Oggi lo dedico al riconoscimento delle libere scelte delle donne. Non devo necessariamente condividerle ma devo fare in mondo che non siano stigmatizzate, censurate, e che nessuno provi a inibirle con un atteggiamento normativo. Molte volte mi sono trovata ad ascoltare storie di donne che non interpretano precisamente il ruolo prescritto. Alcune non sono madri e non vogliono essere tali. Alcune sono pentite di aver figliato o non riescono a capire perché mai ci sia così tanta pressione sociale a valorizzare la maternità, insultando ogni donna che è e resta tale anche se non vorrà mai partorire. Ascolto storie di donne che vorrebbero essere comprese quando dicono di voler fare dei mestieri in cui serve mostrare il corpo. Non sono vittime, non si dichiarano tali, e anche a loro va dedicato rispetto. Perciò riconosco la libera scelta di chi si esibisce svestita in televisione, di chi gira film porno o chi lavora negli strip club o chi, ancora, lavora come sex worker chiedendo una regolarizzazione per quelle che non sono sfruttate.
Ascolto donne che sono precarissime, non trovano elementi di sorellanza con quelle altre che parlano una lingua tanto diversa, perché esistono delle differenze, tra donne, e quindi puoi trovare quelle ricche, le altre povere, quelle che appartengono a una cultura e una etnia diversa, quelle che temono sempre di essere sovradeterminate perché quando arriva la femminista bianca, occidentale, borghese, difficilmente coglie il fatto che a mettersi in cima al corteo, rappresentando istanze altrui, si finisce per realizzare neocolonialismi e a condurre le donne in direzioni che non sono a loro congeniali. Continua a leggere “Un 8 marzo dedicato a tutt*”