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#Francia, il moralismo e l’esaltazione del valore della “fedeltà”

Hollande pare abbia tradito la compagna. Scrivo “tradito” perché è così che la raccontano tutti i media. E dopo aver dedicato alla faccenda un bel chissenefrega mi viene in mente che così si spiega perché quella nazione abbia potuto immaginare quella orrenda legge contro clienti e prostitute. In Francia vige un socialismo neoliberista in salsa moralista. Come quello antiberlusconiano che abbiamo visto e vediamo qui. Una brutta china che contagia l’Europa e  mette in piazza una riproposizione di stereotipi e spinte alla normalizzazione in fatto di relazioni e sessualità che nemmanco il Vaticano potrebbe fare altrettanto.

Come in Italia, d’altro canto, si celebra il martirio di questa donna che addirittura sarebbe finita in ospedale per un malore. E quel che Hollande, arrivato in Italia, non dimentichiamolo, a firmare il patto con Letta per Frontex (che vuol dire più militarizzazione nel mediterraneo a contenere gli sbarchi degli immigrati) e poi a firmare per il Tav, dovrebbe fare per compensare tutto ‘sto disastro sarebbe forse di intraprendere la via suggerita dal popolo. Può mollare l’altra e tornare a fare il fedelissimo compagno o può dichiarare la sua “debolezza” e portare alla luce il suo grande ammmore per la signora con cui s’è incontrato di nascosto.

Resta comunque il fatto che la Francia celebra la santificazione della donna tradita, fa l’apologia del sacro vincolo di fedeltà, e manca poco che inneggi al delitto d’onore e stiamo a posto. Di compensazione e offesa all’onore della donna “tradita” si parlò anche a proposito della ex moglie di Berlusconi. Sicchè lei è ancora lì a esigere spiccioli di mantenimento dopo aver fornito un utile appiglio morale ad un Pd che, avendo medesimi politici obiettivi (sempre stati per le larghe intese) da portare avanti, altra strategia per delegittimarlo non aveva che quella di sollevare un polverone moralista dichiarando vicinanza a quella madre di famiglia la cui lettera divenne quasi una piattaforma programmatica del partito.

Così succede in Francia, come già avvenuto negli Stati Uniti e ovunque, dove quel che conta per un rappresentante delle istituzioni è innanzitutto quanto e come imprime nel suo operato un cliché d’abitudine relazionale, dio-patria-famiglia, figli, puoi anche metterci in mezzo la moglie che canta scalza ma in ogni caso sempre un pochino santa è. E questi sono i valori di cui si fanno portatori, actually, questi personaggi, o meglio, le società che dicono di sostenerli e poi li spodestano perché hanno trombato troppo, troppo poco, con la persona sbagliata, fuori dal coniugio e non a scopo riproduttivo.

Cosa vorrei? Che si parlasse di poliamore, forse, che si smettesse di frantumarci le ovaie con queste sceneggiate da operetta e che le femministe, si, le femministe, o sedicenti tali, smettessero di prendere le parti delle gran dame di corte quando vien fuori lo scandalo gossipparo. Ci sono regole, paradigmi, che vanno ribaltati, scardinati, invece collaborate a ribadirli, ripristinarli. Poi non lamentatevi se dopo aver celebrato e coccolato l’offesa a seguito di un “tradimento” domani un media scrive che un tale ha ucciso una donna perché era geloso…

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2 pensieri su “#Francia, il moralismo e l’esaltazione del valore della “fedeltà””

  1. E soprattutto mi chiedo: ma perché mai deve esistere ancora quella figura obsoleta e odiosa chiamata première dame o first lady? Quasi sempre si tratta di donne che prima avevano un lavoro (erano avvocati Michelle Obama e Hillary Clinton, giornalista di Paris Match la Trierweiler) e si sono sentite in dovere di lasciarlo per fare le figuranti, le fatine agli eventi di beneficenza, con il guardaroba e il taglio di capelli sotto stretta osservazione della stampa, dispensando sorrisi e stringendo mani. Diventano così delle mogli per antonomasia, le signore della nazione, e puntualmente quando i loro matrimoni o relazioni (come quelle di tutti) hanno dei problemi si ritrovano scannerizzate in ogni minima espressione per meglio vedere il grado di umiliazione, per non parlare dei siparietti tristi cui si ritrovano costrette “perdonerà, non perdonerà”. A me non sembra che il marito di Angela Merkel si sia dovuto ridurre a fare il marito eccellente o abbia lasciato il lavoro: spero che presto si prenda atto che le mogli e compagne dei presidenti non devono avere ruoli speciali in quanto tali, che la vita privata di chi governa non appartiene alla gente finché il politico stesso non sconfina (quindi sono e resto perplessa dalla telefonate in questura per liberare le proprie amanti e dai posti pubblici dispensati come regali a chi condivide il letto).

  2. Sono solo io a trovare la vicenda goffamente comica? I francesi secondo me ci stanno un botto male perché non amano il gossip all’americana sulla vita privata dei politici, che considerano un’americanizzazione della stampa. Per quello, secondo me la stampa è andata in tilt perché Hollande ha fatto due volte la figura del tordo: la prima amante se l’è scelta nel circuito politico, rischiando di bruciare due figure importanti (bisogna dire che le due signore ci hanno messo del loro, immagina un po’ Nilde Iotti che ”twitta” pubblicamente Rita Montagnana); la seconda amante invece ha collegamenti nientepopodimeno che con la mafia corsa! Questo secondo me è l’aspetto inquietante che i suoi concittadini non gli perdoneranno mai.

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