Tempo fa sono stata a Bologna dalle bellissime amiche del Sexyshock per parlare di “Madri Cattive”, un ottimo libro che vi consiglio di leggere che l’autrice, Caterina Botti, ci ha presentato come fosse una confidenza spartita tra vecchie amiche. Caterina parla veloce e con voce pacata. Si sente che quello che racconta lei lo ha rimuginato per tanto tempo e pensa che ti ripensa ne è venuto fuori un libro che parla di maternità stretta dalle dimensioni obbligate, dagli “stili di vita” imposti a fare la differenza tra una madre buona e una cattiva, dalle terapie che non
lasciano alcuna scelta.
Lei parla di gravidanza e parto e ci tiene a specificare che il punto non è che ogni donna deve partorire ne’ che
essere madre debba essere l’esperienza fondante dell’essere donna come troppe volte ci sentiamo dire. Sceglie però di parlare di parto perchè le interessa e ha visto che nessuno se ne occupa. Perchè si parla di molte esperienze delle donne senza però poi concentrarsi su quella che a noi stesse pare di dover vivere come “natura” comanda. Non so voi ma a me è capitato di partorire in una dimensione quasi surreale in cui non ho scelto nulla.
Arrivi con le doglie in ospedale e da quel momento, a meno che non segui percorsi precisi e alternativi, non hai più diritto di parola su quello che ti sta capitando.