Comunicazione, Critica femminista

Spot Tim: giammai andare a vivere coi “maschi”!

Chi non ha visto questa pubblicità? Intendo la serie completa che fa da cornice a questa promozione Tim. C’è la famiglia “normale” che fa cose “normali” con una figlia “normale” e bla bla bla. Lui che tiene le redini della famiglia, brav’uomo, tiene a posto casa e giardino, lei che è una bella signora del nord est che trova le offerte migliori per risparmiare, infine c’è la figliola che ha da andare all’università e per ricavare sintonia con le tante famiglie che stanno più o meno nelle stesse condizioni o anche peggio il padre dice che non può pagare affitto e spese del trasferimento della figlia altrove. Così continua la telenovela. Lei va a fare un lavoro estivo coi bambini, la vedi canticchiare e trasportare palloncini manco fosse Mary Poppins o la tata dei monti svizzeri, riesce a beccare l’unico lavoro contrattualizzato, immagino, sulla faccia della terra, che le consente in pochissimo tempo di mettere assieme risorse per affittare la casa e trasferirsi, alla faccia delle tante studentesse che fanno camerierato a non finire, senza avere comunque modo di spuntarla e certamente senza avere l’energia per stare a canticchiare in spiaggia, e siamo arrivate al punto in cui si colloca con altre studentesse.

La pubblicità non è “cattiva” – dice Arianna che me la segnala – ma il messaggio “l’ho trovato strisciante”!

In effetti lo spot presenta questa brava ragazza, di difficili costumi, fare una selezione delle case in cui andare. Mica sulla base del prezzo, che è anche plausibile, ma sulla base degli altri eventuali coinquilini. I maschi li scarta a priori, solo in quanto maschi, perché una brava ragazza seria di questi tempi non va a vivere coi “maschi”. Si becca invece l’autoapartheid e va a vivere con quattro fanciulle tutte normalmente bone, tanto per segnare ancora una differenza, in cui l’unico maschio ammesso è un cane, tra l’altro pieno di gratitudine perché salvato dalla strada.

Immagino che in questo college per educande i fidanzati non siano ammessi, che si prevedono serenate e arrampicate di “Romeo” rimettendo in scena passaggi Shakespeariani che includono memorie storiche di cittadinanza veneta, che poi è la stessa della brava ragazza protagonista degli spot.

Insomma è tutto giusto, perfetto, con una morale di fondo tradizionalmente cattolica, dove se metti anche i raduni delle Papa Girls e dei Papa Boys c’è veramente tutto.

E’ ovvio che questo tipo di pubblicità non incorrerà mai nelle sanzioni dello Iap. Ma a voi davvero piace?

16 pensieri su “Spot Tim: giammai andare a vivere coi “maschi”!”

  1. devo dire che dopo anni di convivenze con gente di ogni sesso l’interpretazione automatica della scelta della ragazza nello spot è “casa con solo maschi= casa sporca in cui sarò l’unica a pulire”. Che se vuoi è un problema, ma diverso da quello che vedi tu.

  2. Non avevo visto la serie completa, ma il buonismo ipocrita da pubblicità progresso del cane che viene dall’autostrada l’avevo notato con un certo fastidio; non che salvare un cane sia una cosa brutta, ma ho sempre un po’ l’impressione, quando vedo queste cose, che vengano messe lì per dire: ecco, ti ho messo pure la robina impegnata, non sei contenta? Toh, fido, guarda che bell’osso.

  3. E’ come quei dolci di plastica da pochi soldi che trovi negli hardiscount…stomachevole! Sessismo, ma non solo non c’è niente che slverei di questa novella famiglia da mulino bianco.

  4. Io quest’anno ho fatto una fatica immane a trovare una camera doppia per me e il mio ragazzo: gli appartamenti misti erano pochissimi (e tutti ovviamente pienissimi), negli appartamenti solo maschili abbiamo fatto bene, come ho scoperto in seguito, a non andare, e in quelli femminili “No, se c’è un ragazzo no, lei può venire ma lui fuori”. Ma cribbio, manco si fosse parlato di portare in casa un serial killer.

  5. che spot di merda. che altro c’è da dire… io sarei andata a conoscere i 4 maschi..sperando fossero un po meno deficienti di queste 4 cretine.. un buonismo rivoltante.

    1. Sono pienamente d’accordo con te Ingrid , soprattutto nel cercare di conoscere i 4 maschi; in fondo, ho sempre aspirato a fare la suora in un convento di frati!

  6. my two cents:
    1. visto che il cane si chiama mosé e la tizia capisce subito il riferimento biblico, propenderei per a versione suoristica. la prossima puntata potrebbe essere recita del rosario seguita da lotta coi cuscini.
    2. con l’artificio delle coinquiline sono riusciti a reintrodurre almeno un paio di gnocchette. è la patonza surrettizia. come dire che lorella zanardo fa pace con l’italiano medio.

  7. Io, quando cambio città e devo cercare una stanza, scarto tutti gli annunci “solo donne”, “cercasi coinquilinA” e via dicendo: lo trovo offensivo nei confronti di tutti gli uomini che sono persone educate e pulite. E comunque, quando vedo un appartamento metto sempre in chiaro sin da subito che sono una persona con una vita, anche sessuale, e che se pago 500 euro al mese per una stanza, in quei 15mq devo avere il diritto di portarci chi mi pare. Come nel caso di Ale, le opzioni sono molte meno, ma almeno vivo serena. Ah, e con i coinquilini maschi che ho avuto ho instaurato rapporti altrettanto buoni – se non addirittura migliori – che con altre coinquiline.

  8. perfettamente d’accordo con voi..continuano i pregiudizi o meglio i preconcetti da quattro soldi..e devo ammettere che da fuori sede storica anche a me mi ha fatto storcere il naso il pezzo in cui snobba i ragazzi..per esperienza personale io ho vissuto un paio di volte in appartamenti misti (ragazzi che noi abbiamo scelto, al pari di un esponente femminile, in seguito ad una minima conoscenza, seppur alle volte sbagliata, e ragazzi che a loro volta ci hanno scelto perché eravamo tranquille e pulite!!)e sono state le migliori convivenze in assoluto
    però c’è sempre l’eccezione che conferma la regola: quando ero in cerca di una stanza (per la 41 volta!) ho trovato una casa di 4 ragazzi che quando hanno sentito che la stanza era per me mi hanno detto che le donne nn erano gradite ahhhhhh (suppongo quindi, che conrariamente a quanto si pensa, ci sono, oltre a ragazze/monache anche ragazzi bigotti!!!)
    e per la storia del sesso, o di eventuali ospiti, anita…nn ne parliamo proprio quello che le femminucce erano in grado di fare e dire ahhahaha

  9. Comunque riferimento biblico o no …. giammaì è Noè quello delle acque e non Mosè. Mi sa che quelli della Tim dovrebbero essere un poco più accorti.

    1. La storia è raccontata in Esodo 2,1-10. In particolare,

      Esodo 2,10: Quando il bambino fu cresciuto, lo portò dalla figlia del faraone; egli fu per lei come un figlio ed ella lo chiamò Mosè; «perché», disse: «io l’ho tirato fuori dalle acque».

  10. Non ho capito cosa avete contro questi spot: 1° Non vanno bene i genitori finti, ogni imbecille sa che sono due attori italiani. 2° Che è da moralista non andare a vivere con 4 ragazzi: io ho visto sia la casa di uomini universitari che di femmine, non c’è paragone, gl’uomini avevano la biancheria sporca anche sul tavolo dove mangiavano stavano mangiando la pizza……………..3° Il cane salvato dall’autostrada, non ci sarebbe cosa più bella, invece dell’indifferenza generale. 4° Con cosa ha letto la bibbia, con i piedi………..!!!!!!!!!!! Mosè fu salvato dalle acque lo sanno anche i bimbi………..!!!!!!! Personalmente, trovo gli spot Chiara Galiaz uno più bello dell’altro, era ora che ci fossero dei spot cosi e non dei spot che fanno schifo e sono senza significato.

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