Un bel testo che è un grido di lotta che condividiamo. QUI il pezzo in lingua originale. Traduzione di Alessandro Furino. Condiviso da Non Collettivo Queer. Buona lettura!
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“In primo luogo vogliamo chiarire che non veniamo a giustificarci di niente poiché siamo putt@nə liberə e felici e non dobbiamo spiegazioni a nessuno. Non ci pentiamo di essere quel che siamo, non chiediamo perdono né permesso, non lasciamo né le nostre vite né le nostre pratiche alla mercè di giudizi né pregiudizi patriarcali.
Il sex work è consentito in gran parte del Messico ma ogni Stato ha regole diverse e talvolta poco chiare, che portano i/le lavoratori/trici ad operare spesso all’interno di vuoti legislativi.
Lo fanno perché è sesso. Lo fanno perché è conveniente. Lo fanno perché è veloce. Lo fanno perché non crea problemi. O almeno, finché non ti pizzicano.
Per fermare la tratta si deve legalizzare il lavoro sessuale
Per me, essere una vittima di tratta, può non essere lo stesso che per te. Io non mi considero una vittima. Fui vittimizzata? Sì, assolutamente sì. Ma non voglio che sia parte della mia identità.
Nel 2004 avevo 18 anni e da poco mi ero trasferita nella parte alta del quartiere ovest di New York. Durante gli anni del liceo partecipai ad un programma per il quale dovevo seguire delle lezioni all’università. Questo comportò che cercassi un lavoro – in nero e probabilmente non molto legale – come cameriera, che mi occupava dalle quaranta alle cinquanta ore alla settimana. Risparmiai a sufficienza per trasferirmi a New York senza averlo previsto – senza famiglia, amici o altro – subito dopo la fine del liceo.
Articolo in lingua inglese QUI. Traduzione di Antonella. Buona lettura!
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Volete la verità sui processi per traffico di esseri umani a New York? Chiedete a un* sex worker
Di Mike Ludwig, Truthout (truth-out.org)
Il modello processuale per la prostituzione nello stato di New York che tratta gli imputati come “vittime del traffico di esseri umani” bisognosi dei servizi sociali sta prendendo piede, ma i/le sex workers asseriscono che la narrativa sul traffico di esseri umani si basa su una visione limitata e inattendibile del commercio del sesso che invece dovrebbe essere depenalizzata completamente.
E’ una lunga intervista a Meg, ex vittima di tratta. E’ divisa in due parti anche se qui la pubblicherò per intero. E’ lunga ma veramente interessante. Spero che interessi anche a voi. Grazie a Antonella per traduzione. Trovate le versioni in lingua originale QUI (prima parte) e QUI (seconda parte). Buona lettura!
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“Sono sopravvissuta alla tratta e questo è ciò che ho da dire agli attivisti cristiani”
di Benjamin L. Corey
Come forse molt* di voi sanno, la tratta di esseri umani è uno dei problemi che più mi appassionano, e ho avuto occasione di studiarlo dettagliatamente per molti anni, negli Stati Uniti e in India, come parte della mia ricerca di dottorato. Questa mia ricerca è stata in gran parte una fenomenologia dei modi di assistenza alle vittime coinvolte nella tratta, e sarà ora inserita nella mia tesi dal titolo provvisorio ‘Tutto Bene? Una Teologia dello Shalom (Pace) nell’Assistenza alle Vittime di Tratta’.
E’ una inchiesta approfondita, scritta da una giornalista, scrittrice, che si è già occupata di questioni di genere, sulle organizzazioni anti-tratta di alcuni Paesi degli Stati Uniti. Lucro, menzogne, cifre approssimative in eccesso e mille dubbi sulla gestione dell’industria del salvataggio che porta avanti un business sulla pelle delle donne sono descritte in questo lungo ma prezioso articolo pubblicato su Truth-Out.org. Grazie Ad Antonella per la memorabile traduzione. Buona lettura!
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Rapporto speciale: soldi e bugie nelle ONG dell’anti-trafficking.
La paladina statunitense (seppure caduta in disgrazia) dell’anti-trafficking, Somaly Mam, sta ottenendo un lento ma regolare ritorno alla gloria dopo che la storia di copertina del settimanale Newsweek del Maggio 2014 la portò all’estromissione dalla fondazione cambogiana che reca il suo nome. Le accuse nell’articolo non erano nuove: erano state riportate e dettagliate in piccole dosi per anni. La rivista si limitò a sottolineare il fatto che la narrazione personale della Mam in qualità di sopravvissuta del sex trafficking (e storie simili che venivano fuori sia da assistite che dallo staff della ONG da lei fondata per soccorrere le vittime del trafficking) erano spesso non verificabili, quando non addirittura palesi menzogne.
Parliamo di questo. Traduzione in sintesi da Paolo. Dalla pagina del Comitato in difesa dei diritti delle prostitute. Premetto che per abolizionismo si intende quella corrente di pensiero che vorrebbe abolire la prostituzione e che si serve di una propaganda che vittimizza tutte le prostitute negando che vi siano persone che si prostituiscono per scelta e dunque delegittimando qualunque richiesta e rivendicazione di diritti di chi chiede che la prostituzione sia regolarizzata e legalizzata.