
Oggi è il giorno della memoria? Quello che serve per darci a bere che oggi noi saremmo in democrazia? Cominciamo a ricordare che in Europa esiste una organizzazione militare che stabilmente presidia il mar mediterraneo per fermare l’ingresso degli immigrati. Poi raccontiamo che ci sono migranti che ancora pagano solo perché migranti. Parliamo dei Cie, i nostri lager legalizzati, in cui finiscono rinchiusi per 18 mesi tutti coloro che hanno un colore della pelle, una cultura, una provenienza diversa dalla nostra e vengono considerati merce dal biocapitale.
Parliamo delle organizzazioni cosiddette “umanitarie” che si occupano della gestione dei Cie. Parliamo di chi prende, arresta, espelle, deporta esseri umani o li fa entrare a seconda del fatto che al nostro commercio di carne umana, mano d’opera, badanti, colf, servano oppure no. Parliamo di ebrei, musulmani, rom, gay, lesbiche, trans, ancora offesi adesso e di chi dissente ed è in galera perché hai detto no alla Tav, hai detto no al governo, hai detto no alla politica economica del tuo paese.
Parliamo della gestione dei corpi, delle norme etero/patriarcali e dell’orgoglio da dio/patria/famiglia delle matrone che ci dicono che “mamma è meglio” e se di figli ne fai dieci e invece che pretendere un lavoro fuori casa ti vanti della tua patriottica, nazionalista, familista, casalinghitudine consegnando gestione del corpo e salute fisica ai tutori (patriarchi) allora sei una specie di eroina. Se invece vai in piazza a ribellarti la guardia ti mena, la stampa ti mette alla gogna e certe giornaliste ti fanno la morale e ti insegnano com’era bello quando era peggio (e tieni le cosce strette e stai composta, brutta zoccola).
Parliamo del moralismo d’accatto, della misura giusta per le gonne, della puttanofobia, della persecuzione ossessiva contro le prostitute, migranti, donne, gay, trans, che pur di toglierteli di torno, perché considerati parte del degrado definito da chi specula sulle città e ti obbliga ad un processo di gentrificazione senza fine, emani ordinanze su ordinanze e così li mandi al buio, in periferia, a farsi impallinare dai giovani fascisti, sessisti, transofobi, in vena di puttan tour.
Parliamo di uno Stato che dice di voler proteggere le “nostre donne” e ci usa, considerandoci esseri deboli incapaci di intendere e volere, per legittimare repressione, controllo, tekno-sorveglianza, violazione della privacy, e uno Stato di Polizia.
Parliamo di noi adesso e non nel passato. Perché la banalità del male avviene anche perché mentre siamo concentrati a ricordare quello che non c’è più c’è chi continua a perpetrare schemi autoritari. Però non li chiama “nazismo”. Li chiama “democrazia”. La democrazia di ‘sti cazzi. Anche i nazisti pensavano di essere democratici. Il punto è che chi sa di essere dalla parte giusta della storia paga sempre. Pagavi ieri, paghiamo oggi.
I tiranni e le tiranne sono sempre stati bravi a far pensare di essere vittime di cattivi che presto o tardi rinchiuderai in un lager. E il punto di questa giornata, se volete proprio attribuirgli un valore che vada oltre la solita retorica che legittima, tra l’altro, anni e anni di occupazione della Palestina, è di considerare il fatto che dalla storia bisogna imparare. Ma il punto è che c’è gente che non ha imparato niente. Proprio niente. Con tutto il rispetto per le vittime, di ieri e di oggi.
E buona giornata anche a voi.