Il testo che segue è una traduzione di All shades of anger, brano che apre Hadeel, album di esordio di Rafeef Ziadah, artista e attivista palestinese. Il lavoro di Ziadah si inserisce nei movimenti che spingono per boicottare, disinvestire e sanzionare l’apartheid portata avanti da Israele. Il suo album non vuole essere solo un’ode alla Palestina, ma uno strumento che dia voce all’oppressione e alla violenza perpetrata sulla popolazione palestinese anche grazie al silenzio e alla connivenza delle sedicenti democrazie occidentali.
Attraverso 12 brani, Ziadah dipana i fili di un intenso viaggio nella sua diaspora di rifugiata, attraversando gli incroci tra razzismo, sessismo e povertà. All shades of anger celebra lo spirito della resistenza all’occupazione delle donne arabe, unendo a questa resistenza la lotta contro la misoginia e il bigottismo e smantellando la varietà dei modi in cui le donne arabe sono disumanizzate dall’apartheid e dalla pulizia etnica di Israele.
Ho scritto questa poesia mentre stavo facendo un’azione diretta nella mia università.C’erano cittadini palestinesi e soldati israeliani. Mi sento parecchio piccola in questa situazione così ho pensato: “Sarò soltanto una palestinese, mi rifiuto di essere una colonizzatrice o una militare!” Così ero stesa a terra e questo tizio è venuto, mi ha tirato un calcio all’altezza dell’intestino e ha detto: “ti meriti di essere stuprata prima di avere i tuoi figli terroristi!”
Al momento non ho risposto nulla, ma poi ho scritto questa poesia per questo giovane gentiluomo.
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