Antiautoritarismo, Autodeterminazione, Critica femminista, Satira

La maternità è una scelta. La maniera di viversela invece no…

Quando si dice che la maternità è una scelta il punto è che dovrebbe essere chiaro che anche la maniera di viversela dovrebbe essere tale. Invece, perfino chi sostiene l’autodeterminazione delle donne quando si parla di maternità, finisce per immaginare che ci sia un’unica maniera di viverla, raccontarla, realizzarla.

Perciò sulle imposizioni del materno se ne possono dire tante. Io vi segnalo il post di LaRosaViola che sta vivendo una gravidanza oggi tentando di scansare ogni obbligo normativo e ogni donna che vuoi o non vuoi deve dirti cosa sarebbe meglio per te. Poi, a parte ribadire l’anarchia e il rifiuto dello status di beddamatresantissima, vorrei fare un lieto remember su quanto apprezzi la solidarietà delle madri.

Quando ero incinta una disse che “u disìu” (la voglia) era rischioso e che dovevo per forza mangiare l’aglio crudo. Non feci in tempo a dire che consideravo si trattasse di sciocchezze che mi ritrovai il pezzo d’aglio tra i denti in tutta la sua fragrante schifosità.

Una mi proibì la visione di un film horror perché “u picciriddu si scanta” (il bambino ha paura!) e se ‘u picciriddu si scanta e si scanta pure la madre viene il latte acido e il figlio nasce scemo. Questo era l’assunto di massima. Inutile dire che a parte il fatto che gli horror non mi spaventano e anzi mi divertono c’è tutta una letteratura scientifica a dimostrare che tutti quei concetti sono emerite minchiate (scusate la palermitanite acuta che mi viene al solo pensiero).

Una fece un giochino con un pendolo e, considerando la pancia a punta e tutta una serie di altri elementi paranormali non richiesti che la aspirante preveggente mise spontaneamente al mio servizio, concluse che di maschio doveva trattarsi. Considerando che tale previsione fu offerta immaginando di fare un favore al pater familias, il quale non era un contadino con campi da arare e in attesa di altre braccia pronte all’uso, considerando che si affibbiava una etichetta di genere ad una creatura che manco si sapeva cosa avrebbe scelto di essere da grande, che l’ecografia ci aveva già raccontato un’altra verità a proposito del suo sesso biologico, diciamo che alla fine mi ritrovai con questa signora che mi spogliò in un negozio, osservò morbosamente la pancia, fece oscillare una catenina e fu soddisfatta solo quando la medaglietta si attaccò alla mia pelle. Sicché la celebrazione della presunta futura nascita del “maschio” coinvolse tutta la clientela della putìa e la cosa di cui sono più contenta è il fatto che ho un aneddoto fantastico per fare ridere mi@ figli@ tutte le volte che ce n’è bisogno.

Dalle mie parti si usava poi fare la gita fuoriporta al cimitero per il giorno dei morti. Io e il mio pancione dovevamo accompagnare una parente. Non era riuscita a manifestare cordoglio nei confronti di un’altra parente che aveva subito una perdita e così disse “dai… andiamo che così troviamo tutti e possiamo fare le condoglianze e già che ci siamo portiamo i fiori alla nonna…“. E certamente, il cordoglio non aspetta deroghe. Io stavo bene. Il medico aveva consigliato di passeggiare. L’aria sotto i cipressi era buona e di osservare quel momento tradizionale avevo voglia. Non avevo tenuto in considerazione la mia pancia. Dunque arrivai. Alla donna incinta, che si reca al cimitero, si riserva la postazione meno defilata di tutte. Nel giro di due secondi mi ritrovai seduta ai piedi della lapide, con tutti quanti attorno, mi@ figli@ venne celebrat@ quasi che fosse la reincarnazione del defunto, mentre io, giusto conoscendo il defunto, facevo gli scongiuri perché non avvenisse. Smollammo la postazione solo quando finsi (oh come sono utili le gravidanze in quel caso…) un lieve malore e dunque saluti e baci e via più veloci della luce.

Poi si diceva che fare sesso durante la gravidanza avrebbe fatto male al feto. Chi ha messo in giro questa voce non solo non ha tenuto conto del fatto che la mia libido di donna incinta, ormoni permettendo, fu straordinariamente incline a fare cose molto porche, ma doveva essere stata una signora dal partner avente un membro in grado di raggiungere la bocca dell’utero, superare le tube del falloppio e farsi un giro anche tra gli intestini per portare i suoi saluti. Che dire: io non ho mai avuto il piacere o il dispiacere di tanta invasività uterina. Dunque si può dire che ho ampiamente fruito di quel che avevo a disposizione ché anzi, per quel che mi riguarda, fu un ottimo contributo alla causa in senso terapeutico.

Infine il parto, con immensa dose di regalini e colori sessuati dappertutto. C’avevo tutto rosa. Confetti rosa, nastro e fiocco rosa, copertina rosa, miseria rosa, bestemmie rosa, accidenti-al-mondo rosa e solo quando riuscii a comprare qualcosa di mia scelta pur senza aver ancora avuto accesso alle culture anarco-queer davvero non so come ma la mia scelta fu per una tutina fucsia/viola/lilla/azzurra.

Da qualche parte devo averlo già raccontato ma l’ulteriore aneddoto riguarda i buchi sulle orecchie della creatura. Mi rifiutai di farla pungere sadicamente e inutilmente per renderla riconoscibile a chi aveva l’esigenza di separare i sessi. Facessero uno sforzo in più. E lì, purtroppo, però non ero tanto consapevole come lo sono ora e l’attribuzione di genere, con relativi ruoli imposti, l’ho infine imposta per altri versi anch’io. Decostruire sovrastrutture culturali è una cosa complicata. Non si è mai troppo grandi quando si resta incinte, mi dicevo, e in ogni caso, spero, che nell’analisi di quel che è stato venga fuori un punto chiaro: si può certo crescere in mondi in cui su di te ricuciono stereotipi, ma liberartene e liberarti dei ruoli conseguenti, può certo dipendere dai colori o dalle tradizioni che rivisiti ma quel che conta più di tutto, senza integralismi e in senso molto laico, è l’approccio critico a qualunque imposizione normativa…

Non so che ne pensate. Dite la vostra. 🙂

14 pensieri su “La maternità è una scelta. La maniera di viversela invece no…”

  1. la questione del sesso è allucinante! Sempre premettendo che ognuna fa quello che vuole, conosco una donna che non l’ha data al compagno per 12 mesi! :O

        1. vabbè. non sforiamo nel curtigghio (pettegolezzo). avrà i suoi buoni motivi. ci sono donne che devono stare in assoluto riposo e certe volte i medici fanno un pochino di terrorismo psicologico. o se hai una gravidanza a rischio ogni prudenza ha, immagino, una ragione. io non volevo sfottere quelle che hanno dei seri problemi ma ovviamente prendermi la libertà di mettere in discussione un semplice pregiudizio che ha una radice generalizzata in senso culturale prima che in termini medici.

            1. boh. fatti suoi. anzi fatti loro. 🙂

              ho conosciuto una ragazza che aveva un problema di odori. gli ormoni le avevano stravolto l’olfatto e l’odore del suo partner non le piaceva per niente. lui, un mio amico, era andato in crisi ma dopo il parto è tornato tutto come prima. a me ‘sta cosa degli odori, per esempio, mi capita negli ultimi anni durante il periodo delle mestruazioni ma mi si amplificano senza stravolgersi. cioé: se l’odore mi piace poi non cambia niente. 😀
              siamo diverse, appunto.

  2. Mah…siamo diverse ma penso anche che alcune ce l’hanno d’oro, scusate la franchezza ma non si possono sentire certe cose! Escludendo quelle che per carità hanno avuto seri problemi di minacce d’aborto, tutte le altre, ormoni o no, odori o no, dovrebbero mettersi nella zucca che la gravidanza non è una malattia invalidante e soprattutto per quanto riguarda il sesso.Io fossi stato nel marito dell’amica di larosaviola mi sarei cercato una alternativa..non sono ‘pro’ tradimenti anzi, tutt’altro, ma perchè costringere una persona che mi ama e mi desidera (cosa che dovrei fare anche io magari) a privarsi di un buono e sano amore (o sesso come volete questoèun’altroargomento) ?? capitolo a parte sarebbe da aprire di tutte le sciocchezze che alcune donne incinte si inventano, vuoi per ignoranza, vuoi per sentito dire proprio nei 9 mesi fatidici, ci sarebbe da scriverne un libro!

    1. non è una malattia e nello stesso tempo non è uno stato di grazia. 😀 Io, pur continuando ad essere attiva ( visto che non sono malata ) voglio avere il diritto di dichiarare che per me è una rottura di balle in attesa del momento più felice della mia vita 😀

  3. Io ricordo poco del periodo della gravidanza, anche perché è passata molta acqua, da sotto il Ponte Vecchio. I miei figli hanno 22 e 24 anni. Ricordo molto bene il sesso durante la gravidanza, forse è una questione di ormoni, ma ne ero assetata e perversa, come non lo sono stata mai.. il mio compagno di allora non ne poteva più…. Dopo il parto no, sono stata mesi che il sesso era una cosa molto lontana da me.. e questo è capitato tutte e due le volte…

  4. mio figlio ha portato per mesi la tutina imbottita rosa riciclata dalla sorella. Sarà per questo che ora è un ragazzone gentile ben visto da tutte le persone di “genere” femminile? Beh, per quanto mi riguarda ognuna per quanto possibile deve fare solo ciò che si sente di fare, come in qualunque altra situazione.

  5. Se faccio il secondo figlio sono preparata a scansare con una mossa judo quelle che hanno la mano più veloce dell’occhio per toccare la pancia. Ho notato che alcune alzavano la manina ma poi si trattenevano, ho molto apprezzato, mentre una è riuscita a toccarmi dicendo “POSSO?” solamente dopo averlo fatto, aggiungendo un terribile “PORTA FORTUNA!” facendomi sentire la gobba della canzone. Per inciso, è la stessa donna che ha aspettato che fossi prossima ai 9 mesi per raccontarmi il suo parto splatter con valutazioni poco simpatiche (oddio, si capisce che sono ancora incazzata? 😎 Comunque, a parte questa mentecatta, confrontandomi con coetanee mi pare che in generale mi hanno risparmiata abbastanza, non mi hanno spogliata nei negozi né mi hanno ficcato l’aglio in bocca. Sarà la leggendaria riservatezza friulana, ma devo dire anche dopo, quando qualche estranea/o pretende di accarezzare o addirittura baciare mia figlia, arriva sempre qualcuna/o con un po’ più di sale in zucca a dire “ma cosa vuoi che ti baci che sei vecchia/o”

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