Antiautoritarismo, Comunicazione

#Spinelli: fai sapere alla base di che morte devono morire!

Aggiornamento: infine ha scritto una lettera che trovate su Il Manifesto. Ha lasciato a casa Marco Furfaro di SeL. Ricevere una simile comunicazione per lettera, senza un confronto diretto, immagino sia davvero spiacevole. Cosa ne rimane della Lista dopo le elezioni lascio a voi la libertà di immaginarlo. Questa è la politica italiana. Purtroppo.

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RifCom e SeL non ci stanno a scazzarsi per un seggio e, secondo l’Huffington Post e Il Fatto Quotidiano, firmano un documento (una mozione) congiunto che dice:

Abbiamo contribuito con grande fatica e non pochi sacrifici a dare corpo e gambe al progetto dei sei garanti che con Alexis Tsipras volevano portare in Europa la sinistra italiana, una sinistra larga e plurale. Quell’obiettivo lo abbiamo raggiunto tutti insieme. Questo processo da dopo il 25 maggio appartiene a tutti noi, non al solo comitato operativo, non ai soli comitati territoriali, non ai soli candidati, non ai soli garanti. Per questo chiediamo che le scelte e le responsabilità – anche quelle in apparenza più personali come l’accettazione o meno di un seggio – vengano prese nella consapevolezza del fatto che sono parte di un processo collettivo“.

L’indicazione è chiara. Se Barbara Spinelli decide per prendere il seggio che pure aveva promesso di lasciare dovrebbe farlo tenendo conto di tutte le persone che hanno contribuito alla realizzazione di quel progetto. Il punto è che la la Lista Tsipras nasce seguendo un itinerario svolto con successo in Grecia dove le forze di sinistra si sono unite per realizzare una controproposta di governo credibile e che parli un altro linguaggio alternativo alle destre. Se come primo atto politico la decisione di una garante della lista italiana sortisce l’effetto di spaccare invece che unire sta veramente andando nella direzione indicata da Tsipras o cosa?

Secondo l’Huffington Post avrebbe deciso di lasciare a casa Marco Furfaro di SeL, ma nessuno sa nulla di ufficiale. E nel caso sarebbe utile sapere: perché? Su cosa si basa la sua decisione? Che notizie? Cosa? Invece niente. Non una telefonata, un contatto, niente di niente da giorni e giorni. Sarebbe questo il corso della nuova politica? Decisioni dall’alto e senza alcun contatto con la base? La stessa base che ha fatto campagna elettorale e ha indicato nei volantinaggi e nei porta a porta di votare anche Spinelli sapendo che comunque avrebbe rinunciato?

E’ giusto che una nuova aggregazione di sinistra inauguri la propria stagione politica all’insegna delle divisioni e con la spaccatura tra banali tifoserie che ieri facevano campagna elettorale contro i nemici esterni e oggi individuano il nemico esterno in quello che gli è più prossimo? Dalla decisione della Spinelli la Lista ne uscirà ridotta in cenere se tutto ciò avverrà senza una discussione collettiva. E io mi chiedo se può andare bene una aggregazione in cui ci sono mondi così diversi tra loro, un ceto intellettuale che vive su un altro pianeta, che tutto punta poi, per le questioni pratiche, la campagna elettorale, l’organizzazione in senso stretto delle cose, sui militanti e gli attivisti di partito o movimento. Se questa fascia intellettuale non partecipa alle decisioni, se si ritira nelle proprie stanze e non riflette sul dopo assieme a tutti gli altri, parrebbe una sorta di dimensione in cui c’è il mondo di pensatori e pensatrici e la manodopera al loro servizio e senza voce in capitolo sulle decisioni importanti. Questa è l’idea che viene fuori in questo momento per quanto spero sia completamente sbagliata. Qui non si parla neppure di gerarchie ma del fatto che sembrerebbe mancare una buona prassi di gestione delle relazioni politiche.

Perciò Spinelli: fagliela una telefonata. Fai sapere a chi ha fatto campagna elettorale di che morte devono morire.

E poi però non ditemi che il problema era un bikini…

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Campagna elettorale finita, Dudù è salvo, la disoccupazione per i giovani è al 46%, nel mondo è uno sfacelo e noi siamo qui che giochiamo al Grande Fratello con i partiti e i movimenti immaginando di avere diritto di “nominare” chi entra o chi esce e chi prosegue fino alla vittoria.

La politica è una cosa un po’ più seria di quel che ho visto in queste settimane. Più seria di una lista di sinistra che si rivela come somma di sigle rette con lo sputo per superare la soglia di sbarramento e quando l’hanno superata, come puntualmente per la sinistra avviene, eccoli a scazzarsi su chi dovrà cedere il posto alla garante che forse ci ripensa. Infine circolano due petizioni per dire alla garante di prendere o rinunciare e leggo che c’è chi immagina che lo sfavorito sia il candidato eletto della zona centro perché così, evviva, la Lista Tsipras porta due donne nel Parlamento europeo. Discorsi da cortile, ovviamente, nulla di ufficiale, riferisco solo umori letti qui e là a partire da gente che immagina di avere voce in capitolo.

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