Antiautoritarismo, Comunicazione, Critica femminista, R-Esistenze, Violenza

Un osservatorio sulla violenza di genere. Finalmente!

Finalmente. Con tutte le perplessità del caso sulla sua presenza ecco che, però, finalmente, a parte l’estensione dell’urlo d’emergenza al web che per i motivi già descritti va prodotto con prudenza, c’è una ministra delle pari opportunità che prima di proclamare la guerra al mondo dice che devono unirsi gli sforzi dei ministeri di competenza, sull’area penale, giudiziaria, per costituire un osservatorio istituzionale sul fenomeno della violenza di genere.

Osservare e analizzare per capire con cosa hanno a che fare per poi, solo poi, produrre proposte concrete a partire da qualcosa che riguardi la prevenzione. Perché nuove leggi non servono a niente, il terreno repressivo non serve a nulla, perché se non osservi il fenomeno, così come in senso militante da tanti anni provo a fare io e le mie amiche, non puoi mai ricavarne nulla di concreto e utile.

Perché il fine dovrebbe essere quello di prevenire e non di reprimere a cose fatte quando ci sono corpi di donne morte in bella vista e uomini suicidi per i quali qualunque aggravante di certo non avrebbe rappresentato un limite per compiere un delitto.

Osservare significa capire quali sono le cause, tutte le cause, significa avere gli elementi per disinnescare, significa agire i problemi economici dove ci sono problemi economici, problemi relazionali dove ci sono problemi relazionali, conflitti familiari privi di una mediazione dove non c’è alcuna capacità di mediazione, culture del possesso dove ci sono culture del possesso, senza fare di tutta l’erba un fascio perché non servirebbe a niente.

Significa, finalmente, prodursi in risposte istituzionali dove le istituzioni smettono di essere tutrici che si sostituiscono alla capacità di autodeterminazione delle donne e consegnano loro, piuttosto, come a chiunque altro, gli strumenti per difendersi e vivere vite migliori. Significa analizzare concretamente il contesto culturale in cui sono agite le violenze e intervenire con campagne opportune che non vittimizzino i soggetti ma ne valorizzino la forza.

Se questo è il piano della discussione proposto, fuori da ogni autoritarismo e da ogni legge censoria e liberticida, sembra esserci davvero l’intenzione di risolvere il problema. Diversamente mi spiacerebbe dire che si tratta della ulteriore campagna elettorale che aiuta a dare consenso a questo governo che di consenso ne ha poco strumentalizzando le violenze e chi ne è vittima. Io spero che non lo facciano.

Staremo a vedere.

Ps: E dire che la proposta di un Osservatorio veniva tempo fa giusto da FaS e da Bollettino di Guerra quando lo scorso anno si cominciò a prendere Bollettino come riferimento per sparare cifre di femminicidi che in realtà comprendevano vittime di altra natura e perfino di altro sesso (uomini e bambini), come ben riporta il libro di Lipperini/Murgia “L’ho Uccisa perché L’amavo“. Ancora adesso non si riesce a riparare quell’errore grave nel conteggio delle vittime dello scorso anno perché continuano a girare cifre di molto superiori al numero reale. Dicemmo allora che non era possibile che perfino alla Rai girassero accreditate le cifre non ponderate, frutto soltanto di una rassegna stampa di un blog militante. La prima cosa da fare è un Osservatorio Nazionale che metta assieme le cifre e analizzi il fenomeno. Bene che ci sia l’intenzione di farlo.

—>>>Leggi, condividi e firma, se vuoi, la proposta di Appello alla Presidente della Camera e alla Ministra alle Pari Opportunità fatta assieme a Femminismo a Sud e Bollettino di Guerra

1 pensiero su “Un osservatorio sulla violenza di genere. Finalmente!”

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.