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Quando a dare della “pompinara” alla ministra erano le antiberlusconiane

MjAxNC1lNjdjOTU0NmVhYWE1YzUzLeggo questo (qui la risposta dell’accusato che parla di uno schiaffo ricevuto da un’altra parlamentare dell’M5S contestualmente a quello che accadeva alla Camera). 

Non posso non ricordare che ai tempi in cui in tant* davano della pompinara alla ministra, motivati dal loro antiberlusconismo, in poche abbiamo scritto che fosse frutto di moralismo e che quella morbosa ossessione per le attività private delle donne elette nel Pdl, le quali in quanto bone e vicine al cavaliere dovevano per forza aver reso servizi sessuali, non avrebbe prodotto nulla di buono.

La piazza antiberlusconiana per eccellenza fu quella di un 13 febbraio in cui potevi leggere riferimenti a varie “troie” o “zoccole” e ricordo che a uno slogan che diceva “via le zoccole dallo Stato” rispondemmo (con FaS) con un “via lo Stato dalle zoccole“. Ci furono mega puntate di talk show tv in cui politicanti vari, cabarettist* e vari personaggi in vista in questa provinciale Italia, sostennero la legittimità di certe accuse certo non comprovate da testimonianze e dunque non è legittimato nessuno a sostenere che le parlamentari dell’ala berlusconiana siano arrivate lì (e dal giudizio sessista si escludevano certo gli uomini) in virtù di una loro efficace prestazione sessuale e nessuno è legittimato a raccontare, se l’ha fatto, che quelle del centro sinistra abbiano acquisito titoli e meriti perché l’hanno data ad altri capi di partito.

E’ bene ripensarle certe cose perché a volte si rimane vittime di culture alle quali non si è state in grado, in termini culturali – per tanta indignazione che portava a dividere le donne perbene da quelle permale – di contrapporre un pensiero autenticamente antisessista. Perché l’antisessismo dovrebbe essere praticato sempre e non soltanto quando tocca una parte politica a noi (a voi) più affine.

Quindi io sono solidale con le tante donne insultate, nel tempo, da giudizi sessisti e moralisti di ogni tipo, offerti da uomini e da molte, troppe, donne e sono solidale con quelle che oggi dicono di essere state offese.

L’offesa grande, comunque, in questi anni, l’hanno subita, senza che nessuno o quasi ne abbia fatto parola, anche le sex workers che vengono usate come riferimento di uno stigma negativo e improprio. E se anche queste donne fossero arrivate in parlamento vorrei proprio vedere come e perché qualcun@ dovrebbe giudicarle meno intelligenti, competenti, brave, giusto perché nella morale italiota chi usa il corpo per campare non avrebbe sufficienti neuroni per fare altro. Ma questa è un’altra storia.

Buona serata!

Ps: Pompinofobia a parte, ricordo all’epoca che solo se provavi a parlarne in altri termini, specie su facebook, arrivava un’orda di donne inferocite che rivendicavano il diritto di usare il termine “zoccola” riferito ad alcune. Direi che la storia culturale di un paese è il frutto di tanti fattori e non solo dell’ultimo accadimento. E con ciò non dico affatto che a essere offese oggi sono quelle che hanno offeso a propria volta, anzi. Sono certa che non è così. 

Leggi anche (a proposito di hate speech et uso dei tribunali come strumento antisessista):

5 pensieri su “Quando a dare della “pompinara” alla ministra erano le antiberlusconiane”

  1. Reblogged this on Zibaldone Dugongo and commented:
    Un appunto di contorno: smettiamola di usare il termine “sex-worker”, come se fosse foneticamente e quindi ideologicamente più accettabile di “prostituta”. La nostra lingua è l’italiano, non l’inglese.

  2. Io citerei anche la quantità enorme di immagini che ritraggono Stefania Prestigiacomo o Daniela Santanché con la bocca aperta sottoposte quotidianamente sui social network a pubblico ludibrio alludendo alla medesima attività di fellatio.

  3. be’, un post condivisibile e saggio… l’ossessione sessista si mostra anche in queste accuse che veicolano 2 idee: 1) che cimentarsi in determinate pratiche erotiche, da parte delle donne, sia un segno di immoralità (sebbene i maschi le adorino); 2) che l’insulto alla donna vada sempre a parare nel paragone con le prostitute. Il fondo comune è una visione del sesso molto legata al senso dell’immoralità e del disonore, dunque sessista e bigotta.

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