Questa è la storia di una donna che amava molto quello che faceva, aveva degli ideali e voleva perseguirli e fare qualcosa di buono per progettare il futuro collettivo. Spinta da questi ideali si unì ad un gruppo politico che sembrava avere tutti i presupposti per favorirne la realizzazione. Un gruppo che si definiva di sinistra, con l’ausilio di ex cattodemocristiani poi diventati molto altro e persi nella dimensione dei cambiamenti di simboli e bandiere. La sinistra non era un terreno meno misogino della destra e quando si impose di inserire nelle liste nomi di donne queste erano favorite solo se economicamente indipendenti, ricche, o se mogli di funzionari di partito. Le altre diventavano gregarie, alle quali veniva assegnato il compito di curare una sezione donne che generalmente significava cura, dedizione familiare, maternità.
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#Firenze – Sessismo nei movimenti: Il patriarcato è sistemico.
A proposito di sessismo nei movimenti e negli spazi politici condivisi volevo condividere questo post di Filo Sottile che trovo perfetto per l’occasione.
#SorellaIoTiCredo
Buona lettura!
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Oggi era previsto che io partissi alla volta di Firenze per poter partecipare al Festival della letteratura sociale organizzato da Polveriera. Ero felice di esibirmi – il mio primo spettacolo dopo sette mesi di pausa forzata – ed ero felice di riabbracciare persone care che lo avrebbero attraversato.
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Quell’uomo molesto non è il gradino rotto che io dovrò evitare
Il gradino mancante – The missing stair
Liberamente tradotto e adattato da Reisa
Articolo originale
http://pervocracy.blogspot.com/2012/06/missing-stair.html
Sei mai stato/a in una casa in cui c’era qualcosa di clamorosamente sbagliato? Qualcosa di enormemente pericoloso, scomodo e contro ogni sicurezza, ma tutte le persone vivono lì da molto tempo e ci si sono abituate? « Oh sì, quasi dimenticavo di dirti che sulla scala poco illuminata e senza ringhiere c’è un gradino traballante ma è ok perché basta che ci ricordiamo di saltarlo »
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Sessismo in spazi militanti: lo stupro rimosso!

* attenzione questo testo parla di stupro e violenza psicologica
Lei scrive:
Continua a leggere “Sessismo in spazi militanti: lo stupro rimosso!”Il fascismo contro cui le donne combattono ogni giorno
Lei scrive:
Dovevo capirlo subito che era un violento. Così mi disse la mia amica. Ci siamo conosciuti in Radio. La prima volta che mi vide mi bloccò in un angolo mentre mettevo un brano nel bel mezzo della mia trasmissione pomeridiana. Andavo lì per divertirmi e fare qualcosa che mi piaceva. Coniugare musica e politica era una mia passione e io ancora andavo al liceo. Aveva un modo di fare che voleva essere seduttivo ma suonava scortese e molto invadente. Lo dissi all’assemblea e pretesi che si mettesse all’ordine del giorno il fatto che in Radio non potevano avvenire episodi di molestia sessuale. Il capo della banda gli diede un buffetto e disse che non avrebbe dovuto ma tutto finì tra gomitate e sorrisini. In ogni caso avevo posto la questione e pensavo che le compagne in questo mi avrebbero sostenuto, ma erano solo due e per lo più facevano da spalla al capo. Erano lì perché lui era un bonazzo e poi parlava così bene alle assemblee. E io che pensavo di poter costruire sorellanze. Mi fu solidale un’altra persona, un tizio che ogni tanto passava per spararsi una canna e poi per scroccare un po’ di musica gratis. Nulla di sbagliato, per carità. Era un compagno attivo e un po’ devo dire mi piaceva.
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#SessismoNeiMovimenti: il mio ex violento e i/le compagn* complici
Lei scrive:
Non è facile per me iniziare a parlare di queste cose dopo tutto questo tempo. So che le persone interessate si riconosceranno e non potranno più fare finta di non sapere. Senza dubbio la cosa può essere utile, anzi essenziale. Tanti si chiederanno perché ho aspettato tutto questo tempo, altri si chiederanno perché non l’ho fatto all’epoca. Stanno per avere risposte.
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Una lettera aperta “Anche decidere di fare sesso con qualcuno è un atto politico. E può essere reazionario, patriarcale, oppressivo”
Una compagna chiede che questa lettera sia pubblicata. Buona lettura!
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Ormai più di un anno fa, in Umbria, mi sono ritrovata in un rapporto sessuale in un momento in cui ero completamente sbronza. Solo dopo mesi e mesi di inferno sono riuscita a riconoscere quell’episodio per quello che era: una violenza sessuale. Si è trattato di uno stupro molto vischioso da riconoscere perché perpetuato da un compagno anarchico che conoscevo da 16 anni, con il quale avevo condiviso affetti, lotte, fiducia ma soprattutto un progetto politico.
#Catania – Storia di Lucy, vittima di violenze inflitte da “compagni”
Ringraziamo le compagne catanesi per aver diffuso questa storia e solidarizzando con Lucy vorremmo dare alle sue rivendicazioni tutta la visibilità che possiamo. Noi siamo con te. E’ per specificare chiariamo che la molestia sessuale, lo stalking, lo stupro, sono azioni oppressive e dunque fasciste. Altro che compagni.
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Non Una di Meno – Catania accoglie e rilancia la denuncia di Lucy (pseudonimo), una compagna che frequenta un centro sociale catanese, intenzionata a sollevare la questione delle molestie sessuali negli spazi politici e di aggregazione sociale. Da femministe sappiamo che, anche nella nostra città, le aree di sinistra e di movimento sono attraversate dalle stesse logiche eteropatriacali che pervadono l’intera società. Anche nei luoghi predisposti dagli uomini per la nostra emancipazione politica rischiamo di essere messe di fronte al ricatto: accettare la nostra subalternità o farci silenziosamente da parte.
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#metoo: se anche i compagni di lotta sminuiscono le violenze
Lei scrive:
Ci sono stati i #metoo – tanti, non tutti probabilmente. Qualcun* l’ha postato per denunciare una violenza subita, qualche altr* senza credere che possa servire più di tanto. Qualcun* per dire che ci sono tanti modi di abusare e che tutti sono parte di un problema sistemico che ci rende oggetti, da possedere e su cui rivendicare diritti di proprietà.
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Scopro me stessa, la mia libertà, la mia sessualità. E tu “compagno” perciò mi tratti senza rispetto!
Lei scrive:
Cara eretica, per me e per tante (e spero tanti) la pagina di Abbatto i Muri è una boccata d’ossigeno e di libertà.
#SessismoNelMovimento: Confessioni di un’antifascista poco convinta
Lei scrive:
Cara Eretica,
ti scrivo in forma Anonima e così vorrei restare, non sono neanche sicura di voler vedere questa lettera pubblicata, ma sono giorni che non riesco a smettere di pensare a Claudia e al documento delle quattro crepe.
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#SessismoNeiMovimenti: io l’infame e lui il povero compagno in difficoltà!
Lei scrive:
“Tempo fa ho divulgato uno messaggio per denunciare quello che mi era successo. Diverse sono state le reazioni per aver fatto circolare questo scritto nei vari spazi del movimento della mia città: molti si sono dimostrati fortemente solidali, altri hanno preferito l’accoglienza ad un povero compagno in difficoltà, altri non hanno gradito l’aver resa pubblica questa storia e altri ancora non mi salutano considerandomi un’infame. Ma in generale il clima di biasimo nei suoi confronti fa sì che non si faccia vedere più molto in giro e comunque non si è più assolutamente palesato con me. Io, “una scombinata”, ho fatto cadere nel fango l’effimera immagine di compagno integerrimo che si era costruito.
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Comunicato della Federazione Anarchica Milanese sui fatti di Parma
Riceviamo e volentieri condividiamo, dalla Federazione Anarchica Milanese:
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#Parma: combattere il fascismo qualunque maschera indossi
Vi giriamo un documento scritto da compagne e compagni di Padova sui fatti di Parma. Buona lettura!
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Quanto successo a Parma è ormai di dominio comune nel movimento e questo documento non vuole essere un ennesimo riassunto dei fatti: l’intento è socializzare la nostra posizione, provare ad analizzare le cause di quanto è accaduto e chiederci come impedire che succeda ancora.
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Stupri e sessismo nei movimenti: comunicato di Queers of Chaos
Riceviamo e vi giriamo questo comunicato. Buona lettura!
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Quando c’è molto rumore, il silenzio stride più di una grande confusione.
Perché parlarne, e se ne sta parlando molto? Perché questo bisogno continuo di parlare di stupro?
È difficile giustificare questo mettere parole sopra parole, con il rischio di parlarci addosso, con la paura di perdere il punto della questione. Perché è importante parlare di stupro? E com’è importante parlarne, con quali obiettivi in mente?
Da queste domande è cominciata, per noi, l’analisi del percorso che abbiamo vissuto come collettivo. Ci siamo trovate sole ad affrontare cose enormi e tristi, spesso cinte da muri di merda. È stato tanto facile sapere quale posizione prendere, quanto difficile trovarsi a difenderla. Perché allora ora, che è evidente una presa di posizione collettiva condivisa, continua a essere importante parlarne?Continua a leggere “Stupri e sessismo nei movimenti: comunicato di Queers of Chaos”