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Se di #Femminicidio si parla come fosse un #Mistero

adam-kadmon-speciale-mistero-8-settembre-2013“Femminicidio” è brand. E’ utile a ottenere consenso, legittimazione, a vendere prodotti editoriali, servizi, strumenti repressivi, task force che non servono a nessuno. Chi fa uso di quel brand ottiene audience assicurata.

Non so che ascolti avrà ottenuto Adam Kadmon in Mistero, nella serata dedicata al Femminicidio, ma di sicuro non saranno stati bassi.

Premetto che a me non piace neppure il modo in cui la questione è raccontata in Amore Criminale, pensavo d’altro canto che con Quarto Grado avevamo già toccato il fondo (grazie alla Guzzanti per le sue splendide parodie) e figuriamoci, dunque, se può piacermi il fatto che il tema sia trattato in un programma che normalmente, credo, tratti di alieni, cerchi nel grano e complotti intergalattici. La presenza della sensitiva e le teorie di grandi cospirazioni per alcuni delitti, poi, decisamente non mi lasciano serena.

Leggo, per esempio, a parte le chiacchiere di chi dice che Moana è ancora viva (come Elvis), a proposito della vicenda di Melania Rea che, secondo

la versione dei fatti di Adam Kadmon, (…) la donna potrebbe essere stata vittima di una cospirazione, addirittura appartenente al progetto Monarch, ad opera di spietati psicologi e militari volti a controllare la mente umana.

Con tutte le spiegazioni possibili della questione direi che questa mi sembra la più improbabile di tutte.

Potrà anche essere spunto di thriller/plot/fantascientifici ma se cominciamo a immaginare che la gente sia stata uccisa sotto ipnosi degli alieni, o sotto controllo della mente umana, direi che non ci siamo. La realtà, purtroppo, è tanto più banale di così. E’ una questione di cultura, diffusa, che ci riguarda tutti. Incluse le persone che titolano pagine o programmi “la strage delle donne” per poi parlarne con toni melodrammatici e facendo disinformazione.

Comunque, dai, se non ascoltavamo il parere di Kadmon, davvero, come avremmo fatto a sopravvivere? 😛

1 pensiero su “Se di #Femminicidio si parla come fosse un #Mistero”

  1. Dopo le versione dei fatti di Adam Kadmon mi sento autorizzata ad aggiungere anche la mia: voglio parlare di una cosa, che nessuno ne parla, di cui io ne sono rimasta vittima, il “mobbing”. Che è una forma di violenza o meglio un insieme di comportamenti violenti, perpetrati sul lavoro ma anche in famiglia. E spesso la vittima è la donna, molto spesso.. ma sembra che questo non interessi a nessuno!
    C’è una risoluzione del Parlamento europeo sul mobbing sul posto di lavoro —2001/2339(INI)— non recepito nell’ordinamento italiano. In Italia è stato presentato un disegno di legge nel 2002 da parte di rifondazione comunista, ed è morto li.. Dal 2001 a oggi, sono passati dodici anni, quattro legislature e nessuno ne parla… Per mobbing, in Italia non solo perdi il lavoro, ma rimani sola, abbandonata, e devi sostenere tutte le spese sanitarie.. La Germania, (paese che ha recepito la risoluzione), negli ultimi dieci anni ha studiato 5 milioni di casi di mobbing. ( un milione e mezzo sul lavoro e tre milioni e mezzo in famiglia.) e viene fuori, che il 65% sono donne. Oltre ai disturbi comportamentali e sociali, si evince che il 20% dei suicidi, nelle fasce di età, tra i 25/64 anni, hanno come causa il mobbing.. Ora quello che riporta lo spot “1522”, (Ogni anno vengono, in media, uccise più di 100 donne per mano del proprio marito, partner, fidanzato, ex convivente.) si dimentica che ogni anno si suicidano più di 3000 persone di cui 600 le cause sono da imputare al mobbing, e come detto, molte sono donne.. e non c’è necessità di norme repressive, ma di informazione, perché spesso le vittime di mobbing non sanno di essere vittime di mobbing. Ma soprattutto, la necessità di un sostegno, per reinserirsi nella vita sociale….. basterebbe poco per salvare molte vite.. quindi? Cosa ci vengono a raccontare!

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