Contributi Critici, Critica femminista

La mia esperienza dentro Snoq

Un intervento di Thehighpeak, che era intervenuta a commento del mio duro post sul tema, a proposito della sua esperienza dentro uno dei comitati di Se Non Ora Quando. Lei opera una distinzione tra gruppo dirigente e gruppi territoriali, cosa della quale io sono perfettamente consapevole, poi pone dei quesiti e apre una discussione che val la pena sicuramente di fare. Nel merito e su contenuti e pratiche che si possono portare avanti. Un grazie a lei e buona lettura a voi!

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Seguo il consiglio di Abbatto i Muri dopo questo post e cerco di raccontare la mia esperienza in SNOQ. E a dirla tutta per me è stata una bella esperienza! Si è fatto un gran parlare di SNOQ rischiando credo a volte di confondere la “dirigenza” con le persone che ci mettono passione e esperienza sul territorio. Queste persone non sono un gruppo omologato, ma hanno le loro idee contrastanti, discutono, si confrontano e portano contenuti e attenzione in luoghi dove altrimenti verrebbero ignorati.

Per me SNOQ è stato una splendida occasione di incontrare donne e uomini interessati, appassionati e interessanti. E’ stato occasione di confronto e dibattito, e ha offerto la possibilità di introdurre a chi mai si era avvicinato ai femminismi e riprendere, per chi già lottava, temi difficili in un territorio per molti versi carente. Perché credo che questa sia la forza maggiore di SNOQ: l’essersi sviluppato in maniera territoriale, con i vari comitati che fanno azioni a volte indipendenti, a volte coordinate, ma sempre legate alle esigenze del posto in cui sono. E si battono per essere riconosciute al di là delle etichette. E allora ti puoi incazzare perché da Roma ti appiccicano addosso dei nomi che non vuoi, perché sponsorizzano partiti che non ti rappresentano, perché decidono senza consultazione e non rispondono quando chiedi spiegazioni, o lo fanno in modo superficiale. Ed è quello che ho visto spesso accadere: la sana incazzatura per l’uso che si fa dei tanti volti che compongono questo movimento.

Perché proprio di questo si tratta: movimento. Ogni comitato territoriale ha la sua identità e all’interno dello stesso si trovano sensibilità diverse che a volte è un casino mettere d’accordo, come è giusto che sia. E quando si vuole far credere che le persone che lo compongono siano un unico corpo omogeneo si fa qualcosa di davvero stronzo. E purtroppo quel qualcosa spesso è il CP a farlo, dando poca voce alle diversità e dettando la linea.  Linea in cui io non mi riconosco, dall’assenza di un discorso sul sex work ad un approccio troppo “borghese” ai problemi. E poi questa rappresentazione della donna, sempre santa o puttana, vittima o carnefice, meglio in quanto donna e quando per caso si incontra una donna veramente ma veramente stronza, allora è perché ha interiorizzato i tratti maschili perché nemmeno più la libertà di essere odiose possiamo permetterci e le (conseguenti) tendenze a voler coprire le donne quasi il loro corpo mostrato consensualmente e in piena autonomia fosse di per sé un insulto… Questo modo di vedere è diffuso un po’ ovunque e l’ho trovato tanto in SNOQ, è vero, e credo che dipenda molto da un retaggio ed un’educazione religiosa. Quando poi diventa messaggio veicolato a “tutto media” allora si merita tutte le cazziate che gli vengono sul piano politico.

Mi rendo conto che sia un processo estremamente contraddittorio in cui alcun* accettano, nonostante le critiche, la rappresentazione di un ristretto gruppo dirigenziale, ma da un lato c’è una spinta al cambiamento e delle rivendicazioni in cui la maggior parte si riconoscono, dall’altro la completa indipendenza di alcuni gruppi territoriali che forse usano il brand per portare avanti battaglie che altrimenti non avrebbero voce, o ne avrebbero molta meno. Il punto è che se anche non mi riconosco sotto la bandiera SNOQ stimo profondamente le persone che sotto quella bandiera ho incontrato, con il loro pensiero e la loro unicità e magari in disaccordo anche loro, ma SNOQ ha offerto una possibilità e dire che si potrebbe creare qualcosa di diverso non è così semplice nella pratica, soprattutto in certi territori. Ho visto queste persone metterci l’anima e, al di là delle posizioni contrastanti, c’è un’onestà intellettuale che rispetto profondamente.

Un’ultima cosa relativamente all’indipendenza dei gruppi territoriali: non si può paragonare SNOQ, con tutti i suoi difetti, ad altri Movimenti, tipo il M5S, perché qui non c’è chi ti butta fuori, non ci sono ostracismi , non c’è un guru, ma ho anzi trovato grande accettazione e disponibilità all’ascolto e al confronto.

Non ho nessuna soluzione per risolvere la contraddizione, se non la sana e onesta critica politica che è doverosa e che deve agire anche sull’immaginario collettivo. Penso però anche che il confronto con quelle individualità che fanno movimento potrebbe far nascere qualcosa di piacevolmente esplosivo e allora perché qualche volta non provarci?

5 pensieri su “La mia esperienza dentro Snoq”

  1. risolvere la contraddizione è molto, molto semplice: si cambia il gruppo dirigente (se si può, e se non si può ci si chieda perchè non si può e in che tipo di gruppo non si possono/non si riescono a cambiare i gruppi dirgenti…) oppure si esce da snoq.
    restare in snoq, sfruttare l’etichetta non condividendone la linea “dirigenziale” senza avere come priorità il cambiarla, non solo è ipocrita, ma è controproducente per le battaglie portate avanti con un’etichetta che non corrisponde allo spirito di chi le porta avanti, e crea solo confusione.
    la logica per cui esiste ancora snoq è la stessa logica per cui esiste ancora il PD, nel quale c’è tutto e il contrario di tutto, senza distinzioni, una contraddizione che esiste solo per mantenere se stessa e depotenziare qualnque battaglia che abbia ragione di essere portata avanti da chi incarna la contraddizione non dirigenziale.
    non c’è realmente alcuna ragione perchè la contraddizione debba essere mantenuta.
    nw.genova

    1. In realtà Rita credo, senza mai essermi avvicinata molto alle logiche del gruppo dirigente, che sia impossibile cambiarlo perchè è strutturato come un Comitato che propone e poi sta a te decidere se andargli dietro o no. Certo è quasi impossibile uscire dalla logica del CP perchè la promuove ovunque, su tutti i media. Per assurdo, la poca strutturazione di SNOQ rende più difficile decapitarlo.
      Capisco il tuo ragionamento e lo condivido, ma credo in alcuni casi, e ripeto, soprattutto nel territorio dove sono stata io, che il brand abbia aiutato più che distruggere. Quando parlavo della difficoltà di creare qualcosa parlavo di territori “depressi” (anche se è un termine che non mi piace) dove SNOQ ha permesso di creare un discorso.
      Poi chiariamoci, penso che la stragrande maggioranza delle persone concordino di base con i principi messi in campo dal movimento, io che sto cercando di analizzarli e non mi rappresentano, non frequento più un comitato da che mi sono trasferita a Genova. Però continuerei a frequentare volentieri il comitato in cui ero prima di trasferirmi, perchè lì pur con posizioni differenti, nel suo piccolo, non era tutto e il contrario di tutto: aveva una linea, molto chiara, si dichiarava e si dichiara antifascista e antirazzista, collabora con i centri sociali ed è inserito nel tessuto politico locale.
      Poi ripeto, per la contraddizione non ho soluzioni, ho quella mia personale di non frequentare più il Movimento, ma questo non cambia di una virgola la stima che provo per il lavoro delle persone che ci ho trovato dentro

  2. Ero anche io in un gruppo Snoq. Ne sono uscita quasi 1 anni fa per varie ragioni, sia locali che soprattutto nazionali. Il limite politico a livello nazionale è stato, e mi pare che continui ad essere, l’aver schiacciato tutta la proposta politica sulla rappresentanza. Il famoso 50/50 che, se non riempito con contenuti del movimento delle donne nei suoi lunghi e fertili anni di lotta ed elaborazione di per sè non solo è inutile, ma è anche controproducente. Complimenti ai comitati territoriali che autonomamente sono riusciti a discutere e a lavorare su altri contenuti e ad avere anche un peso politico nelle realtà locali.Tutto ciò nella mia città non è accaduto.

    1. Buongiorno Gianna! Sì è vero, ho notato anche io l’appiattimento totale sulla questione dalla rappresentanza, e a volte solo quella. Io non posso testimoniare per altre realtà se non quella che ho vissuto io.. Sono certa che in altri posti la situazione sia ben differente (a Genova, dove mi sono trasferita da poco, mi pare ad esempio che non esista molto altro se non “femminicidio” e “50/50”)

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