Da FaS:
Rubo, da Antispecismo.net e chiedo: quanti stereotipi sessisti sono contenuti, a parte che nel titolo, in tutto questo testo e nel libro? E la cosa ancora più grave è che di tutto ciò sono convinte anche certe femministe le quali immaginano donne angeliche e tutte vittimizzabili e uomini violenti per natura. Come è possibile che sia così complicato per uomini e donne capire che il concetto di “natura” sia una trappola bella e buona che porta solo ad autoritarismi e generalizzazioni da una parte e dall’altra?
Io che conosco uomini che non farebbero mai male ad una mosca e donne che di mosche ne sterminano tante con qualunque mezzo necessario, davvero non riesco a concepire come alla fine maschilismi e certi femminismi – entrambi intrappolati in schemi dicotomici che riguardano solo donne/uomini, senza tenere conto degli altri generi – siano in grado di incontrarsi così tanto e in fondo essere perfettamente coincidenti. In ogni caso, ecco, buona lettura!
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Maschi: uccidere è naturale!
Segnaliamo alcuni brani tratti da A. Biavardi, Sbuccia il maschio, Mondadori, Milano 2002. Andrea Biavardi è stato il primo direttore dell’edizione italiana di “Men’s Health”, lanciata nel 2000.
Crediamo non ci sia bisogno di alcun commento… [1]
“Combatti la natura e ti rovinerai. […]
Gli uomini sono aggressivi e hanno il senso della gerarchia. Le donne sono invece protettive e collaborative. E’ così che la natura ci ha voluti, e sapeva cosa stava facendo. […]
Uccidere scarafaggi e mosche è un piacere per noi maschi. E’ una forma di sopraffazione dell’uomo sull’animale. Quindi non una deviazione mentale, ma un istinto primordiale sano. Sanissimo. E’ l’istinto naturale della caccia, contro la quale è in atto una crociata planetaria. Che solo la diminuzione dei boschi e l’avanzare del cemento possono in parte giustificare. E’ la gratificazione di avere avuto la meglio su una preda. Una sensazione molto piacevole. Fai fuori quella piccola bestia schifosa e hai la certezza che non tornerà mai più a infastidirti. […]
Le fantasie che stai facendo ora sulla collega d’ufficio dipendono dal testosterone. Se hai questi picchi ormonali ogni quindici-venti minuti, è normale che anche i tuoi pensieri sessuali aumentino. Quindi la prossima volta che metti una mano sul sedere alla tua collega, saprai come risponderle: “Ho le mie cose”. In caso di denuncia per molestie puoi sempre invocare l’infermità ormonale. […]
Ora non dovrai cercare assurde motivazioni al tuo essere maschio – non uno stronzo, ma semplicemente diverso dalle donne. Ecco che cosa vuol dire il piacere di essere uomo. Sono così e me ne vanto. Liberatorio. Ammettilo”.
(A. Biavardi, Sbuccia il maschio, Mondadori, Milano 2002, pp. 27, 166, 167, 177, 112, 210).
[1] Un’analisi di questi ed altri brani significativi del libro è contenuta in: S. Bellassai, L’invenzione della virilità. Politica e immaginario maschile nell’Italia contemporanea, Carocci, Roma 2011, pp. 149-150.
A. Biavardi ha una mente molto molto limitata.
A me dà molto fastidio anche uccidere gli insetti, figuriamoci sparare ad un cervo per “divertimento”.
Ho solo un dubbio: le parole che ha scritto sono talmente stupide da non sembrare vere. Non è che le ha scritte per attirare l’attenzione?
Questo signore fa quello che (purtroppo!) fanno in tanti: chiacchiere da bar spacciandosi per antropologo o psicologo. La crudeltà verso gli animali è uno standard sadico abbastanza tipico dei bambini, io non sono psicologo ma so che c’è della letteratura sull’argomento; e chiunque sa che anche le bambine schiacciano insetti e torturano gli animali. Rivendicare la “naturalità” di certi comportamenti è semplicemente una forma di propaganda fascisteggiante che oggi è assai diffusa, roba tipo “la guerra e i conflitti sono naturali”. La domanda che va urlata è: che fine hanno fatto cento e più anni di cultura psicoanalitica, antropologica, sociologica? possibile che si debba andare avanti con queste improvvisazioni deliranti? (scusate ma tra queste ci metto anche i luoghi comuni della Littizzetto, roba da Sandra Mondaini truccata da femminismo caricaturale). La verità è triste e preoccupante: si considera centrale la questione dell’identità di genere così come quella culturale; forse perché mai siamo stati così tanti sul pianeta Terra e, quindi, i mediocri chiacchieroni sentono il bisogno di “compattare le fila” e creare delle false generalizzazioni. Se poi qualche bomba atomica sfoltirà un po’ le fila… loro saranno contenti. Noi diciamo di no e coniughiamo il verbo RESISTERE.
Terrificante e anche parecchio offensivo.
Perché certo, un uomo è giustificato a fare queste stronzate perché hey, è un uomo con degli istinti, non è diverso da un qualsiasi animale.
Questo tizio è una vergogna.
Per essere definito UOMO, qualcosa di umano che ti distingua da una bestia ce lo dovrai avere, no?