Antiautoritarismo, R-Esistenze, Violenza

#CiaoCarlo: se fossi stato in quella piazza di Turchia…

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Sai Carlo, stavo pensando che se tu fossi stato lì a difenderti e a respingere indietro i lacrimogeni in quella piazza di Turchia qui in Italia avrebbero parlato di te come si parla di un eroe. Avrebbero detto che lottavi contro un regime, che non tolleravi i soprusi di chi impediva una manifestazione di piazza. Avrebbero detto che la brutalità della polizia doveva fermarsi, che quel governo meritava un richiamo dell’europa e forse perfino dagli stati uniti. Avrebbero detto che il nostro governo era sorretto da integralisti che vietavano spazi, dissenso, critica e memoria, a persone che già da allora prevedevano la “crisi” e sapevano che i grandi avrebbero deciso per spartirsi le ultime fette di torte, dopodiché il nulla.

Avrebbero scritto dell’uso di armi non autorizzate, tonfa, lacrimogeni urticanti sparati ad altezza uomo, di idranti e blindati lanciati in velocità ad investire la gente, di feriti a centinaia, di corpi di giovani ragazzi e ragazze definitivamente mutilati, di gente resistente e militari che colpivano persone inermi, di arresti, carcere per i compagni e le compagne, torture, molestie sessuali, sadismo. Avrebbero parlato di propaganda di regime se i leader politici, di noi che eravamo in piazza, avessero detto che si trattava di una banda di terroristi, di gente chiamata nelle piazze per rovesciare un governo, facinorosi, persone tanto cattive che osavano sporcare l’immagine della penisola che così bene si era preparata a dire al mondo quanto i suoi cittadini fossero tranquilli e perfino un po’ rincoglioniti.

Avrebbero detto che meritavi giustizia, che era necessario lottare in piazza per recuperare spazio in una democrazia truccata. Avrebbero detto “siamo con Carlo” o #occupypiazzaalimonda e dal mondo intero sarebbero arrivate solidarietà, rabbia, partecipazione, resistenza.

Avrebbero detto tante cose. Invece hanno detto che eri una specie di delinquente, che i militari hanno fatto il proprio dovere, i politici hanno fatto a gara a dare solidarietà alle divise criminalizzando la protesta, il tuo caso non è mai approdato presso nessuna corte, anzi, all’inizio qualcuno voleva fare pensare che tu fossi morto perché un sasso aveva incontrato un proiettile che per puro culo aveva incontrato la tua faccia, e il balletto dell’ipocrisia dura fino adesso.

Ma lo sai, tu, che ci sono certi fascisti e certi giornalisti che quando si parla di Turchia o di lotte in altri posti del mondo sembrano autentici combattenti resistenti e quando si parla di Genova e di te ridiventano improvvisamente culo e camicia con le forze dell’ordine?

Si dice, nel femminismo, che le lotte (e le persone presenti e assenti) le vedi per quel che sono quando e se riesci a farle a casa tua. Il personale è politico. Se tutto quello che sai fare è un tifo astratto per le lotte e le rivoluzioni degli altri, pover@ te.

Vabbè, ciao Carlo. Sono trascorsi tanti anni ma quelle giornate me le ricordo ancora.

Io ero quella all’angolo tra la via x e la via y che tentava di sfuggire i manganelli…

Ps: solidarietà ai compagni e alle compagne #NoTav per stanotte!

—>>>Video “Niente da archiviare” parte 1, parte2, parte 3 e video di Indymedia su Genova G8, qui

—>>>Programma tre giorni a Genova “Per Non DimentiCarlo

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2 pensieri su “#CiaoCarlo: se fossi stato in quella piazza di Turchia…”

  1. ciao,
    c’ero anch’io, tra la via x e la via y, magari ci siamo pure incrociate, con un manganello che fischiava tagliando in due l’aria sopra la testa di una di noi.
    Mi ricordo anch’io quei giorni, quelli dove chi, come me, era a casa sua, nella sua città, faceva fatica a riconoscerla, tra il fumo, le sirene e quell’orda di militari che la invadeva come un fiume nero. Mi ricordo «hanno ammazzato un ragazzo» detto da una mia amica, mi ricordo di aver gridato «scappa, scappa» e di averle quasi lussato la spalla per tirarla via. Mi ricordo il livido che ho avuto sul fianco per un mese perché ho preso un calcio con da uno di quelli che idealmente erano lì per proteggermi. Mi ricordo il disegno della suola, ce l’avevo stampato addosso.
    Soprattutto mi ricordo ogni giorno che avrebbe potuto andarmi molto peggio.
    Io non lo so di chi sia davvero la colpa, probabilmente dello Stato che ha mandato lì dei militari di leva, ma so che i militari non hanno fatto il loro dovere, non l’hanno fatto entrando nei pubblici esercizi e prendendo le ragazze nei bagni per i capelli per trascinarle fuori, non l’hanno fatto a Bolzaneto e non l’hanno fatto alla Diaz.
    Mi basta, per sapere da che parte stare.
    Grazie per il tuo post.

  2. Carlo…nessuno ha dimenticato quei momenti terribili che hanno scandito la tua vita…quella dei tuoi cari….ma anche di quelli che non ti conoscevano,ma che hanno sentito fortissimamente l’ingiustizia.Ciaooooooooo

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