Antisessismo, Autodeterminazione, Critica femminista, Il Femminismo secondo la Depressa Sobria, R-Esistenze

Stereotipi di genere

Quando sei di sesso femminile e ti danno del maschiaccio perché ti piace giocare a calcio o sei di sesso maschile e ti danno della femminuccia perché non ti piace giocare a calcio, ecco: questi giudizi gratuiti nei tuoi confronti si chiamano stereotipi di genere.

Partiamo dall’inizio: c’erano degli uomini con la clava, il cui potere perdurò fino alla stagione del pater familias di epoca romana. I neuroni sopravvissuti ad epoche di glaciazione psicosomatica si sono scongelati di recente ed ecco il mondo nuovo che hanno trovato: le persone non sono più divise in quelle di sesso maschile e di sesso femminile, perché ci sono anche le persone intersex. Di più. Il sesso di nascita non coincide con il genere e dunque una persona nata di sesso maschile può riconoscersi nel genere femminile e una di sesso femminile può riconoscersi nel genere maschile. Ancora: sesso e genere, già diversi tra loro, non hanno nulla a che vedere con la sessualità. Puoi essere nato di sesso maschile, riconoscerti nel genere femminile ed essere lesbica, puoi essere nata di sesso femminile, riconoscerti nel genere maschile ed essere gay. E più andiamo avanti più la questione si complica e non sta a me parlare delle transizioni perché sto solo cercando, senza averne titolo, e mi scuso per questo, di far capire in che razza di situazione complessa devono essersi trovati i neuroni scongelati degli uomini con la clava.

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Antiautoritarismo, Antisessismo, Autodeterminazione, Contributi Critici, R-Esistenze, Ricerche&Analisi

Judith Butler: Basta attacchi contro l’“ideologia del genere”

Re-blogghiamo questo pezzo pubblicato dal bel sito (che vi invitiamo a seguire) Il Lavoro Culturale

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Pubblichiamo un articolo di Judith Butler uscito questa settimana su The New Statesmen. La traduzione è di Giuseppe Forino, Giacomo Tagliani e Nicola Perugini.

Negli ultimi anni in Europa, America Latina e in alte parti del pianeta si sono levate proteste contro una presunta “ideologia del genere”. In Francia, Colombia, Costa Rica e Brasile le elezioni sono ruotate attorno alle concezioni dei ruoli di genere dei candidati. Negli Stati Uniti sia i cattolici sia gli evangelici si sono opposti a una serie di posizioni politiche spesso associate alla “teoria del genere” o alla “ideologia del genere”: i diritti dei trans nell’esercito, il diritto all’aborto, i diritti dei gay, delle lesbiche e dei trans, il diritto al matrimonio omosessuale, il femminismo, e altri movimenti in favore dell’uguaglianza di genere e della libertà sessuale.

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Perché il sesso non è binario

Illustrazione di Angie Wang

 

La complessità non è solo culturale: è biologica

di Anne Fausto Sterling (post originale QUI – traduzione di Giulia)

Due sessi non sono mai stati abbastanza per descrivere la varietà umana. Né in tempi biblici né adesso. Prima di conoscere abbastanza della nostra biologia, abbiamo creato regole sociali per amministrare la diversità sessuale. L’Antico codice rabbinico conosciuto come Tosefta, per esempio, a volte trattava di persone che avevano parti sia femminili che maschili (testicoli e vagina, ad esempio) come donne – che non potevano pertanto ereditare proprietà o diventare sacerdoti; e altre volte, come uomini – a cui veniva vietato di rasarsi o di trovarsi da soli con donne. Più brutalmente, i romani, vedendo le persone di sesso misto come cattivo presagio, avrebbero potuto uccidere una persona il cui corpo e la cui mente non si conformavano alla classificazione sessuale binaria.

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Transizioni Tempestose: il muro burocratico

Lei scrive:

Ciao Eretica, ciao tutte
Vorrei condividere questo piccolo resoconto dei miei primi mesi in transizione.
E’ un racconto molto personale e lo scopo non è solo generare un piccolo report di autocoscienza trans ma anche evidenziare gli attuali problemi della sanità pubblica a Milano per quanto riguarda le transizioni. Teoricamente l’Ospedale Niguarda dovrebbe essere l’avanguardia in Italia, purtroppo non è più così, ma non se ne parla abbastanza.
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Né etero né lesbica: faccio sesso con chi voglio!

Lei scrive:

Vorrei dare il via ad una serie di riflessioni sulle definizioni stereotipate che ti classificano come etero o lesbica quando in realtà tu fai sesso con chiunque ti faccia “sangue”, qualunque sia il suo genere e il suo sesso biologico.

Esiste una schematizzazione che diventa anche stereotipo sessista? Esiste una classificazione gerarchica che pone all’ultimo gradino le persone che non amano autodefinire il proprio orientamento sessuale come etero o lesbico?

So che devo molto a chi ha messo in atto la sfida sociale sulle imposizioni in fatto di orientamento sessuale e che c’era bisogno, forse un tempo, di classificazioni rigide ma oggi deve ancora essere così? Perché devo essere costretta a definirmi, a spiegare, a sentirmi dire che sono confusa, se non mi riconosco nelle logiche di gruppo? Perché non posso esprimere la mia sessualità come piace a me senza perciò che il mio corpo e la mia volontà siano dissezionate sotto l’occhio vigile di chi non si fa i cazzi propri?

Perché devo sentirmi dire che sono repressa o che non voglio classificarmi per non perdere spazio di accettazione sociale? E dire che se mi definissi lesbica avrei una comunità di riferimento, non subirei ostracismo e non riceverei le stesse critiche che subisco perché non voglio classificare la mia sessualità.

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Trans Ftm: “vorrei adottare un bambino”. Risposta: “fatti ingravidare”!

Lui scrive:

“Ciao Eretica e altri, eventuali, admin della pagina. Vi scrivo perché non so dove altro andare a rifugiarmi, perché ho bisogno di sfogare, di ricevere consigli, di parlare. Perché più ci penso, più mi sento triste, solo, dilaniato.

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Attenzione al punto di vista di genere: così cresciamo insieme!

Lei scrive:

Cara Eretica,
seguo la tua pagina ormai da quasi un anno, e veder comparire i post della tua pagina in mezzo al mare di sciocchezze che Facebook propina mi riempie il cuore ogni volta. Certo molte volte si tratta di storie tristi, di denunce piene di dolore e frustrazione, di racconti che mostrano come la nostra società continui a masticarci e sputarci via ogni volta che osiamo alzare la voce, esprimere dissenso, protestare per quello che non troviamo giusto. Insomma, non sempre è una lettura piacevole e leggera

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Avessi un figlio gli insegnerei a essere chi vuole e non a essere “più uomo”

Immagine da http://genderanarchy.tumblr.com
Immagine da http://genderanarchy.tumblr.com

 

Lui scrive:

Cara Eretica, ho letto il post che hai scritto sulla pagina “Gli uomini sono le nuove donne” e volevo ringraziarti per aver detto benissimo tutto quello che avrei voluto dire io. Io sono uno di quegli uomini che non paga la cena, non apro la portiera dell’auto, non  ho neppure la patente a dire la verità perché vado in giro in bicicletta e con la bici vado anche al lavoro. Non mi sento meno uomo per questo e per fortuna non ho incontrato donne che mi rimproverassero di essere poco uomo perché non somiglio a john wayne.

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La posta di Eretica, R-Esistenze

Femmine e maschi e la “diversa” conformazione della retina!

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Chiara mi segnala questa cosa che vi sottopongo. Qualcun@ ne sa di più? buona lettura!

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Ciao Eretica,
ti scrivo per segnalarti un articolo che mi ha lasciata perplessa. Ci sono capitata per caso, è sul sito di La Manif pour Tous. Parla di giocattoli e “inclinazioni naturali” di maschietti e femminucce verso una o l’altra cosa, discorsi già sentiti, ma in particolare mi ha colpito un dato scientifico (o che loro vogliono far passare come tale…) che non conoscevo. In pratica dicono che femmine e maschi sono attratti rispettivamente dal rosa e dall’azzurro non per motivi culturali, ma per via di una diversa conformazione della retina (!) per cui noi donne vedremmo meglio i colori caldi e gli uomini quelli freddi. Ho provato a cercare altre notizie al riguardo ma ho trovato solo un altro sito “gender-fobico” il quale riporta come fonti degli studi in inglese. Sarebbe davvero interessante capire se c’è un fondamento o se si tratta dell’ennesimo tentativo di manipolare la realtà (e la scienza) per rafforzare le loro tesi.
Ps: all’università ho studiato teoria del colore e percettologia, con tanto di analisi dell’apparato visivo, e MAI ho sentito un discorso simile…

Questo l’articolo.

Questo il secondo, più approfondito.

Grazie per tutto Eretica, la tua pagina è sempre una boccata di aria fresca 🙂

Chiara

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Cara Costanza Miriano: Gesù era femminista!

Cara Costanza, se permetti che ti dia del tu, avevo letto, qualche giorno fa un articolo su Il Foglio che ti deve essere piaciuto dato che lo hai ripubblicato sul tuo blog. Parla di odio generalizzato verso gli uomini. Associa questo sentimento alle “post/femministe”. Figurati che questo termine sono solite usarlo le femministe radicali, quelle più autoritarie, per screditare le femministe come me che non guardano al mondo con una ripartizione così netta delle responsabilità: gli uomini tutti carnefici e le donne tutte vittime.

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Cara Lea Melandri, la responsabilità degli orrori del mondo è di tutt*

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Mi spiace che alla fine Lea Melandri abbia ceduto a una lettura che non va oltre l’attribuzione di meriti o demeriti ad una dualità di esseri umani. Gli uomini violenti, le donne vittime. Senza vie di mezzo e concludendo che comunque la pensiate è andata così. Sempre così. Dal carattere maschile deriverebbero tutti i mali del mondo e a nulla vale ricordare che se le donne avessero occupato eguali posizioni, potere, avrebbero commesso eguali quantità di crimini.

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Stereotipi sessisti e dimensioni parallele

Domenica mattina. C’è lui che prepara il pranzo. Nel frattempo ordina la stanza, sistema il divano, gioca con l’acqua per pulire il bagno, mette in moto la lavatrice, apre la finestra, si accomoda e riesce a leggere due pagine di un libro, corre al telefono a rispondere agli amici che verranno per la sera, spazza via qualcosa e poi ripassa con lo strofinaccio una macchia sul pavimento perché per lui la simmetria è importante. Chiede: “ti vanno bene gli spaghetti”? E l’altra dice si. Distratta, perché deve finire di scrivere qualcosa da consegnare entro martedì. Poi lui si avvicina, le molla un bacio, la invita “a tavola”, due immagini di telegiornale, e la pubblicità che interrompe. C’è lui che non fa un cazzo, seduto a giochicchiare con qualcosa e lei che pensa a tutto.

La sensazione è quella di vedere riflesso un capovolgimento e una distorsione. E ora vi spiego cosa comporta la normatività quando puoi vedere una immagine che dopotutto neanche ti rappresenta.

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