Uno dei pugni di mio padre, da bambina, ha spaccato qualcosa in un mio orecchio e questo mi causò una sorta di labirintite. Perciò cadevo dalle scale, inciampavo sui miei stessi piedi, per camminare in linea retta seguivo le righe dei pavimenti. Diversamente potevo sembrare un po’ ubriaca, l’andatura saltellante e senza meta, giusta per una bimba timida come me che non voleva farsi notare. E invece.
Col tempo la cosa non è migliorata. Sbandare è la mia specialità, perciò ho lividi lungo le parti del corpo all’altezza di spigoli e maniglie. Quando ho le mani occupate, e anche se non le avessi non cambierebbe nulla, scivolo davanti, di fianco, dietro. Non è difficile scivolare ma lo è rialzarmi. Non riesco ad avere forza sulle braccia e sulle ginocchia, non posso fare presa a meno di non trovarmi già in un luogo con cuscini e rialzi. Se cado sul letto posso ancorarmi al cuscino. Nella mia stanzetta sono caduta spesso mentre tentavo di scendere o salire sul materasso a terra da separata in casa.
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