Negli anni ho approfondito la presenza massiccia di maschilisti sul web o su quotidiani per tentare di intercettare il loro linguaggio, i loro codici di comunicazione che alla fine sono sempre gli stessi.
In rete li troverete facilmente come Mra, i più violenti sono gli Incel, involontariamente celibi, che sui loro forum lamentano il fatto che le donne sostanzialmente non gliela danno. Dunque fanno apologia dello stupro dicendo che hanno il diritto di prendere quello che gli viene negato. Per loro non esiste la cultura dello stupro, quando si parla di sessismo intervengono dicendo che le donne sarebbero sessiste contro gli uomini, come se un bianco dicesse che i neri agissero razzismo contro di lui. Come se i nazisti dicessero che gli ebrei violerebbero i diritti costituzionali dei nazisti ogni qual volta essi si dilungano in monotematiche e violente discussioni antisemite.
Dopo lo stupro e l’omicidio di Sarah Everard a Londra commesso da un agente di Polizia si è fatta pressante in UK la richiesta di trasparenza su ulteriori crimini di genere normalmente taciuti da stampa e autorità. Questo è un articolo (qui in lingua originale) che parla di statistiche presentate in Irlanda del Nord. Consapevoli del fatto che in Italia la violenza di genere viene commessa anche da uomini in divisa ci chiediamo quando una statistica simile potrà essere disponibile qui da noi.
L’ufficio del Police Ombudsman (Difensore Civico), secondo dati diffusi da The Detail, ha condotto una indagine su 134 accuse di aggressione sessuale a carico di agenti di polizia e di guardie carcerarie nell’Irlanda del Nord nei cinque anni precedenti al marzo 2020.
Articolo in lingua originale QUI. Traduzione a cura di Davide. Revisione di Giulia. Grazie a chi ha offerto disponibilità e al Gruppo di Lavoro di Abbatto I Muri.
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Una nuova linea risponde a chiamate da uomini che faticano ad affrontare gelosia, controllo e paura – e mette in discussione antichi presupposti sulla mascolinità.
BOGOTÁ, Colombia – Le chiamate spesso mostrano urgenza e suppliche.
Ho picchiato mia moglie. Ho perso la calma. Sono geloso e non so cosa fare.
Gli utenti sono giovani e anziani, ricchi e poveri. Però hanno tutti una cosa in comune: sono uomini.
La nuova linea a cui si rivolgono ha lo scopo di combattere la violenza contro le donne. Però anziché concentrare l’attenzione sulle donne mette gli uomini al centro della conversazione, impegnandosi ad insegnare loro a comprendere le loro emozioni e ad assumere il controllo delle loro azioni.
Il cambiamento di prospettiva è semplice, ma profondo. L’idea della Línea Calma, questo è il nome del servizio, non è semplicemente prevenire la violenza, ma affrontare quella che molti esperti considerano essere una delle sue cause profonde: il maschilismo, la radicata credenza che gli uomini debbano essere dominanti.
Una delle cose che non è mai facile far capire a uomini, maschilisti, che nelle donne vedono comunque e sempre delle addette alla cura, è che possiamo rifiutarci di consolare, sentire e perfino veicolare i loro messaggi pieni di odio e rancore nei confronti delle donne. Ci sono storie complicate, con uomini che raccontano di essere stati vittime di violenza da parte di donne. Noi li ascoltiamo e diamo loro spazio perché è giusto così.
Le varie fasi della mia vita, con i vari cambiamenti del mio aspetto sono sempre state caratterizzate dai giudizi altrui. Vorrei riassumerli, con rabbia, perché è quella che mi porto dentro da molto tempo. Potremmo tutte stare bene con noi stesse se solo certa gente decidesse di tacere.
Questa è una lettera particolare che noi abbiamo inserito nella categoria delle #beddamatresantissime. Poi diteci che ne pensate.
Lei scrive:
Salve Abbatto i Muri. Vi scrivo perché mi sento chiamata in causa ogni volta che si parla di un ragazzo accusato di stupro. Io e mio marito ne abbiamo abbastanza di tutte le accuse delle femministe e spero che non cestinerete questa lettera solo perché non sono d’accordo con voi. Il punto è questo: due anni fa, quando mio figlio aveva sedici anni, un gruppo di bulli l’ha picchiato e mandato all’ospedale. Abbiamo chiesto il perché e lui non ha voluto dire niente. Poi abbiamo saputo che la mandante, se così si può dire, era una ragazza anche lei sedicenne che lo aveva accusato di averla molestata. Nessuno si è premurato di capire se fosse vero oppure no e d’altronde lei non lo aveva denunciato alla giustizia ma si era affidata a questo branco di violenti che ha inferto sul corpo di mio figlio ferite permanenti.
Questo testo racconta di quanto il maschilismo sia fonte di molti malesseri per gli uomini che ne interpretano le caratteristiche. A raccontare questa verità sono gli psicologi e non gli psichiatri. Non si tenta di patologizzare il maschilismo in se, altrimenti certi uomini potrebbero trovare giustificazione nel fatto che agiscono male perché malati. Gli psicologi dicono che il fenomeno è culturale e che però le conseguenze ricadono su tutta la società. L’Ideologia della mascolinità stereotipata, così come la chiamano, si manifesta nelle azioni violente di molti uomini, nell’uccisione di molte donne e nel disagio degli uomini stessi che se non raggiungono standard fedeli agli stereotipi subiscono depressione con conseguenze letali, come per il suicidio. Quindi questo testo e le linee guida sell’APA vanno interpretati per quello che sono. Buona lettura!
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Post in lingua originale QUI. (traduzione di Isabella)
da un bel po’ riceviamo insulti, da donne, da uomini. abbiamo parlato di insulti da parte di donne che non approvano le nostre opinioni e parliamo anche di sessisti e misogini che usano termini demonizzanti, alla stessa stregua di quelle criminalizzazioni con pregiudizio di genere, nei confronti delle donne che non seguono le norme. un po’ come quando gli inquisitori ci chiamavano streghe. vediamo da parte di chi arrivano gli insulti.
Femminismo e maschilismo. Mi ritrovo questi due termini davanti e cerco di riflettere su cosa significhino per me e per la mia vita. Il maschilismo è una di quelle cose che ho sempre vissuto, fin da bambina. Il maschilismo è quella mentalità che mi diceva che non potevo fare certe cose perché erano da maschi. E quella cosa che ho sempre sfidato da quando mi si diceva che non potevo fischiettare o non potevo sudare quando giocavo.
E’ da un po’ che ci penso, a fare l’analisi degli insulti che ricevono la moglie di Renzi, Agnese, e la Ministra Boschi, della quale ho parlato altre volte. Non si capisce perché una bella donna debba essere definita una persona per male, usando lo stigma che viene usato per insultare qualunque altra donna che dice no, che si fa valere, che non te la dà, che puoi solo ammirare, che occupa una posizione di prestigio o che vale troppo per potertela permettere. Non si capisce perché per festeggiare la vittoria di un NO al referendum, che per inciso mi rende soddisfatta, serva insultare Renzi, il premier Renzi, dato che solo il fatto di averci un volto che viene associato ad un comico aiuterebbe a prenderlo meno sul serio rispetto a quel che si potrebbe fare con il baffuto e serissimo D’Alema. Non si capisce perché per insultare Renzi si debba insultare la moglie, l’insegnante Renzi, che viene insultata immaginando di aver ragione di farlo. Perché è moglie del premier e non bada solo a crescere i figli ma osa continuare a lavorare. Perché quando viaggia con il marito gli sta accanto (e dove dovrebbe stare come first Lady?). E io capisco che anche lei è troppo “comune” per darsi arie da first lady ma di fatto lo è. Allora perché di lei si dà una valutazione estetica, che poi è l’ultimo e il primo degli insulti che viene pronunciato, come se ogni commentatore idiota avesse in mente di poter renderla partecipe di un festival per Miss dal quale squalificarla se non glielo fa rizzare?
Ieri sera ho visto il film Ghostbusters, quello al femminile, e mi sono divertita moltissimo. Bravissime le attrici e gli attori e molto bello il subvertising fatto a partire dai film prodotti molti anni fa. In quei film c’era una donna da salvare, puntualmente posseduta da un fantasma, perfino come incubatrice (nel II° della serie) e poi veniva salvata dai baldi giovani acchiappa fantasmi. Stavolta ad essere posseduta è prima una delle acchiappatrici e poi il loro segretario meravigliosamente interpretato dallo stesso eroico attore di Thor. Assunto per la sua avvenenza fisica prima che per altre qualità, bravissimo a fare lo svampito, vanesio, ovvero tutto quello che normalmente il cinema americano fa fare ad una donna, riesce in un numero di straordinaria satira quando, da posseduto, mostra la totale inettitudine dell’esercito pronto a muoversi ad un solo ordine, per quanto bizzarro fosse. Le protagoniste si sprecano in citazioni e in dimostrazioni di passione fallocentrica, tra una leccata all’arma e una eccitazione intrattenibile alla vista di un nuovo strumento di fuoco.
Sintesi di una discussione difficile da sostenere. Esistono i femminismi. Esistono tanti modi, tante pratiche, per portare avanti le proprie rivendicazioni. La parte difficile arriva quando un uomo si permette di mostrare un po’ di senso critico, invitando a guardare anche altrove, e alcune donne si irrigidiscono e si rifugiano in una zona confortevole fatta di dogmi, di saperi precotti e di slogan utili in ogni circostanza.
Il cartello dice “Sessisti, razzisti, siete stronzi dappertutto.”
di Sonia
E’ molto triste che solo a fronte di episodi eclatanti come quelli di Colonia (che da chiunque siano stati commessi, qualunque sia il mandante, la ragione, la nazionalità o lo status di tali individui, essi sono da condannare, senza tentennamenti, senza neanche fare “sconti” sulla base di atteggiamenti culturalisti che implicano un razzismo al contrario) si possa parlare a testa alta di femminismo, perché solo fino a dieci giorni fa il 90% delle volte che ho affermato davanti ad un uomo di essere femminista sono stata derisa o presa in giro, o schernita “affettuosamente”, spesso con un paternalismo o un “timore” propri solo di chi non sa minimamente di cosa si stia parlando, e che conosce il concetto solo in termini caricaturali o stereotipati.
Qualche tempo fa, durante quella che poi sarebbe diventata un’imbarazzantissima, accesissima, infuocata discussione, stavo parlando della violenza sulle donne nella rappresentazione pubblicitaria con una persona che lavora nel settore, ed un conoscente, che stava ascoltando la conversazione con espressione di scherno e superiorità, si è sentito prontamente in dovere d’intervenire nel dibattito, e con aria di sfida e di presa per il culo ha detto “ma di che cavolo parlate, voi donne avete il vero potere, vi basta aprire le gambe e farvele riempire”, il tutto seguito dalla risata di chi si sente furbo e protetto nel mondo. Poi si è voltato e ha sghignazzato con i suoi amici, convinto di aver raggiunto il massimo della propria virilità, che in branco ovviamente va rivendicata con ancora più forza e convinzione.
Alla mia risposta, molto nervosa e infastidita, ha cominciato a farsi più piccolo e, probabilmente molto poco abituato a sentirsi rispondere per le rime, si è sentito allora in dovere di correggere il tiro, ed ha aggiunto (causa anche di mancanza di argomenti) che comunque lui, “a noi donne, ci ama tutte”. E “noi” ovviamente lo ringraziamo, perché oltre il danno, la beffa.
Tutto ciò non per mettere in croce la persona in questione, ma per dire che il suo lessico, il suo atteggiamento e il suo pensiero, incarnano e hanno incarnato quelli di molti uomini, più o meno giovani, più o meno colti, che ho conosciuto nel corso della mia vita. Che credono davvero che “aprire le gambe” sia ciò che fa della donna una detentrice di potere, che sono incapaci di comprendere che queste affermazioni sono figlie del maschilismo più grave e più becero, e che, con uguale violenza, credono di doverci ammansire con carezze e pacche sulle spalle (“voi donne, io vi amo tutte”).
E sono quegli stessi uomini, che adesso sento parlare a gran voce “in difesa delle donne”, quegli stessi conoscenti che stupiti mi chiedevano “ma davvero a voi donne non fa piacere se un uomo vi fischia per strada?? dai non ci credo..”, quegli stessi padri (e madri anche, che spesso incorporano e interiorizzano quegli stessi valori di pensiero patriarcali) che la sera fanno rientrare i figli adolescenti ad orari diversi a seconda del sesso, quegli stessi fidanzati che per “gelosia” pensano di poterti dare indicazioni sulla lunghezza del vestito con cui stai uscendo o sul tuo essere o meno appariscente. Bene, vogliamo combattere il maschilismo? che lo si faccia davvero, agendo e reagendo noi in primis, uomini o donne che siamo, smettendo di tacere quando si può o di non rispondere o non dire perché si teme di essere prese in giro o “rimesse al nostro posto”.
Cominciamo col farlo educando le nostre figlie e i nostri figli allo stesso modo, con le stesse libertà e gli stessi diritti, insegnando agli uomini ad essere indipendenti dalle loro madri come lo si pretende – giustamente – dalle ragazze, e insegnando alle bambine, alle ragazze, alle donne, che ad un uomo si può, anzi si deve, rispondere. E insegnamo agli uomini che non esistono “questioni di genere”, esistono solo diverse distribuzioni del potere, e che la nostra lotta non è “nostra”, è anche la vostra, ma svegliatevi.
Pubblico questo pessimo video, con questa pessima canzoncina, abbastanza scontata e comunque sessista, senza sapere chi sia il tizio che canta e dunque mi scuserete se non cito la fonte. Di fatto è un video pubblico e virale e se qualcuno mi indica la fonte non avrò problemi a nominarla e a raccontare all’autore quello di cui si discute qui (sai mai volesse partecipare). Vi invito perciò a leggere il contenuto della mail della persona che me lo ha segnalato e gli spunti ai quali rimanda per una discussione che spero non si ridurrà in un “e fatevela una risata… le femministe non hanno il senso dell’umorismo… ah ah… fatevi i caxxi vostri“. Buona lettura e buona discussione.