Antisessismo, Attivismo, La posta di Eretica, Personale/Politico, R-Esistenze

Compagni. Antisessisti. Talvolta un po’ machisti

Lui scrive:

Ciao. Volevo condividere con voi questa riflessione, pregandovi di restare anonimo. Un po’ perché non voglio catalizzare l’attenzione su di me, non voglio essere riconosciuto da chi mi conosce e spero che non accada in caso di pubblicazione, perché non lo reputo importante e perché mi vergogno parecchio, un po’ perché vorrei sapere se altri compagni si sono mai trovati in situazioni simili, e cosa ne pensano. Vorrei che un fatto personale venisse collettivizzato.

Cerco di farla breve, perché il contorno, lo scenario, non è così importante. Soprattutto, non è così extra ordinario. Basti sapere a chi legge che nella mia città da diverso tempo un gruppetto di resident* ha preso di mira diverse famiglie rom che avevano parcheggiato i loro camper in un parco pubblico. Nei mesi passati le azioni contro le famiglie rom hanno assunto tratti al limite del terrorismo politico, nel senso letterale della parola: blocchi stradali conditi da insulti e minacce, intimidazioni, aggressioni verbali e fisiche. La destra più becera ha cavalcato, e continua a cavalcare più o meno nell’ombra, questa situazione. Tra solidal* si è deciso di indire un presidio a sostegno di queste famiglie. Tutto bene fino a qui: il classico “presidio antifa”. Noi da una parte, loro dall’altra, le guardie in mezzo. Una situazione, questa sì, ordinaria: qualche intervento al microfono, un po’ di musica, sberleffi da una parte e dall’altra. In generale, un presidio che mi lascia con l’amaro in bocca, con un prurito di sconfitta, una sensazione di non aver saputo ribaltare i rapporti di forza, fatto indispensabile a impedire nuove iniziative razziste.

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Antiautoritarismo, Autodeterminazione, La posta di Eretica, Personale/Politico, R-Esistenze

#Burkini – Indosso il velo islamico ed è il colonialismo che mi opprime

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Ciao. Mi chiamo Loubna ho 28 anni, sono musulmana, non sono sposata, cresciuta in Europa tra l’Italia e la Francia, e porto il hijab il velo islamico.

Questi ultimi anni si é cosi tanto parlato, di me, di quel pezzo di stoffa che ho deciso di mettere, sono stata strega e allo stesso tempo la vittima da salvare, dipende dai giorni e da come si svegliano i politici. A quanto sembra non ho una mente per decidere come vestirmi ma paradossalmente sono anche cosi pericolosa da poter fare il lavaggio del cervello alle altre donne.

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Sono musulmana e tutto ciò che vedete di me è il velo

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Lei scrive:

Ciao, seguo questa pagina e l’amo. Sono una giovane donna, felice di essere donna, non voglio diventare come nessun uomo in futuro, non voglio i ‘loro diritti’ voglio i miei. Voglio che nessun uomo mi dica cosa fare o non fare della mia vita, come vestirmi o non farlo. Voglio che nessuno si sorprenda se occuperò un posto importante da qualche parte e neppure se deciderò di dedicarmi alla cura della mia famiglia e dei miei figli. Voglio essere libera di scegliere.

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