Comunicazione, Critica femminista, Culture, Violenza

Paternalismi: “So io quel che è meglio per te”. E l’altro: “vi difenderemo”!

Mentre Toscani ci regala un’altra delle sue paternali per insegnarci come stare al mondo, da non truccate, per non “sedurre” troppo i violenti (sia mai che ci si vesta come ci pare e non ci si appioppino le azioni altrui… giriamo la questione alle ragazze che procedono nelle slut walk e vediamo che ne pensano), fortuna che c’è Monica Pepe, di ZeroViolenzaDonne. it, che gli dice che si tratta di una strizzatina d’occhio ai moralismi mentre c’è da fare progredire le relazioni, giacché le violenze nascono nei contesti intimi, dove hai le ciabatte, i capelli spettinati e il trucco sfatto, e parla poi, cosa che condivido molto, di “un problema di fragilità sociale, la crisi economica sta peggiorando le condizioni di vita, il femminicidio è segno di grande fragilità dell’identità e della cultura di coppia, e quando uomini e donne hanno solo relazioni conflittuali e mortificanti tra di loro non c’è alcuna felicità possibile”.

E si torna al problema di sempre. Come risolvere la questione della violenza di genere, includendo le violenze di stampo omofobico e transfobico, sapendo che è una violenza che parte da una cultura e che può essere commessa da chiunque, senza prestare il fianco giusto a quei moralismi e paternalismi di cui abbiamo piene le tasche? Noi abbiamo proposto un appello che senza l’aiuto di nessun grosso media ha già raggiunto 700 firme [Firmate!], che va certamente contestualizzato ma tenta un ragionamento che è necessario fare.

Per dire: Alfano dice che “troveremo i soldi per difendere le donne” (ci manca un “nostre” prima di “donne” ma mi fa lo stesso effetto). E pure lui parla di emergenza Femminicidio e bla bla, tanto per intenderci quando poi dico che il brand femmincidio oramai legittima chiunque, che una “legge” sul femminicidio legittima patriarcati vari, e poi nel suo partito c’è gente che offende gay, lesbiche e trans come se niente fosse. Lo stesso dicasi del fatto che nel suo partito, rispetto alla proposta della Ministra Kyenge sullo Ius Soli, c’è chi reagisce come se avesse detto qualcosa di mostruoso.

Parlare di femminicidio conviene a tutti. Perfino a Porta a Porta. E’ considerata vittima solo la donna madre, etero, sposa, fidanzata. Chissenefrega delle lesbiche. Chissenefrega delle trans. Chissenefrega delle sex workers confinate nelle periferie a farsi massacrare per le ordinanze pro-decoro. Chissenefrega delle migranti che subiscono violenza dentro i Cie.

Femminicidio è comodo, la sintesi viene fatta propria anche da soggetti che usano il concetto per ripristinare toni paternalisti e autoritari. Non c’è lotta autodeterminata. C’è l’immagine di oggetti che pietiscono “tutela” dallo Stato. “Difendimi”, “Cancellami la pubblicità sessista”. Finirà che ti diranno che loro sanno quel che è meglio per te e tu zitta e muta perché se loro ti difendono e poi tu vai a cosce nude in giro per la strada, qualunque cosa ti succeda, sarà pure colpa tua, no?

Come si fa a declinare la lotta contro le violenze in modo differente? Dacci gli strumenti e ci difendiamo noi, non sarebbe meglio? Come si fa a non fare sembrare la richiesta di attenzione verso questo problema come la scelta di una via preferenziale che non tiene conto dell’esigenza di reddito per tutti/e, libertà per tutti/e, fine delle costrizioni sessiste per tutti, fine dei razzismi per tutti? Non solo donne, perché c’è un mondo là fuori che ha una montagna di problemi. Per dire: ci danno il reddito minimo per toglierci tutti/e dalla condizione di dipendenza così da attenuare gli effetti della fragilità sociale che accentuano le violenze?

3 pensieri su “Paternalismi: “So io quel che è meglio per te”. E l’altro: “vi difenderemo”!”

  1. tra l’altro il paternalismo si manifesta anche ad esempio in uno stupro, lo stupratore è intimamente convinto che alla vittima piacerà, e che sbaglia a non acconsentire.
    In pratica vogliamo spegnere il fuoco con la benzina.

  2. Il problema è tutto lì: come si fa a declinare lote autonome che non sfocino in soluzioni paternaliste che permettono al politico di turno di rifarsi il trucco sulla nostra pelle? Soprattutto, come si fa se il discorso pubblico è distorto, illogico, urlato, mai ragionato e soprattutto se tutt* parlano meno quell* che forse qualcosa da dire di sensato sulla violenza sulle donne l’avrebbero?
    Vespa che fa porta a porta sulla violenza alle donne (non violenza di genere, capiamoci, sempre e solo declinata come violenza alle donne) è l’esemplificazione di quanto ci sia di sbagliato in tutto questo

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