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#Firenze: per il Liceo Castelnuovo sarei aggressiva e mancante di argomenti

In questo periodo di preparazione degli eventi di Non Una di Meno e dello sciopero globale cui hanno aderito 40 paesi nel mondo si stanno realizzando diverse iniziative in moltissimi spazi tra i quali le scuole, le università, i liceo. Ho partecipato, per parlare di cyberbullismo e violenza di genere, a diversi incontri e alcune scuole superiori fiorentine mi hanno ospitata volentieri, con una relazione costruttiva con le studentesse e gli studenti e con alcune fantastiche insegnanti. Tempo fa mi arriva un invito da* alunn* del Liceo Castelnuovo e avevo dato la mia disponibilità ad andare. Mi chiedevano di parlare di violenza di genere e parlarne con gli/le studenti non poteva farmi più piacere.

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Antiautoritarismo, Autodeterminazione, Comunicazione, Contributi Critici, La posta di Eretica, R-Esistenze

“Ideologia gender”? Sciocchezze. I cattolici non sono tutti uguali!

Ricevo questa mail e molto volentieri la condivido con voi. Buona lettura!

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Cara Eretica,

ho letto il tuo post sull’ideologia gender e avrei qualcosa da dire anch’io. Per prima cosa mi preme chiarire che i cattolici non sono tutti uguali. Sarebbe come dire che tutte le donne la pensano allo stesso modo. Ci sono cattolici e cattolici e non si può demonizzare così una religione perché esistono alcuni integralisti ed estremisti.

Sono mamma di due bambini e i miei figli frequentano la scuola pubblica. Sono molto soddisfatta del lavoro degli insegnanti e quando mi hanno informata di una giornata in cui avrebbero parlato di bullismo e di omofobia ho chiesto di essere presente, come altri genitori, perché alcune lezioni, prima che ai bambini, servono innanzitutto agli adulti.

Mi piace leggere e informarmi perché anch’io, a casa, voglio essere sicura di usare il linguaggio giusto quando parliamo di alcune cose. In casa non si insultano i gay, le lesbiche, i disabili, gli stranieri, quelli che credono in altre religioni. Io e mio marito teniamo molto a questo aspetto della loro educazione perché applichiamo un semplice principio morale che riguarda la tolleranza e l’accoglienza verso chi è diverso da noi.

Sull’educazione sessuale sono un po’ più titubante, perché temo che i miei figli non siano ancora pronti. Nessuno, però, costringe i bambini a frequentare le poche ore di educazione sessuale che si fanno nel loro istituto. Quello che io temo, invece, è la cattiva influenza dei compagni. Vorrei che i miei figli non imparassero il linguaggio di chi tratta male il prossimo e allora penso che sarebbero necessarie più lezioni in cui si parla di rispetto, perché non se ne parla mai abbastanza.

Anch’io ho ricevuto il volantino in cui si parla di masturbazione in classe e cose del genere e non ho creduto neanche per un attimo al fatto che potesse essere qualcosa di serio. Pensavo a una barzelletta, a dir la verità. Ora che leggo il tuo post mi rendo conto che non è così ma non capisco a chi possa venire in mente di seminare il panico e il terrore tra i genitori cattolici con menzogne così grandi.

Da parte mia la più totale solidarietà a te per gli attacchi e le offese che stai ricevendo in questi giorni. Non sono d’accordo con te moltissime volte ma ti rispetto molto, perché sei limpida, dici quello che pensi con onestà. In questo caso, però, sono d’accordo con te al 100%. Ricorda solo di dire, qualche volta, che il mondo cattolico è molto più di questo. Sarei felice di parlartene quando ne hai voglia.

Con stima

Penelope

 

—>>>Oltre questo vi segnalo anche la sintesi di una discussione con un medico cattolico. E mi rivolgo a voi, innanzitutto. Se da cattolici avete qualcosa da dire su questo e non vi riconoscete nelle posizioni simil/volantino, scrivete a abbattoimuri@grrlz.net

Antiautoritarismo, Autodeterminazione, Recensioni

Prevenzione anti/omofobica nelle scuole? Il Miur ne prende le distanze!

Dal Pride Palermo 2013
Dal Pride Palermo 2013

 

Vi ricordate i libretti su Educare alla diversità a Scuola? Quelli stampati e messi a disposizione con il bollino del Miur (ministero istruzione università ricerca)? Ecco: dopo numerose opposizioni, i mal di pancia preteschi, il giro di volta cardinalizio con tutti i vari deliri sull’esistenza di una fantomatica “ideologia gender”, il Miur ha abbandonato la strategia nazionale di contrasto contro le discriminazioni basate sul genere e l’orientamento sessuale.

I prossimi casi di bullismo omofobico nelle scuole, legittimato anche da chi immagina che la prevenzione alla violenza sia un modo per colonizzare le menti dei bambini, ché, capisco, devono continuare ad avere la testa colonizzata di ogni tipo di cazzata che viene detta loro in nome della difesa dell’ideologia Etero/Cattolica/Omofobica, li addebiteremo agli alieni, o agli stessi genitori di questi bambini che non hanno avuto il buon gusto di annegarli da piccoli o di non consegnarli alle terapie “riparative” allo scopo di condurli, dritti dritti, alla disistima di sé, alla depressione, e, perché no, anche al suicidio.

Alla fine la Chiesa vince sullo Stato Laico, grazie a un governo e a ministri codardi e che, ultimi nella storia dell’occidente, ancora insistono nel considerare altre culture, quelle che ispirano le impiccagioni o le incarcerazioni dei gay, retrograde. Invece noi, che culo!, non li impicchiamo in pubblica piazza, non vietiamo loro di parlare ed esprimersi, ma giochiamo tutte le nostre carte per farli sentire in colpa, isolarli, indurli a condurre una vita ritirata, a fare certe cose in privato e mai in pubblico, e che la smettano di pensare di poter costruire famiglia, con figli e tutto, perché in quel caso la chiesa si finge femminista volendo ordinare alle donne di fare figli solo entro famiglie etero. Se sei lesbica invece non va bene e ancora di più non va bene se presti l’utero per fare un figlio per una coppia gay.

Abbiamo poi tante preghiere destinate alla salvezza di froci, trans, lesbiche, tutta quella gente molto confusa, che dovrebbe smetterla di sentirsi superiore agli etero. Non sono forse gli etero la componente sociale sulla quale si regge l’equilibrio, normativo, dell’intera società? Allora tutti in piazza a sentinellare. Io sentinello, tu sentinelli, egli/ella sentinella, noi sentinelliamo, voi sentinellate, essi sentinellano. Ovunque. Fuori. Dentro la scuola che dovrebbe essere pubblica ma non lo è.

Oh, come prossimo libro di testo che ne dite se scegliamo una raccolta di discorsi a caso presi dal repertorio di qualche cardinale omofobo? Vedrete come aumenteranno le iscrizioni…

Ed è l’ultimo post amorevole e amoroso che scrivo prima del fermo chirurgico. State bene. Ci risentiamo tra un po’ di tempo. E buona lotta e buona resistenza a tutt*.

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Le maestre demoniache e false trasmettitrici di sapere

inquinamento_atmosfericoRicevo e pubblico questo contributo a commento di un pezzo che Ida Magli ha scritto per il Giornale. Buona lettura:

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di Giulia C.

Ebbene: stavolta mi sono imbattuta in questo articolo di Ida Magli, avendo per l’ennesima volta davanti a me un esempio del fatto che sono soprattutto le donne a essere contro le donne, un po’ come quando il fidanzato ci mette le corna e ci si arrabbia con “quella stronza” (stronza se le va bene ovviamente). E allora riesco a capire come non siamo ancora arrivate alla parità di genere, perché spesso sono le stesse donne contro il proprio genere e educano anche i figli verso questa via.

Questo articolo, che oserei definire vergognoso, soprattutto perché in prima pagina in un quotidiano di importanza nazionale, infatti dice che è un grave danno che la maggior parte delle insegnanti siano donne, soprattutto perché le menti femminili nei secoli non hanno scoperto nulla di ciò che si insegna a scuola, perciò non sarebbero in grado di insegnarlo, perché avendo la vagina non comprendono a pieno questo sapere <<vero>>.

Ovviamente tutto ciò senza considerare che fino a un secolo fa alle donne non era assolutamente consentito di studiare in nessuna parte del mondo, se non a quelle ricche (ma in questo caso accadeva semplicemente per renderle piacevolmente erudite per un futuro marito) e ancora oggi in più di mezzo mondo vorrei ricordare che tantissime bambine non studiano perché sono bambine, e di conseguenza destinate a essere incubatrici, schiave, oggetti sessuali e casalinghe.

Anzi non solo prima non potevano studiare, probabilmente non potevano battere ciglio senza l’autorizzazione di un uomo che le facesse da padrone (padre, fratello, marito, figlio), nel corso della storia infatti alle donne è stato proibito di cantare, di lavorare fuori di casa, di uscire dopo una certa ora, di pubblicare libri, di vestirsi in un certo modo, di indossare gonne troppo corte, di avere proprietà o ereditare etc..

Il ruolo femminile era solo ruolo di cura, ed è per questo che la maggior parte dei lavori femminili sono quello della maestra o dell’infermiera ancora oggi, perché appartengono a un pregiudizio lungo mille secoli. Anche alla nascita dell’Italia, tantissime ragazze furono formate per fare le maestre e “creare gli italiani” assumendo così la figura di “madri della patria”. Eppure basterebbe aprire un libro di storia, leggersi un po’ di sociologia per conoscere i cambiamenti della condizione femminile, e di conseguenza maschile che c’è stata nell’ultimo secolo, dalle suffragette alla rivoluzione sessuale.

Non dico che sia giusto che non ci siano abbastanza insegnanti maschi, ma dico che in tutti i settori dovrebbero esserci sia donne che uomini! E visto il numero di donne che lavorano in Italia – solo il 47 percento – vorrei rassicurare la giornalista tanto intimorita dalla “dittatura femminile” di dormire sogni tranquilli! Anche la scuola cambierà se ci sarà un progresso nella parità di genere nella nostra società, non saranno più solo queste demoniache insegnanti femmine che passano un sapere che gli appartiene, ma ci saranno anche tanti uomini capaci, non si preoccupi.

Altra cosa che mi lascia basita è l’incolpare le troppe insegnanti femmine dell’omosessualità maschile, del “coito sterile” dei maschi che si ribellano a questa dittatura, come se ci fosse qualcosa di male nell’omosessualità o come se questa fosse un disturbo provocato da disagio psicologico.

D’altra parte da quando le donne hanno iniziato a studiare non hanno dato alcun contributo al sapere scientifico o alla cultura, infatti nomi come Marie Curie, Mary Shelley, Virginia Woolf, Grazia Deledda, Oriana Fallaci, Rita Levi Montalcini, Margherita Hack, le sorelle Bronte, Suor Thèodore, Emily Dickinson e tante altre (e per riferirci all’antichità anche Saffo, o Ipazia), sono nomi che non dicono niente, non hanno cambiato niente loro nel corso della storia.. O forse il vero problema è che queste donne hanno cambiato tanto, una società intera, ma i libri di scuola e tantomeno quelli della “Buona Scuola” ne parlano poco?

Perché si scopre molto di più di donne nella cultura facendo una ricerca su internet che sui libri?
Pensate che addirittura si dice che dietro diversi premi Nobel ci siano progetti rubati alle donne (anche se non so quanto sia vero), o che ci sono state tante donne che hanno finto di essere uomini per fare carriera, per esempio guardate la vera vita di Billy Tipton. O senza andare molto lontano basta guardare come le scoperte di ragazzine africane che hanno la fortuna di andare a scuola, stiano aiutando i loro piccoli e poveri villaggi.

In ogni caso mi chiedo, allora, cara signora giornalista, che ci vanno a fare le ragazze a scuola se secondo lei le donne non sono in grado di comprendere il “puro sapere maschile”? Perché lei è andata a scuola e produce giornalismo se il giornalismo non è stato inventato dalle donne? Ah si, ecco la risposta, probabilmente il suo giornalismo è così scadente perché è una donna e il suo cervello funziona male.

L’aspra ironia critica contro questo articolo esprime a pieno il mio disgusto per chi disprezza la dignità umana, della persona in quanto tale, a prescindere dal sesso femminile o maschile, che non sta nel cervello ma semplicemente nei caratteri sessuali e riproduttivi, e che sì ci rende differenti per molti aspetti, ma complementari, differenti in un modo che dovrebbe essere bello, non disprezzato dall’egemonia dell’uno sull’altro. E che soprattutto non ci rende diversi dal punto di vista cognitivo e dell’intelligenza. E non esiste un sapere maschile o femminile, esiste un sapere umano.

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#RiformaScuola: così tante donne perderanno il posto di lavoro

Antiautoritarismo, Antirazzismo, R-Esistenze

A scuola c’è chi vuole i bambini divisi per “razza” e per “classi sociali”

Ho letto di genitori che preferiscono che i propri figli vengano accolti in classi dedicate a bambini: “italiani”? Bianchi? Cattolici? Ariani? Benestanti? Non so. Credo di non aver capito. I figli degli stranieri invece vengono accolti in classi separate, per persone, così si dice, di minore preparazione linguistica e non ho ben capito che altro.

Tanto tempo fa avevo l’opportunità di iscrivere mia figlia in un paio di scuole. Una che corrispondeva a figli di buona famiglia, in una scuola che stava in un quartiere bene della città e con insegnanti che temo avessero tutti delle idee un po’ classiste in tema di educazione. L’altra era nel quartiere in cui in realtà avevo scelto di abitare, frequentata dai figli di chiunque, migranti inclusi. Essendo una scuola di un quartiere non centrale fruiva di supporti per progetti creativi e molto belli, per le classi medie inferiori c’erano corsi di giornalismo, di teatro, di informatica e approfondimenti di lingua straniera. Molti degli insegnanti erano giovani, alcuni precari, e comunque erano ben felici di dedicare tempo ad una scuola che viveva di contraddizioni e che li arricchiva moltissimo. La scuola era sempre aperta, un vero punto di riferimento del quartiere, i ragazzi potevano tornare lì nel pomeriggio per i corsi e per approfondire momenti di integrazione su altre culture, con racconti di persone che venivano da altri paesi, il coinvolgimento dei genitori, e no, non venivano esclusi neppure i figli di pregiudicati perché il primo obiettivo di una scuola pubblica è quello di tentare di offrire una prospettiva migliore a chiunque.

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Antiautoritarismo, Pensieri Liberi, R-Esistenze

Repressione delle idee e militarizzazione delle scuole

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Per chi è avvezzo all’uso di metodi repressivi anche per sedare il dissenso e per risolvere conflitti puramente politici in questura ovviamente la deriva repressiva che in Italia è visibile in tante parentesi – anche su questo blog raccontate – anzi diventa quanto di più auspicabile e salutare che ci sia. D’altronde anche nel centro-sinistra, in ambienti in cui i servizi “d’ordine” – reali e virtuali – al pluralismo preferiscono il pensiero unico, ormai si segue a ruota la corrente securitaria in ogni dove. Non esiste prevenzione, attenzione sociale, non esiste nulla se non la costante militarizzazione delle idee, dei luoghi di discussione e delle relazioni.

E tutto ciò è già complesso quando ti trovi ad affrontare i presidi repressivi nelle piazze o la prevaricazione di chi immagina che la censura sia il miglior antidoto al dis-ordine sociale, perciò figuriamoci quanto possa essere decisamente complicato quando ci sono di mezzo ragazzini o studenti, le scuole, luoghi di istruzione, cultura, di presa di distanza da altri contesti. Luoghi in cui gli alunni dovrebbero essere lasciati liberi di esprimersi e tutelati almeno dalla repressione.

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Acchiappa Mostri, Antiautoritarismo, Antirazzismo, Culture, R-Esistenze

Basta pregiudizi e fobie verso chi è divers@ da te!

Anche a Roma l’opposizione a chi pratica cultura per l’integrazione e il rispetto dei generi nelle scuole vengono opposti gli stessi argomenti di sempre. Per giustificare l’integralismo e l’intolleranza si alimenta il terrore verso chi è diverso da te. Terrore verso gay, lesbiche, trans, uomini, donne, migranti, culture e religioni altre. Per esempio: a commento del mio ultimo post sul Fatto Quotidiano s’è scatenata la bagarre tra sostenitori della tesi integralista, però, a parte le offese, di argomenti ce ne sono pochi, per lo più sempre gli stessi.

Chi parla di tolleranza e rispetto viene dipint@ come distruttore di questo o quello, infine qualcuno, persone anonime, non rappresentative del cattolicesimo, brandiscono il crocifisso come fosse un’arma in difesa dell’assalto musulmano e dunque la religione diventa anche il terreno in cui si misura il tasso di islamofobia di persone che non sono, evidentemente, in generale laiche ma ti impongono di restare sotto un cappello protettivo per sconfiggerne un altro.

Nel tempo io ho davvero imparato, senza particolari pregiudizi, a distinguere, perciò apprezzo persone cattoliche che anzi odiano la maniera in cui viene utilizzato il loro credo. Lo stesso si può dire per chi parla di Islam e odia la maniera in cui certe persone spacciano per islamismo culture d’odio. Che dire allora di protestanti, puritani, ortodossi, calvinisti, altre culture, ciascuna delle quali ha al proprio seguito chi immagina che il mondo debba essere sempre in guerra, gli uni contro gli altri, a giustificare le paure, alimentarle e invece che praticare la solidarietà e il rispetto reciproco non si fa altro che praticare il disconoscimento e la denigrazione dell’altro.

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