MenoePausa

Sesso a nascondino

Il sesso alla mia età è un gioco a nascondino. C’è una mia amica che non si fa mettere le mani sul seno fin quando non c’è sufficiente intimità. Non è perché non ne abbia voglia. E’ che ha il push up e quando lo toglie la tetta crolla giù.

Poi c’è quell’altra che si piazza a letto esattamente come fosse in spiaggia. A pancia all’aria che altrimenti, sul davanti, il mondo penzola. Supine a gambe aperte e si ha la sensazione di essere più lievi perché quello che avanza pare vada verso il basso.

C’è ancora quella che a momenti usa la mutanda con la fessura sul davanti, ché non se la vuol togliere per via di quella cicatrice assurda che risale all’ultimo intervento chirurgico.

A me quando capita, invece, non so per quale motivo, viene bene.

Che me ne frega se la tetta non è perfettamente soda o se mi porto dietro cicatrici che mi fanno persona con una storia, una vita, e non è che posso rinunciarci. Non ci penso neppure lontanamente. Che m’importa se ho le smagliature e la cellulite sulla coscia. Che m’importa se non ho l’addome da palestra. Avessi avuto il tempo avrei anche pensato agli addominali ma le vite di tutte hanno alti e bassi e qualche volta perfino troppi carboidrati.

Il sesso non c’entra niente con l’aspetto. Si chiama chimica e si chiama semmai agilità, che fa comodo se l’altra persona è pigra o se piuttosto ha tanta fantasia.

La pelle, sempre quella, ti parla senza dirtelo. L’odore è un’altra cosa e poi c’è l’umore. Se stai bene tutto andrà bene. Se ti senti a tuo agio sarà perfetto. Ma se non ti accetti o ti senti giudicata allora è una tortura.

Io ne ho incontrati di uomini che non hanno nessun problema a ragionare di corpi e sensi con una donna della mia età. Ma li colpisce l’agio, il modo in cui ti relazioni al tuo corpo. Non ti temono e non accettano giustamente la responsabilità di dover farti sentire meglio mostrandoti di te un’immagine migliore rispetto a come tu vedi te stessa. E’ un problema tuo. Lo stesso vale per loro.

Chi tra voi vorrebbe stare tutto il tempo a rassicurarli o a sentirsi dire che lì no, là nemmeno, laggiù non si tocca e non mi giro per non farti vedere questo e quello che mi mette a disagio? A me darebbe fastidio. Io sono io. Non ti delego le mie incertezze e i miei complessi. Il percorso di accettazione dei cambiamenti che vive il mio corpo è roba mia. Non riguarda altri che me.

La faccenda estetica, quella con la quale ci bombardano tutto il tempo, è fatta per convincere noi di non essere all’altezza. Di non valere niente. Di essere da rottamare. Ma è forse da rottamare la nostra vita? I nostri pensieri? Le nostre labbra e il nostro odore e la nostra pelle e le sensazioni che proviamo e il piacere e quegli orgasmi, dimmi, quelli lì, sono da rottamare?

Io ne ho provati di perfetti, sempre più consapevoli, e mi piacciono anche di più, sebbene vivo in un mondo che vorrebbe farmi diventare invisibile, mentre tutto dice che devo stare di qua o di là. O troppo giovane o troppo vecchia e invece sono semplicemente io, adulta, consapevole, intera, perfetta.

Credetemi, non serve il push up, non serve la mutanda che nasconde le cicatrici, non serve che vi nascondiate al mondo perché siete meravigliose così. Siamo bellissime così.

Pensarsi belle, piacersi, è la condizione essenziale per non accontentarsi della prima persona che vi degna di attenzione. Siamo belle, possiamo scegliere. Senza guardare con estrema gratitudine il temerario che rinuncia alla chiappa soda per immolarsi per chissà quale causa. Perché esistono quelli che lasciano intatti i propri desideri e li svincolano dai modelli dominanti dai quali sono tartassati tutti i giorni. Esistono e non dobbiamo ringraziarli ché non ci stanno facendo un favore.

Anche oggi, per me, il sesso è una cosa reciproca. E’ uno scambio, un desiderio che corrisponde, non è una prova di machismo, non è una dimostrazione di virilità temeraria, non è un regalo a nessuno perché siamo in grado di procurarci orgasmi intensi e non ci mancano certo le opportunità.

Smettiamo, davvero, di guardarci con gli occhi intossicati dalle riviste patinate che non sanno fare a meno delle lolite bambine servite su un piatto d’argento ad una società maschilista.

Cominciamo a guardarci con i nostri di occhi, e smettiamo di essere noi per prime carne di scarto o merce per alimentare il business della chirurgia estetica o della cosmesi.

Togliete la mutanda, disponetevi allegramente sul letto a gambe all’aria, prendete uno specchio e guardatevi. Vedete qualcosa di strano? Sta sempre lì? La mia c’è sempre e funziona perfettamente.

Quando avrete familiarizzato con voi stesse sarete le prime a guardarvi con maggiore tenerezza, che è quella che ci manca, di sicuro. Siamo vive, splendide e in grado di godere di piaceri che vorrebbero negarci. Non facciamo un torto a noi stesse. Non diamogli ragione.

Mani, pelle, respiro… cose belle che non fanno rumore. E’ il nostro tempo. Io non me lo farò rubare da nessuno!

NB: Antonella, Meno&Pausa, è un personaggio di pura invenzione. Il suo about dice che si tratta di una donna precaria post quarantenne e in pre-menopausa. Ha le caldane e cerca ventilatori, anche umani. Ogni riferimento a fatti, cose e persone è puramente casuale. 

4 pensieri su “Sesso a nascondino”

  1. Brava, sottoscrivo tutto! però c’è una tua frase che mi interessa particolarmente. Tu dici: “La faccenda estetica, quella con la quale ci bombardano tutto il tempo, è fatta per convincere noi di non essere all’altezza”. Beh, io credo che tutto il “culto della perfezione” che sembra circondarci non sia una sorta di idealizzazione della donna e della sessualità, una creazione di miti irraggiungibili. A me sembra, piuttosto, una specie di sterilizzazione, un modo per dipingere i corpi in modo asessuato, quasi per far dimenticare l’aura di fantasia, odore, le mille imperfezioni dell’intimità: insomma, un po’ come le Barbie che sono femmine vestite ma misteriosamente asessuate e di plastica… laggiù. Una volta chiesi a una ragazza: “Tu ci giocavi con la Barbie?” e lei: “No, preferivo le torte di fango”. Devo dire che in quanto a femminilità la differenza si vedeva e parecchio!

  2. Grazie. Grazie, grazie, grazie. Erano parole di cui avevo tanto bisogno. A 27 anni, vivo ancora con l’acne sulla schiena che non se ne vuole andare in nessun modo. Da qualche settimana, sono paralizzata dalla proposta di un amico conosciuto da poco, di andare al mare insieme. So che quando mi vedrà in costume resterà perlomeno sconcertato, ma mi rendo anche conto che quello non è neppure il problema più grosso. La vera sfida sarà non cercare consolazione e rassicurazioni in lui o negli altri, ma sentirmi libera, serena e divertita in prima persona. Volermi bene ogni giorno, nonostante una pelle lontanissima dalla perfezione. Per cui, di nuovo, grazie, perché anche queste parole sono un’altra spinta in questa direzione.

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