MenoePausa

L’amore al tempo di facebook

Treno. Aggiorno lo stato del mio profilo facebook. La bellezza è uno stato mentale e io mi sento bellissima. Ho un ricciolo che vaga sperduto e mi scivola sull’occhio sinistro. Rosso su azzurro/verde a seconda di come cambia il tempo.

Ultimi giorni di libertà per allontanarmi da quello che per ora non mi serve. Poi comincerò a lavorare. Fine settimana al bar con la mia amica e da lunedì alla Onlus, ancora assieme a lei.

Sono seduta accanto al finestrino. Mi torna in mente una conversazione avuta con una mia amica. Io che le rivelavo tutta la mia debolezza.

Avevo consegnato ad un tale l’ultimo grammo del mio orgoglio. L’ho atteso per giorni solo per dirgli che avrei voluto mi desiderasse almeno un po’. Che non sempre capita di essere corrisposte. E lì bisogna analizzare quanto ci appassioniamo a quelli che non ci filano e quanto meno a quelli che invece farebbero follie per noi. In ogni caso bisogna che io prenda appunti: sono bravissima a massacrarmi l’ego e il trucco sta nel non negarsi la possibilità di essere deboli. Dissimulare funziona poco se alla fine non resti in contatto con te stessa. Non perdi lui, lei, gli altri. Perdi te stessa e vorrei non perdermi, non mancarmi, non ritrovarmi un giorno a non riuscire più a parlare con me stessa per paura di mentirmi, ancora.

Sono belle le chiacchiere tra amiche, mentre ci riveliamo che l’amore al tempo di facebook è fatto di segnali, indizi. Lui scrive una parola sulla bacheca, poi pubblica il video di una canzone e pensiamo che tutto sia rivolto a noi e presunzione a parte continuiamo in questa sfida lanciando altri indizi, talvolta delle provocazioni, quando basterebbe semplicemente dire le cose come stanno.

Ed è così che va, alla fine, che quando parli ti senti più leggera. Ebbene si, faccio il monitoraggio delle tue pubblicazioni, seguo i tuoi cambiamenti di status e poi mi faccio venire una crisi esistenziale se ti vedo scambiare con una sconosciuta due parole sull’ultima stronzata detta dal politico tal dei tali.

L’amore al tempo di facebook: ma tu, chatti con un’altra? E davvero ci si pone il problema e si resta attaccati a quell’attrezzo che induce alla sorveglianza di chiunque non abbia a cuore la propria privacy e dato che siamo tutte sovraesposte allora senti dell’amica che va a guardare le foto dell’altra, lei, quella che ha scambiato due parole con l’amato.

E siccome facebook non ti toglie solo il diritto alla privacy, che tutti vogliono vedere le tue fotografie, non basta che ti spogli raccontandoti, che se mi guardi bene mi vedi da vicino più di quanto ti possa consentire una fotografia, allora bisogna darsi dei limiti. Non spiare mai i profili altrui. Non immaginare che il mondo giri attorno a noi perché ogni parola potrebbe scatenare un inferno e quello che normalmente viene vissuto con maggiore serenità potrebbe diventare una ossessione.

L’amore al tempo di facebook alimenta la patologia, l’atteggiamento compulsivo, morboso, al limite dello stalking, diventa una prigione mentale e questo non va bene. Allora gliel’ho detto, perché mi piace essere libera e non avere dipendenze neppure con questo mezzo, vorrei che ci parlassimo in modo diretto, che so, un caffè? magari per telefono? sono mezzi un po’ retrò ma diamine esistono ancora e in ogni caso dato che non difettiamo di assenza di parole possiamo usare quelle, magari non limitando il nostro vocabolario ad un paio di sillabe, che io possa dirti ciò che sento, vorrei sapere se mi vuoi oppure no perché capisco che il mezzo si presta all’ambiguità ma noi siamo persone intelligenti e possiamo dominarlo questo mezzo, possiamo farne uso ma non lasciarci usare, condizionare, al punto da cambiare perfino il modo in cui ci relazioniamo l’un l’altra.

Gliel’ho detto e lui mi ha risposto che gli spiace e non mi vuole. Allora incasso, mi emoziono, gioco con un ricciolo e poi rido. Ma cosa sto facendo?

Mi voglio bene e tanto e mi perdono. Guardo le mie fragilità e penso che devo qualcosa a me stessa. Mi concedo due giorni di amore diverso. Sto bene. Vivo bene. Mi piaccio. Faccio sesso che va una meraviglia. Non ho problemi se non quelli economici e ho voglia di discutere di me senza vergognarmi di essere quella che sono.

Ho una testa, due occhi, due labbra, un corpo, due mani, mi sento bene, sto bene. E mi hanno appena detto che somiglio alla Mannoia. Cosa voglio di più? 🙂

NB: Antonella, Meno&Pausa, è un personaggio di pura invenzione. Il suo about dice che si tratta di una donna precaria post quarantenne e in pre-menopausa. Ha le caldane e cerca ventilatori, anche umani. Ogni riferimento a fatti, cose e persone è puramente casuale. 

4 pensieri su “L’amore al tempo di facebook”

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