FinchéMorteNonViSepari

Lasciami vivere, per favore!

Succede. Che non puoi avermi e mi punisci. A tutte le ore, tutti i giorni, momenti, secondi, attimi. Succede. Che non mi puoi baciare e mi punisci. Non puoi toccarmi e mi punisci. Non puoi parlarmi e mi punisci.

Il desiderio non può prevaricare la volontà altrui. Qualunque relazione è consensuale. Se non puoi essere con me, per me, sarai contro di me. In definitiva non mi lasci vivere. In definitiva mi fai male. Succede.

Puoi anche essere la persona migliore del mondo, puoi essere più o meno intelligente, più o meno ricco, povero, bianco, nero, in qualunque latitudine o longitudine, se io non sto con te tu mi punisci. Sai che è così, che dietro ogni azione c’è l’imposizione di volerti, amarti e desiderarti. C’è che mi vuoi perché io non ti voglio e se anche ti volessi sono certa che di me ti importerebbe poco, forse. Succede.

E’ che mi chiedo sempre come posso fare a non ferire le persone con la mia invadenza, il fiato sul collo, la perfidia, ferite gratuite, e per quanto io me lo chieda e faccia attenzione a non ferire nessun@ un altr@ ha una ferita aperta, ché la mia stessa esistenza diventa un’offesa, e diventa perfid@, pessim@, con me. Succede.

Essere oggetto dei desideri altrui se non sono ricambiati obbliga a sottrarsi. Per non ferire e non essere feriti/e. Perché sono soggetto e non oggetto. Perché io scelgo per me e non impongo. Perché voglio disinnescare, salvarmi e salvarti, ché altrimenti io finisco all’obitorio e tu in galera. Perché ho la responsabilità di staccare se non te la assumi tu. Perché ho imparato, è un meccanismo che riconosco, e so che devo fare così per non trascinare tutto giù, in un precipizio dal quale poi è impossibile o più difficile risollevarsi.

Perché lo so che la mia scelta a te sembra terribile ma è la mia scelta e ne ho diritto. Perché ho dei limiti, profondi, umani, e non so gestire il desiderio altrui così intrusivo e sofferto, non so gestire e non ho la presunzione di cambiare nessuno. Perché se io tentennassi, se non fossi decisa, se non fossi chiara, ti farei del male e ne farei a me stess@. Succede.

Ché è buio, il cielo scuro, qualcun@ ride, e siamo soli, adesso, ciascun@ per proprio conto, a diventare pelle imbiancata per scriverci sopra altre vite e altre storie.

Lo so che soffri. Ma la tua sofferenza è profondamente egoista perché mi chiedi di aver cura, di guarirti, di esserci senza volerlo per far bene a te. Oggetto e non soggetto. E da lì in poi si susseguono sensi di colpa e accuse e bugie e dolore, dolore, dolore, e pianto e solitudine e carne e viscere che sono tutte lì a far da contorno all’abbandono.

Se non sei mia ti distruggo. Se non sei mia ti punisco. Succede. Ché l’unico modo che intravedi per guarirti è la mia morte, simbolica, virtuale, sociale, reale, comunque morte. Perché per te io sono cura, sono psicofarmaco, sono la colla che tiene assieme tutte le tue cellule, la vita dove non c’è vita, l’indipendenza dove c’è dipendenza, la libertà dove quel che mi viene concesso è schiavitù. E deve piacermi. La schiavitù. La schiavitù consensuale. Ossimoro dell’ossimoro.

L’autodeterminazione delle persone non piace molto in generale e se diventa una offesa per chi la vive come un rifiuto si dirà di te che sei “razza nemica”. Succede.

Giuro, ti capisco, non ho mai creduto ai mostri, so che è cultura, mentalità, ma ora devo andare. Io devo andare. Lasciami andare.

Uccidimi piano, per favore. Non fare di me una martire. E perdonami se preferisco morire libera da soggetto autodeterminato invece che vivere come oggetto delle scelte e dei desideri altrui. Succede.

Se posso osare, se posso dirti, se posso volerti ancora bene e stimarti e capirti, vorrei, senza che ti sembri stupido o insensato, vorrei… per favore… chiederti… potresti lasciarmi vivere? Almeno un altro po’. Tempo che finisco due o tre cose che ho in sospeso. Solo un po’… Un po’. Succede.

NB: Marina è un personaggio di pura invenzione. Ogni riferimento a fatti, cose e persone è puramente casuale. Nel suo about dice “Vorrei parlare di violenze nella coppia, nelle relazioni, e tentare di riflettere insieme a voi su una cosa che troppo spesso vedo trattare in modo assai banale.

10 pensieri su “Lasciami vivere, per favore!”

  1. C’è un meccanismo nella violenza psicologica di chi vampirizza l’energia vitale della sua vittima. E’ una cosa difficile di cui rendersi conto. Si comincia con “piccoli rimproveri, frasi anonime ma sprezzanti, colme di sottintesi che feriscono, avviliscono, perfino violenti, ed è la ripetizione costante di queste azioni che rende l’aggressione evidente (come diceva M.F. Hirigoyen). Poi avviene un incidente di percorso che scatena la crisi che spinge l’aggressore ad un livello successivo: di regola, è la presa di coscienza della vittima, e i suoi soprassalti di rivolta, che scateneranno il procedimento di messa a morte: in quanto può esserci reale messa a morte psichica, in cui l’aggressore non esiterà ad adoperare tutti i mezzi per pervenire al suo fine: distruggere la sua preda.”
    A me è successo esattamente questo e dalla morte psicologica, che non viene rintracciata facilmente, è difficile riaversi, difficile recuperare serenità, difficile tornare a vivere. Ho dovuto combattere per difendermi da una persona narcisista che mi manipolava e che se mi lamentavo diceva che ero pazza. Ho attraversato depressione e ho dovuto fare una lunga terapia. Anni rubati, per quel che mi riguarda. Anni che nessuno mi restituirà mai più. Però ho lottato e ce l’ho fatta: sono viva.

    Scusa lo sfogo. Grazie per questo post.

  2. Belle le donne che sanno donarsi, belli anche gli uomini che sanno donarsi. senza remore e patemi, un po invidio certe persone che fanno della promisquità una regolarità. Comunque uio sono stato rifiutato nell’ amicizia proprio per non essere ferito. Ti giuro che girano i castelli delle fate e anche i maghi merlino. Alle volte fa girare il cazzo il fatto che una ti vieti anche il solo poter sognare un qualcosa…o no? Che poi alle volte alcuni siano opprimenti questo è un altro paio di maniche, ma a titolo personale, girano le palle sentirsi dire ” non voglio farti stare male perchè non te lo meriteresti”. Ma persino i desideri volete bloccarci? E’ ovvio che uno si incazza, sinceramente mi sembra una censura preventiva. Poi c’è il rispetto, ma se io rispetto la tua volontà tu devi rispettare il mio incazzo che non dovrà essere violento e persecutorio, ma qualcosa dovrà pur essere o resta solo l’ autolesionismo?

    1. resta solo l’autolesionismo. capire se l’incazzo rimane un fatto privato e magari aiuta a voltare pagina oppure rafforza la trappola.

      1. catastrofici. perciò la scelta sta tra le lesioni alle ex e l’autolesionismo? e crescere, invece? non sarebbe meglio senza lesioni a nessuno? perché così sembrerebbe una scelta obbligata e mi pare un ragionamento alquanto distorto. giusto un pochino giustificativo dalla parte di chi non accetta l’abbandono. rimettersi in discussione aiuta, seriamente. e se non ci si fa da soli/e si chiede aiuto come ha fatto Jenny per superare la sua sofferenza. Se tutti/e noi dovessimo usare le altre persone come cavie per superare frustrazioni e delusioni il mondo sarebbe pieno di cadaveri. La strada è un’altra. Quella del rispetto per le scelte e della consensualità. Dove non c’è consensualità non ci può essere relazione. Mai.

  3. l’autolesionismo è una condizione, non una scelta, e certo c’entra con il crescere, ma così sembra molto “normante”, questo crescere. mi pare che già nel chiamarlo autolesionismo c’è una certa consapevolezza che le cose non devono andare per forza così.

  4. va bene allora la prossima volta dirò che anch’io ho avuto bisogno di uno psicoterapeuta e che quanta ragione hai e tutte ste robe. Uno cerca anche di guardare le cose sotto altri aspetti, altrimenti è troppo facile, come sparare sulla croce rossa. Uno scrive di voler essere lasciato in pace da non si sa bene chi o come visto che è una storia inventata e io dovrei dargli ragione a prescindere senza un minimo di antitesi logica? Ho solamente cercato di porla dall’ altro lato e metterla come l’ avevo vissuta io. Poi per il crescere mi piacciono tantissimo le persone che devono sempre crescere…evidentemente non sono ancora grandi abbastanza.( alla berluska) E’ ovvio che si deve cercare di crescere, ma è altrettanto ovvio che siamo esseri umani e le nostre piccolezze sono importanti quanto le nostre “grandezze”…per il nostro percorso e forse anche per quello degli altri. Che palle! Non ho detto che uno deve prendere e perseguitare un ex o quant’ altro. Quando mai l’ ho scritto?
    Parlavo di altre cose, sinceramente . Parlo di desideri e dell’ imbarazzo di molti di noi a sentirsi desiderati da chi non sentiamo in linea con noi. Parlo dell’ incapacità di apprezzare anche chi si propone e noi non accettiamo, forse perchè non siamo talmente grandi da poter “COMPRENDERE” anche altri nel nostro amore che per quanto mi riguarda da quello che è letto sembra più una pretesa egoista che altro.
    Quando si leggono questi post inventati, peraltro ben scritti e ficcanti, ognuno li filtra attrevarso il proprio vissuto. Mi sembra ovvio che io ci ho letto quello che mi riguarda. Non sono mai stato perseguiitato, personalmente, ma ho avuto delle passioni( chiamiamole così) in gioventù che mi hanno portato a fare cose di cui mi sono vergognato. Penso sia normale o forse voi vi siete sempre comportati in maniera completamente corretta perfetta con il partner? Tutti degli angeli! Vabbeh io penso che per crescere bisogna fare anche tanti sbagli( si spera il meno possibile). E allora…perchè ho la sensazione di essere “accerchiato” in questo blog formato rodeo? Ma uno non può starci male? Non si può continuare a sperare anche dopo che effettivamente una storia è finità che possa ripartire…perchè per alcuni di voi gli altri devono sognare quello che volete? Non ho parlato di persecuzioni, ma di generosità. Parlo di persone che hanno i loro problemi e che passano la vita ad incassare rifiuti e che attraverseranno questo mondo senza magari vivere una stagione d’amore come si deve. Ce ne sono tante e sinceramente mi dispiace. Persone che non escono di casa perchè sentono di non essere amabili. Che poi dell’ amore in più possa fargli bene o sposti solo l’ asticella dei loro problemi un po più in là io non lo so, ma so che alla fin fine c’è gente che gestisce i rapporti interpersonali con brillantezza e ci sono tante persone che ne vivono un dramma…Alle volte penso che un bacio potrebbe risolvergli la vita ma sono romanticherie…meglio dire che il sesso è mio e me lo gestisco io, si risolvono molti problemi e a culo tutto il resto.
    Se poi mi si parla della situazione in india o paesi simili allora ovvio che ti dirò che la donna va tutelata con il massimo del riguardo, ma visto che siamo qui e dal racconto non si evince il grado di danno creato dallo stalker,ma solamente la richiesta di una persona di non sentirsi desiderata come oggetto. Allora pensiamo di desiderarla come soggetto, ma qui la soggettualità sembra denotarsi solamente dalla possibilità di essere lasciata in pace. Quindi non si può desiderare una persona come oggetto( corpo?), ma è impossibile desiderarla come soggetto in quanto appena si trasforma in soggetto svanisce…quasi come il bosone di Higgs. E io mi metto, nel racconto, nei panni di “sto sfigato” che non riesce a darsi pace, perchè che cazzo la tipa “gli piace”, ma non gliela dà mai e anzi gli chiede di lasciarla vivere e di non farsi più vedere. Io me lo immagino che se ne torni a casa triste triste e non che si incazzi e vada a bruciargli la casa. Ma di base mi sta simpatico più lui che il soggetto della storia e parteggio per lui sperando che un giorno possa avere anche lui un po di amore ricambiato.

    1. se una persona, di qualunque sesso, non vuole avere a che fare con un altr@ la generosità non c’entra niente. non si subisce lo stalking per generosità. e se ti identifichi con un lui che se ne torna a casa triste prova ad empatizzare con una lei che è stanca di subire i ricatti emotivi di una persona che non ama più o di cui subisce la presenza. fai finta che sei tu a subire da parte di una donna questo atteggiamento. e poi ridimmi.

    2. zani, io vivo nel rifiuto, per questo ti ho detto che resta solo l’autolesionismo. Senza l’incazzo e senza fare ricatti emotivi. prendi tristezza e porti a casa, sparisci anche per non addossare la tua tristezza. c’è chi la vive meglio e chi peggio, ma appunto non c’è molto da fare se non riuscire a passare ad altro. e c’è un evidente disagio psicologico immagino in questo farsi male solitario e innocuo per gli altri. però dirsi “poverin* non cambia molto.

    3. “sperando che un giorno possa avere anche lui un po di amore ricambiato.”

      lo spero anch’io, e so anche che è possibile (ma non succede sempre) tornare insieme dopo una rottura, a volte c’è un ritorno di fiamma ma so anche che è necessario capire che se non ti vuole non ti vuole e non si può continuare a correre dietro con chi ci rifiuta in maniera non equivoca..non si può per il suo bene e anche per il nostro

  5. ognuno risponde attraverso il proprio vissuto. C’è chi parla di stalking dentro le mura, chi di rifiuto ante rapporto e chi altro ancora…carina sta storia.

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