Antiautoritarismo, Antirazzismo, Antisessismo, Autodeterminazione, Contributi Critici, Precarietà, R-Esistenze, Recensioni

Prostitute in Rivolta: un libro da leggere

Prostitute in rivolta è un libro pubblicato dalla Tamu edizioni e scritto da Molly Smith e Juno Mac, con prefazione di Barbara Bonomi Romagnoli e Giulia Geymonat e postfazione del gruppo Ombre Rosse. Il libro sarà presentato In un evento organizzato dal mit Sex worker Fest dal 26 al 28 maggio dove sarà presentato anche “Naked and organized. Sex work as practice and representation“. 

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Antiautoritarismo, Antirazzismo, Antisessismo, Autodeterminazione, Critica femminista, Precarietà, R-Esistenze

La donna bianca e l’industria del salvataggio che deporta le sex workers straniere

Continuando il ragionamento iniziato QUI e QUI vediamo quali sono le norme che regolano il flusso migratorio. Grazie alle spinte della destra e anche del governo renziano si è dato il via libera al decreto flussi che acconsente all’ingresso di una persona migrante su base subordinata ad un contratto di lavoro che più spesso è quello di colf. L’Italia non ha mai fatto mistero circa il fatto di criminalizzare il migrante maschio come potenziale stupratore della donna bianca, simbolica della purezza della nazione, e di facilitare l’ingresso delle colf come mezzo di liberazione delle donne bianche, dunque come schiave cui spesso vengono proposti contratti che poi non vengono rispettati all’arrivo della migrante o non corrispondono gli accordi sul vitto e l’alloggio. Spesso la migrante si ritrova a dover accettare condizioni di lavoro molto più precarie e faticose, un alloggio brutto e inospitale, vitto quasi inesistente, per paura di essere rimandate indietro. Quando le condizioni di lavoro diventano tali da non consentire a queste donne di poter sopravvivere è la criminalizzazione dei migranti a facilitare il fatto che esse si affidino a trafficanti per poter accedere ai Paesi in cui poter lavorare o se entrate con i flussi possono lasciare il lavoro di merda che gli è stato offerto con l’inganno e cominciano la loro attività di sex workers.

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Antirazzismo, Contributi Critici, R-Esistenze

Razzismo istituzionale nelle università britanniche rivelato attraverso alcune storie nascoste

Articolo in lingua originale QUI. Traduzione di Yu del gruppo di lavoro Abbatto i Muri.

di Katy Sian, lettrice universitaria di sociologia presso la University di York – “Questo articolo è basato su un mio recente libro appena pubblicato intitolato: Institutional Racism in British Universities” Dottoressa di ricerca Katy Sian Continua a leggere “Razzismo istituzionale nelle università britanniche rivelato attraverso alcune storie nascoste”

Antiautoritarismo, Antifascismo, Antirazzismo, Antisessismo, Attivismo, Autodeterminazione, Critica femminista, R-Esistenze

Le gogne sessiste e razziste di Salvini (ministro?) – Solidarietà ad una grande donna!

Questa ragazza ha sfilato in corteo antirazzista con questo slogan che riprende gli insulti che solitamente gli elettori di Salvini rivolgono alle donne antirazziste che non votano di certo Lega. Salvini, come fa spesso, pubblica quell’immagine dandola in pasto ai suoi commentatori e alle sue commentatrici. Scatta la gogna. Decine di migliaia di insulti per la ragazza e ovviamente per tutte le donne antirazziste come lei. Nell’ordine saremmo tutte troie, puttane, brutte, zecche, buone solo per i neri, i bianchi non ci scoperebbero, ecco perché vogliamo il pene nero, e via di questo passo.

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Antiautoritarismo, Antirazzismo, R-Esistenze

Il buon razzista

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Il buon razzista dice che colpevoli della strage di migranti sono altri, ovvero quelli che gli danno speranze e così li inducono a “sradicarsi, viaggiare, morire”. Un po’ come dire che colpevoli di tante forme di relazioni politiche disfunzionali sono i cittadini che chiedono tante cose e poi non ne ottengono nemmeno una. Il buon razzista dice che bisogna essere realisti, mai buonisti, perché è proprio la pietà che uccide gli immigrati. Invece se gli dici di no, subito, allora potrebbero comodamente morire in casa propria e non sarebbe affare nostro.

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Antiautoritarismo, Antifascismo, R-Esistenze, Recensioni

Roma negata di Scego – Bianchi. L’Italia rimossa tra percorsi postcoloniali e ritorni di colonia

da Carmilla (Via Incroci De-Generi)

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Da noi il viaggio di migrazione si chiama tahrib e il sentimento del viaggio si chiama buufis. Ho sempre trovato la parola buufis una parola allo stesso tempo inquietante e bellissima. Nella lingua corrente buufis significa gonfiare. Si gonfia una ruota, un palloncino. Ma si gonfia anche la speranza. Ed è questo significato della parola che si è imposto in questo triste ventennio di guerra civile somala.Buufis, mi ha detto una volta un ragazzo richiedente asilo, è come l’amore, è qualcosa di inspiegabile, ti prende alle viscere e tu non sai bene perché. E’ la voglia, mi ha detto, che hai di cambiare vita, di migliorare la tua situazione. Ilbuufis ti fa scappare da guerre, dittature, da torture, da stupri. Ma il buufis l’ho visto anche in Italia, nei giovani che vanno in Germania o Inghilterra in cerca di lavoro, per cambiare situazione di vita.

Igiaba Scego, Rino Bianchi, Roma negata. Percorsi postcoloniali nella città, Ediesse, p. 44

Il buufis, ossia la voglia di viaggiare intesa come diritto alla mobilità e insieme alla conoscenza, attraversa e muove i percorsi postcoloniali di Igiaba Scego e Rino Bianchi in una Roma negataripercorsa in un alcune tappe fondamentali scandite non solo da monumenti, strade, piazze, ma anche dai volti fotografati dall’obiettivo di Rino Bianchi. Un processo, dunque, di attraversamento e di riappropriazione dello spazio urbano, volto a decolonizzare lo sguardo e risignificare gli spazi, rivendicando una storia comune.
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Antiautoritarismo, Autodeterminazione, Precarietà, R-Esistenze

Leghisti di centro/sinistra: autoritari e razzisti per bontà!

Leghisti di centro/sinistra. La loro emergenza è fatta di stranieri, prostitute e poveri accattoni. Di “pacchetti sicurezza” e ordinanze pro/decoro per ripulire le loro città da migranti mal tollerati, da poveri e da puttane (migranti pure quelle o anche trans) ne ho contati veramente tanti. Proseguono la gentrificazione e anche un piano anti/degrado perché i poveri, i migranti e le puttane in giro per alcuni quartieri fanno abbassare i prezzi delle ricche proprietà. ‘Sti sindaci sceriffi hanno problemi con le solite persone, quelle che non possono espellere, perché, fosse per loro, costruirebbero un lager, un muro e un Cie, in ogni angolo del loro paradiso. I senegalesi li fanno fuori presto. I rumeni, che hanno diritto di viaggiare in Europa, un pochino meno. Ma in generale vanno smontate le loro argomentazioni veramente ridicole. Qualunque persona loro vogliano marginalizzare c’è sempre un clan che vorrebbero sconfiggere.

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Giorno della memoria? La banalità del male è adesso!

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Oggi è il giorno della memoria? Quello che serve per darci a bere che oggi noi saremmo in democrazia? Cominciamo a ricordare che in Europa esiste una organizzazione militare che stabilmente presidia il mar mediterraneo per fermare l’ingresso degli immigrati. Poi raccontiamo che ci sono migranti che ancora pagano solo perché migranti. Parliamo dei Cie, i nostri lager legalizzati, in cui finiscono rinchiusi per 18 mesi tutti coloro che hanno un colore della pelle, una cultura, una provenienza diversa dalla nostra e vengono considerati merce dal biocapitale.

Parliamo delle organizzazioni cosiddette “umanitarie” che si occupano della gestione dei Cie. Parliamo di chi prende, arresta, espelle, deporta esseri umani o li fa entrare a seconda del fatto che al nostro commercio di carne umana, mano d’opera, badanti, colf, servano oppure no. Parliamo di ebrei, musulmani, rom, gay, lesbiche, trans, ancora offesi adesso e di chi dissente ed è in galera perché hai detto no alla Tav, hai detto no al governo, hai detto no alla politica economica del tuo paese.

Parliamo della gestione dei corpi, delle norme etero/patriarcali e dell’orgoglio da dio/patria/famiglia delle matrone che ci dicono che “mamma è meglio” e se di figli ne fai dieci e invece che pretendere un lavoro fuori casa ti vanti della tua patriottica, nazionalista, familista, casalinghitudine consegnando gestione del corpo e salute fisica ai tutori (patriarchi) allora sei una specie di eroina. Se invece vai in piazza a ribellarti la guardia ti mena, la stampa ti mette alla gogna e certe giornaliste ti fanno la morale e ti insegnano com’era bello quando era peggio (e tieni le cosce strette e stai composta, brutta zoccola).

Unknown3Parliamo del moralismo d’accatto, della misura giusta per le gonne, della puttanofobia, della persecuzione ossessiva contro le prostitute, migranti, donne, gay, trans, che pur di toglierteli di torno, perché considerati parte del degrado definito da chi specula sulle città e ti obbliga ad un processo di gentrificazione senza fine, emani ordinanze su ordinanze e così li mandi al buio, in periferia, a farsi impallinare dai giovani fascisti, sessisti, transofobi, in vena di puttan tour.

Parliamo di uno Stato che dice di voler proteggere le “nostre donne” e ci usa, considerandoci esseri deboli incapaci di intendere e volere, per legittimare repressione, controllo, tekno-sorveglianza, violazione della privacy, e uno Stato di Polizia.

Parliamo di noi adesso e non nel passato. Perché la banalità del male avviene anche perché mentre siamo concentrati a ricordare quello che non c’è più c’è chi continua a perpetrare schemi autoritari. Però non li chiama “nazismo”. Li chiama “democrazia”. La democrazia di ‘sti cazzi. Anche i nazisti pensavano di essere democratici. Il punto è che chi sa di essere dalla parte giusta della storia paga sempre. Pagavi ieri, paghiamo oggi.

I tiranni e le tiranne sono sempre stati bravi a far pensare di essere vittime di cattivi che presto o tardi rinchiuderai in un lager. E il punto di questa giornata, se volete proprio attribuirgli un valore che vada oltre la solita retorica che legittima, tra l’altro, anni e anni di occupazione della Palestina, è di considerare il fatto che dalla storia bisogna imparare. Ma il punto è che c’è gente che non ha imparato niente. Proprio niente. Con tutto il rispetto per le vittime, di ieri e di oggi.

E buona giornata anche a voi.

Antiautoritarismo, Autodeterminazione, Critica femminista, Precarietà, R-Esistenze

#Francia, 29 nov, manifestazione contro la legge anti/prostituzione

In Francia la proposta di legge sulla penalizzazione dei clienti delle prostitute sarà votata a breve. Il dibattito è fatto anche di delegittimazione aggressiva e invisibilizzazione delle istanze delle sex workers ed è sempre più infuocato. Molto di più, ovviamente, di quanto non lo sia in Italia dove frange legalitarie filo/istituzionali neofondamentaliste di area Pd/SeL, fedeli all’idea di amor borghese, rincorrono e insultano, sul web, chiunque non concordi con l’impostazione autoritaria abolizionista e, nei fatti, proibizionista contro la quale le sex workers sono schierate. Ricordo solo che la prostituzione è nei fatti diventata una ossessione colonialista di un certo “femminismo” occidentale e che l’idea di massima di quell’area politica in Italia si riduce alle ordinanze pro/decoro che multano le sex workers e le confinano ai margini della città consegnandole a sfruttatori e violenti istigando, nei fatti, #Puttanofobia.

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