Articolo in lingua originale QUI. Traduzione di Marta del gruppo di lavoro Abbatto i Muri
(Content warning: nell’articolo si accenna a transmisoginia e violenza)
«Calmati, così possiamo parlarne da persone adulte»
Vi è mai capitato di fare un appunto sul tono di voce di una persona con la quale stavate discutendo di oppressione? La pratica del tone policing – ossia la stretta sorveglianza esercitata sul tono di voce dell’interlocutore – è quel dispositivo per cui si tende a concentrarsi più sull’emozione che sta dietro ad un messaggio che sul messaggio stesso, ed è sostenuta dalla convinzione che serva a rendere la conversazione più ‘pacata’.
In questo fumetto, però, Robot Hugs spiega in maniera puntuale come in realtà il tone policing serva piuttosto a salvaguardare il privilegio e a silenziare chi sta soffrendo. Non si tratta di un modo per ottenere giustizia, e questa analisi vi aiuterà a capire il perché.
Con amore, gli editori di Everyday Feminism.
No, non ci ‘diamo una calmata’. Il tone policing è solo un altro modo per salvaguardare il privilegio
(di Robot Hugs) Continua a leggere “No, non ci “diamo una calmata” – Il tone policing è solo un altro modo per salvaguardare il privilegio”