l’appunto, richiedono equilibrio. Io inviterei chiunque a venire a passeggiare a Palermo: se beccate cento commenti che non vi piacciono, procedete con cento denunce? Voglio dire: dove vogliono andare a parare questo genere di video?

34 pensieri su “Paternalismi, giustizialismi e molestie in strada”

  1. Capisco tutti i tuoi “PER ME”, e io credo si tratti di quella roba chiamata educazione.
    Ma vorrei darti un paio di spunti (se vuoi).

    1)Per esempio, tra noi gentlemen si usa dire che un gentiluomo sa fermarsi di fronte a un no, anche quando sa che quel no in realtà è un sì.
    E più o meno i tanti passi indietro fatti da me per galanteria sono equivalenti alla differenza tra le persone con cui ho scopato io e quelle con cui ha scopato il mio amico Gino, meno galantuomo e più finalizzatore di me.
    2)Se sei un figo di Dio, di solito un “hey bella” è gradito, se invece sei un pelato di merda con la panza come me, allora è più facile che un “hey bella” sia molesto. Me ne rendo conto, e lo accetto con più rassegnazione di te, che il femminismo ha fatto molti più passi avanti del bruttismo. Allora a me dispiace molto, però se è vero (ed evidentemente questo è contestabile, se credi che non sia così) che un brutto e un bello provocano mediamente reazioni diverse allo stesso comportamento, a me, più che darti ragione, mi verrebbe voglia di sedermi sotto un ippocastano e piangere amaramente per ore, maledicendo Dio, il destino o il caso di avermi fatto nascere brutto. E se mentre piango passa una donna, ti giuro che mi sto zitto.

    1. zio effe, la molestia è resa tale in base alla reazione di chi la riceve..se lei gradisce l’hey bella da brad pitt e non da te è nel suo pieno diritto. Piangersi addosso secondo me non serve a nulla.
      La mia opinione è che pure se sei brad pitt (e a maggior ragione se non lo sei) dovresti evitare di gridare “ciao bella” a delle perfette sconosciute che vanno per i fatti loro

        1. No, nessun dovere. Solo che la sorpresa dell’ovetto Kinder la sai sempre solo dopo averlo aperto. E’ un bel dilemma. Sono bruttarello, mi potrò permettere un complimento(educato tipo hey bella)? Se poi lei si sente molestata ci resto male. Ma meglio un rimorso, un rimpianto o lo spray al peperoncino?

          1. L’unica cosa su cui sono d’accordo con te Zio Effe, è che se si stabilisce la sensibilità di chi riceve l’apprezzamento come misura, allora non si saprà mai se si faccia una molestia o un gesto gradito prima… il che per logica porta a non farlo per sicurezza.

            Per il resto penso che nel 99% dei casi chi fa apprezzamenti, non lo faccia per un desiderio, ma per un rituale per aderire ad un ruolo che la società gli impone e che evidentemente lui accetta.

            Ma anche ponendo caso che uno davvero voglia approcciare una sconosciuta perché la desidera e non per sentirsi “più maschio”, ciò che veramente mi chiedo, è così gratificante ostentare un desiderio non corrisposto??? Boooh

              1. il punto è che essere corrisposti non è un diritto: se succede, succede altrimenti no. e il fatto che X abbia più probabilità rispetto a noi di essere corrisposto dalla persona che ci piace non è un affronto..fa parte della vita, non è piacevole, può renderci tristi per un po’ ma va messo in conto

                  1. Non posso che quotare il tutto è esattamente il mio pensiero ..sopratutto questo passaggio è la famosa domanda da 100 milioni … perchè il pericolo che esprime zio effe c’è eccome , facciamo l’esempio ,se io tento un approccio ,allo stesso identico modo di un altra persona mettiamo , credo che la discriminante tra molestia e complimento sia dovuto solo ed esclusivamente alla bellezza fisica ,inutile che ci raccontiamo le favole … per i brutti come me e zio effe (detto da lui) conviene tirare diritto ,un pochino triste magari la cosa ,ma è cosi …Vittimistico ,un pochino piagnone ? Forse si ,non lo nego , ma purtroppo la verità , per me , è questa

                    1. fermo restando che secondo me, belli o brutti nessuno ha il diritto di importunare una sconosciuta che cammina per i fatti suoi, ripeto che la sconosciuta ha il diritto di gradire o non gradire le attenzioni da parte di chi vuole, se gradisce di più un approccio da parte di chi ha certe “qualità estetiche” è nel suo pieno diritto.
                      Zio Effe e Mauro mi ricordano quelle ragazze che si lamentano che i ragazzi guardano solo le “strafighe”, escono solo con le “strafighe” eccetera: ora a parte il fatto che ci sono anche donne e uomini “non strafighi” che comunque hanno storie, si fidanzano e vale quel che dicevo su jude law e danny de vito; quel che non si vuole capire è questo: gli altri e le altre non sono obbligati/e a provare attrazione fisica, sessuale e/o sentimentale verso di voi: è una cosa che o scatta o non scatta e se non scatta non ci si può far nulla, non c’è un diritto negato.
                      Il diritto di avere relazioni sessuali e/o sentimentali non è assoluto in quanto è subordinato alla volontà dell’altra persona di stare con voi..se questa volontà non c’è, bisogna prenderne atto

                    2. e capisco benissimo perchè ci sono passato che un amore o anche un’attrazione non corrisposta è una cosa molto triste ma la vita può essere anche questo, sono delusioni che vanno messe in conto e affrontate

                    3. Paolo, nessuno mette in dubbio che si possa piacere o meno. Però o mi dici che secondo te a nessuna donna piace ricevere fischi da un belloccio per strada, oppure si torna al dubbio iniziale. Se sei bello (o ricco, o attraente eccetera) allora puoi fischiare sapendo che probabilmente lei gradirà. Sei uno scrondo non puoi fischiare, e non perchè lei semplicemente non gradirà (che ci può stare, ovviamente), ma addirittura perchè altrimenti rischi di finire in un video etichettato come molestatore.
                      Te la faccio più facile.
                      Ci sono secondo te storie (fosse pure brevi) nate da un fischio? Secondo me si.
                      Può essere diritto di tutti provare a fischiare?
                      O non è diritto di nessuno provare a fischiare(e allora si perderebbero le storie nate così)?
                      O di tre fischi uguali, uno mi porta a scopare, uno mi porta un semplice rifiuto, uno è preso come molestia? E come faccio a saperlo prima di fischiare?
                      Bellezza e bruttezza erano schemi semplificativi (per quanto spesso aderenti alla realtà).

        1. zio effe..però questo vittimismo anche no: il mondo è pieno di uomini e anche donne non esattamente “bellissimi” che hanno comunque avuto le loro storie amorose, forse meno di quante ne ha avute brad. Comunque i piagnoni (maschi e femmine) non piacciono a nessuno: se continui a ripetere “buuuu sono pelato con la panza, povero meeeee non mi vuole nessuno” è probabile che nessuno ti vorrà. Ma poi non possiamo obbligare un altro uomo o un’altra donna a trovarci desiderabili e attraenti: o scatta l’attrazione o non scatta, e se non scatta va accettato. Nessuno ha il dovere di essere sessualmente attratto proprio da noi

          1. Non hai capito allora, non voglio la comprensione dei magri capelluti, mi chiedo solo se l’asimmetria dei diritti tra belli e brutti è giusta. Che magari è giusta, non dico di no. Tra ricchi di soldi e poveri di soldi è ingiusta, tra ricchi di forza fisica e poveri di forza fisica è ingiusta tra ricchi di bellezza e poveri di bellezza è giusta.
            Non c’è problema, e ti ringrazio per i consigli che mi dai per farmi trovare attraente dalle donne, ma non è questo il punto.
            Il punto – a mio parere- è che, all’interno dei margini di rispetto ed educazione, se siamo (esempio) soli, non ci sono tra noi rapporti professionali o comunque ambigui, io credo di dover essere nella possibilità (esempio) di provare a darti un bacio. E tu in diritto di dirmi di no, ridermi pure in faccia e schernirmi perchè ho creduto di essere normale, ma non di accusarmi di averti molestata.
            Dice “E se lei il tuo bacio tentato l’ha sentito come molestia?” Eh, bel cavolo di problema. Però possibile che io debba pormi questo problema e sentirmi pure uno stupratore (soft) perchè ho provato a baciarti e anzichè Brad Pitt mi chiamano Brad Pitran(questa battuta solo i romani possono capirla)?
            Ho messo l’esempio del bacio perchè forse la storia del complimento è turbata dal video coi negri minacciosi e poveri.
            Però ecco, io volevo dire questo, sempre mutando ciò che è da mutarsi.

            1. che tu sia bello o brutto, provare a baciare uno sconosciuto che si fa i fatti suoi e non ha dato nessun segno di interesse sentimentale o sessuale verso di te è una molestia non ci sono dubbi.
              Quanto al divario: si tratta solo di prendere atto della realtà: se sono maschio non saprò mai cosa vuol dire allattare al seno un bambino, se sono magrolino e non faccio palestra è estremamente improbabile che io possa fare il pugile professionista (se questo fosse il mio sogno), se non sono forzuto non solleverò determinati pesi, non c’è niente di giusto o ingiusto in questo,, stesso discorso per il fatto che un Jude Law risulti in linea di massima più desiderabile sessualmente di un Danny De Vito, va accettato..questo non significa umiliare De Vito, non significa neanche De Vito soggettivamente non possa piacere a qualcuno

                1. sì però il video oggetto del post non parla di due che si conoscono.
                  Comunque se tu insisti a baciarla anche dopo che la tua conoscente ti ha fatto chiaramente capire di non gradire sì è molestia anche grave secondo me (sicuramente più grave di un “ciao bella” sgradito)

                  1. e poi non so te, ma io non cerco di baciare in bocca le mie amiche (che mai e poi mai mi hanno segnalato un loro interesse sentimentale e/o sessuale nei miei confronti) appena le vedo

                    1. Va bene, d’accordo, ora ti spiego il bacio.
                      Io e te, Paolo, ci siamo conosciuti a cena di amici comuni.
                      Io il giorno dopo ti chiamo e ti chiedo se mi accompagni a comprare un saldatore, visto che ieri a cena sembravi esperto.
                      Facciamo tardi, per cui ti invito a cena. Tu scegli di andare ad un ristorante in un centro commerciale. Io penso “E vabbè, che si deve fare per scopare, mangiare in un centro commerciale…”
                      Insomma, io poi ti accompagno a casa, e siccome da certi tuoi atteggiamenti ho (mal)capito che sei gay e che io posso interessarti, provo a baciarti prima che tu esca dalla mia macchina.
                      Probabilmente tu hai tre possibilità:
                      1) Mi prendi a bastonate perchè sono frocio e mi merito le bastonate
                      2) Mi dici, no guarda, ti sei sbagliato, ed esci.
                      3) Mi dici “Frocio molestatore” e mi denunci per molestie sessuali.

                      Tu cosa fai? E io come faccio a saperlo prima? L’unico modo per evitare rischi sarebbe non provarci mai, ed aspettare che tu faccia il primo passo. Ma se anche tu fai il mio ragionamento non farai mai il primo passo. Ed entrambi, amandoci, moriremo in solitudine.

                    2. ti dico no guarda ti sei sbagliato ed esco. Se dopo che ti ho detto chiaramente di no, tu insisti a cercare di baciarmi ti considero un molestatore e probabilmente non vorrò più frequentarti. Questo è come agirei io, non posso parlare per tutti.
                      Mettiamola così: secondo me fischiare per strada alle sconosciute è perlomeno un gesto da cafone e andrebbe evitato, io non fischio a nessuno e non lo farei neanche se fossi uno strafigo ricco perchè io non mi comporto così..e credo che siano molto rare le storie d’amore e/o di sesso iniziate da un fischio per strada..il punto è un altro: Zio Effe, ci tieni proprio a fischiare alle donne? E va bene fischia ma devi accettare il fatto che una donna potrebbe non gradire il tuo fischio e considerarlo una molestia e no, non c’è modo di saperlo prima..anche questa è una realtà della vita che devi accettare per quanto ti risulti amara
                      sul tema bellezza/bruttezza ti ho già risposto e non posso ripetermi ancora

                    3. e comunque scusate ma forse se nel difendere il diritto al lavoro, alla casa, a poter disporre del nostro corpo mettessimo la metà dell’energia che certi uomini mettono nel difendere il loro presunto (molto presunto) diritto a fischiare per strada a donne sconosciute..forse staremmo meglio

                    4. Sei meglio te.
                      Non mi conosci, e con questa tua ultima uscita sull’impegno e l’energia che metto nel difendere il caspio che mi pare, caro il mio “così è la vita e devi fartene una ragione”, credo sia il momento di interrompere la nostra discussione, per evitare di trasformare in una gara di bestemmie quella che era una discussione lanciata da un blog che stimo e che mi piace.
                      Sappi che questa tua accusa l’ho vissuta come una molestia.
                      Ciao.

  2. Ho guardato quel video e ho letto un articolo che lo commentava.
    Non avevo fatto caso a che tipo d’uomini fossero ripresi, adesso che lo leggo qui, effettivamente, non vedo bianchi in giacca e cravatta. Guardandolo ho pensato solo alla noia ogni giorno dei vari commentini e fischi e domande etcetera etcetera, e al fatto che sì, hanno rotto, perché è una confidenza che non dà loro nessuno e che pensano comunque di potersi prendere (ma pensano chi? non gli uomini tutti, no, questo tipo d’uomo).
    Neanche io sono con chi grida alla molestia vera e propria (pure se alcuni ci arrivano, non nel video, intendo nella realtà), però ci sta ogni tanto far notare che hanno rotto il cazzo, o anche far vedere che non devi girare in minigonna o essere una fotomodella perché qualcuno ti rompa le scatole. E ci sta l’educazione, perché a me i miei genitori hanno insegnato a non dare e a non prendere confidenza, a questi qui evidentemente hanno fatto vedere troppi filmetti americani o non so cosa.
    Io anche rispondo, ma mi sono scocciata anche di rispondere e sentirmi dire che ho il ciclo oppure che sono lesbica.
    Non mi rovinano la giornata, no, ma li userei volentieri come bersagli al poligono, così, gratuitamente come gratuito è il fastidio che mi/ci danno.

    Sul discorso razzista mi trovo a doverti dare ragione, non lo avevo notato, ma purtroppo sembra proprio fare da sottofondo al video.
    Brutta cosa.

  3. Però qualcosa bisogna pur fare, è troppo imbarazzante per il genere umano sto schifo delle molestie, sto rituale fine a sé stesso per ribadire il proprio machismo, è degradantissimo per chi lo fa e per chi lo riceve -.-

  4. Penso le stesse cose, mi terrorizza chi vuol vuol vegliare sulla mia sicurezza, non chi, per strada, mi dice che sono bellissima. Per quanto riguarda il video, un “dio ti benedica” buttato là da un passante annoiato (fate caso al tono con cui son dette le frasi) appoggiato al muro dall’altra parte della strada, non è una molestia e non è nemmeno un approccio, Obietivamente, non soggettivamente se le parole e i toni hanno ancora un significato. Può dar fastidio ma non è un insulto, se poi una vuol girare per strada senza essere interpellata è un altro discorso, del tutto personale ( a me danno fastidio quelli che per strada mi fermano perché vogliono indicazioni o per un sodnaggio sui libri leggo, ma mica li piglio a randellate). Inoltre bisogna anche rendersi conto che negli Usa è considerata molestia sul lavoro l’occhiata insistente di un collega dalla scrivania opposta. Qui ancora no, per fortuna. Io sinceramente quel video l’ho trovato razzzista e intollerante…aaaah finalmente l’ho detto! E mi dispiace che qualcuno lo consideri alla stregua di una denuncia femminista.

  5. ciao Eretica (mi permetto di darti del tu) :-),
    prima di tutto mi fa piacere leggerti in gran forma e poi devo dire che condivido in pieno questo tuo post.
    Troppe volte il fatto di non accettare di sottostare a determinate impostazioni di pensiero viene interpretato come essere connivente di altre… e, come penso tu sappia, succede anche a me ogni volta che mi rifiuto di accettare manipolazioni informative da parte di chicchessia e, ancor di più, in nome delle “donne”.
    Ciò detto, in relazione al video cui ti riferisci, non soltanto si osserva un deciso contesto “di classe” e “di razza”, ma io ho sollevato alcune perplessità personali riferite alla mancanza di dettagli organizzativi che potrebbero anche essere determinanti alla comprensione del medesimo.
    Per esempio, io mi domando se in un altro video similare girato al Cairo (http://vimeo.com/104798581) la motivazione di tanta osservazione da parte degli uomini per l’autrice delle riprese (quasi fosse un’esponente venusiana) debba essere interpretata soltanto sulla base di radici culturali oppure se la possiamo ipotizzare anche come conseguenza di una naturale curiosità da parte di chi si rendesse conto di essere “filmato” in strada da una telecamera non nascosta.
    Insomma, la mia diffidenza spesso torna a farsi sentire, soprattutto quando in risposta alla tua domanda :” dove vogliono andare a parare questo genere di video?”, mi succede di ricordare che almeno quello di Hollaback realizzato grazie all’agenzia di Marketing Rob Bliss è accompagnato da richieste di contributi (http://www.ihollaback.org/take-action/).
    Aggiungo il mio saluto

    1. le richieste di contributo non penso conseguano al video e alla mission che quella associazione si è data. io direi che è un po’ più complesso di così. in italia, comunque, non mi pare che quella organizzazione abbia mai chiesto leggi e pene più severe. dunque, finchè fanno una battaglia culturale ben venga.

      1. be’… a dire il vero, le richieste di contributo si trovano esattamente alla fine del video in modo abbastanza esplicito: “if you to help, please donate to alloback!” 🙂
        Per quanto riguarda le battaglie culturali, ben vengano, seppure resto dell’avviso che lanciare la percezione che gli uomini in giacca e cravatta non siano molestatori (al contrario dei neri e dei non altolocati) non mi sembra una grossa evoluzione di pensiero, così come la mancanza di una visione esterna (clamorosamente assente nel video al Cairo) e dei dettagli delle riprese (per esempio, è un filmato ininterrotto di 10 ore o sono spezzoni registrati in momenti diversi nell’arco delle 10 ore?) non giovano alla trasparenza dell’iniziativa.
        Per il resto concordo che spesso le cose possano essere più complesse di come si presentano, soprattutto quando si cercano finanziamenti con l’aiuto di qualche agenzia di marketing… ma questo fa parte della mia diffidenza originaria 🙂
        Non ho tempo di fermarmi al PC, ma sono bel lieta di poterti augurare una sincera buonanotte.

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