Antiautoritarismo, Autodeterminazione, Critica femminista, Femministese, R-Esistenze, Violenza

Cara Lea Melandri, la responsabilità degli orrori del mondo è di tutt*

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Mi spiace che alla fine Lea Melandri abbia ceduto a una lettura che non va oltre l’attribuzione di meriti o demeriti ad una dualità di esseri umani. Gli uomini violenti, le donne vittime. Senza vie di mezzo e concludendo che comunque la pensiate è andata così. Sempre così. Dal carattere maschile deriverebbero tutti i mali del mondo e a nulla vale ricordare che se le donne avessero occupato eguali posizioni, potere, avrebbero commesso eguali quantità di crimini.

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Antiautoritarismo, Autodeterminazione, Precarietà, R-Esistenze, Violenza, Welfare

Maria B., cassintegrata suicida, e le persone uccise dalla precarietà

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Maria Baratto, 47 anni, cassintegrata della Fiat di Nola, morta suicida, ritrovata a casa dopo quattro giorni, di lei si scrivono cose idiote tipo “dramma della solitudine” e grossi quotidiani, che usano i cadaveri di donne in prima pagina solo quando c’è da fare la vittimizzazione di un intero genere per fornire una passerella elettorale a quant* su quei corpi invece speculano, a lei non dedicano che poche righe. Scrive Tommaso Pirozzi, operaio Fiat in quel luogo di massacro contrattuale che fu Pomigliano:

Ieri sera una nostra collega Fiat‬ di Pomigliano‬ è stata trovata morta dalle forze dell’ordine allertati dai vicini per cattivi odori che provenivano dall’abitazione di Maria B.

Maria era un’amica oltre che collega di lavoro, insieme ad altri 316 lavoratori fummo deportati a Nola e discriminati dalla Fiat per questioni puramente politiche e ideologiche.
L’unica nostra colpa è stata di aver preteso sempre il rispetto dei nostri diritti.
Quest’amica insieme a tutti noi è stata collocata in Cig da circa 6 anni e mai richiamata al lavoro neppure per brevi periodi, tale discriminazione non solo ti colpisce economicamente, visto il salario dimezzato, ma ti distrugge nell’intimo, nel tuo Io, ti annienta e ti rende inutile nei confronti di una società basata sempre più sull’egoismo e arrivismo.
Oggi dobbiamo dire basta a questi omicidi di massa, si perché purtroppo già altri colleghi si sono tolti la vita a causa di ciò.
Qui vi sono delle responsabilità non solo dell’azienda ma di tutti coloro che pur sapendo non fanno nulla per fermare queste discriminazioni.
La Politica, i sindacati sono complici di questo massacro,
salutiamo una collega di lavoro che non è riuscita a resistere a questo continuo massacro psicologico, salutiamola con rispetto e con dolore, ma proprio per lei dobbiamo continuare ad imporci affinché  proprio nessun’altro possa commettere quest’azione mostruosa, per lei e per tutti noi dobbiamo pretendere il reintegro di tutti i lavoratori a Pomigliano. Ciao amica, che la terra ti sia lieve….

BASTA COL CIMITERO!
BISOGNA DENUNCIARE I RESPONSABILI DI QUESTI OMICIDI PER ISTIGAZIONE AL SUICIDIO!

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Precarietà, Storie, Welfare

Serafina

Serafina si sveglia e porta il bimbo a scuola. Poi si accomoda a fare la fila al centro per l’impiego. Lì le dicono di compilare un modulo e di cercarsi qualche annuncio nella postazione online. Lei dice: ma io  ho il computer dentro casa. Avessi voluto quello, non serviva venire qui. Le dicono che c’è a breve un corso di formazione per l’imprenditoria. Non c’ho un euro, dice lei. Ma alla funzionaria non importa. L’unica cosa che sanno fare è dirle di indebitarsi per trovare un altro lavoro.

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FinchéMorteNonViSepari

La narrazione autoritaria sulla violenza sulle donne

La narrazione sulla violenza sulle donne è autoritaria. E’ finalizzata alla repressione e non a trovare modalità di disinnesco. Individua peraltro solo una attrice degli eventi o meglio attribuisce ruoli a tutti gli attori e le attrici in maniera rigida e senza che ciascuno abbia possibilità di raccontarsi autonomamente.

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FinchéMorteNonViSepari

Il senso pratico e lo Stato che non c’è

Continuo da qui.

Stavolta separarmi fu più complicato. Ero da sola e fu mia madre che bussò all’alba ben due giorni dopo. Le urla, il vicinato, qualcuno glielo aveva detto. “Se non torni a casa non posso aiutarti” e posò un sacco della spesa sopra il tavolo. “Tuo padre non sa niente e quando lo saprà vorrà sapere perché non sei venuta a casa…“. Mi sorprendeva sempre quella donna. Un perfetto ufficiale in seconda con l’intenzione di far marciare la truppa dritto fino alla meta.

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FinchéMorteNonViSepari

La lenta costruzione di una autonomia

Di nascita ero una vita poco autonoma. Quasi per niente. A malapena respiravo senza aiuto. Da lì in poi è stato tutto un distinguere tra dipendenze vere, presunte, indotte, imposte per potere e controllo sulla mia vita.

Lottare per liberarsi dalle dipendenze non è una opzione. E’ un obbligo. Ed è una lotta che dura tutta la vita, senza un attimo di pausa. Poi c’è chi si accomoda sulle dipendenze, ne fa addirittura un motivo di rivendicazione e chi invece le dipendenze non le tollera, proprio come me.

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FinchéMorteNonViSepari

Quando sei vittima di una estorsione

Questa è la prima storia di una serie che sarà dedicata alla violenza o alla morte sociale. L’intento è sempre quello di individuare soluzioni preventive.

Il trillo del telefono la riempie di terrore. Solo all’inizio perché poi la paura passa. I creditori sono peggio delle sanguisughe. Dei veri stalkers. Ti inseguono dappertutto e ti intimidiscono. “Vedrà che le succede…” uno le dice. E lei “E cosa può succedermi? Che mi togliete quello che non ho? Mandatemi in galera e così almeno ho un letto sicuro.

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FinchéMorteNonViSepari

Il disoccupato

Conosco una coppia. Lei fa i turni di pulizia negli uffici grandi del viale in fondo alla città. Lui è un operaio che fa carico e scarico merci. Succede che un giorno lui perde il lavoro. Esubero, riduzione personale, cose così. Allora va da lei e dice che non serve a niente. Lottare non serve proprio a niente. Lei tiene in mano uno strofinaccio asciutto. Lo mette dentro il secchio. Toglie i guanti da lavoro e se lo abbraccia.

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