Cena, siamo in cinque. Tutti precari, pressappoco della stessa età dai 37 ai 40 e rotti. Noi abbiamo solo un ripiano con due sedie e quindi si finisce per sedere per terra ma va bene lo stesso. Siamo ecologici e usiamo i piatti in ceramica che poi laveremo. Dopo i convenevoli si salta subito alla situazione di ciascuno di noi. Io guadagno quasi niente, come ho già raccontato, il mio compagno ha un piccolo stipendio da operaio che dovrebbe coprire quasi tutte le necessità. Chiediamo per curiosità se qualcuno di loro ha preso il reddito di cittadinanza, la famosa spinta all’economia che ogni tanto i politici pubblicizzano quando sulle prime pagine dei giornali si parla di poveri discriminati e ricacciati indietro o che non trovano neppure un posto per dormire, senzatetto. La nostra amica è stata fortunata: è riuscita a superare un concorso per entrare in un ente locale ma il patto era che non avrebbe guadagnato mai un soldo di straordinario. Non ha la qualifica adatta, dicono. Prende 1300 euro lorde, e al netto, dato che paga le tasse, fate un po’ voi.
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