Autodeterminazione, Critica femminista, Personale/Politico, Precarietà, R-Esistenze, Welfare

Buon otto marzo alle disabili, malate, depresse e così via

Buon 8 Marzo a tutte. E intendo proprio tutte. Incluse quelle che sono malate, impossibilitate a muoversi, disabili o come chiunque vuole chiamarci, neuro atipiche, o malate mentali, agorafobiche, depresse croniche, con tentativi di suicidio alle spalle, con difficoltà a svegliarsi al mattino, a prendere sonno la notte, con cicatrici sulla pelle che testimoniano gli atti di autolesionismo, con il grasso o la magrezza che testimoniano i disturbi alimentari, con ogni tipo di problema che sia visibile o invisibile e che difficilmente viene considerato. 

Al di là delle belle parole il punto di certe malattie e che è difficile parlarne, come lo è stato per me che me ne sono vergognata per molto tempo.

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Affetti Liberi, Autodeterminazione, La posta di Eretica, Personale/Politico, Storie

Sono una puttana scema, felice di esserlo

Lei scrive:

“Cara Eretica, sono una ragazza di 21 anni. Vivo all’estero, ho avuto un’infanzia con un padre difficile ed esperienze da dimenticare, ma sono qui e resto qui.

Per alcune persone sono lesbica, per altre bisex. Io non voglio etichettarmi, lo odio. Se mi innamoro, mi innamoro. Poco mi importa di cosa ha tra le gambe.

Ragazza con una situazione difficile, esperienze negative, bullismo a scuola, relazioni serie (e intendo non quelle relazioni fatte perche mi sentivo sola, ripieghi, solo sesso). Come molti anche io nell’adolescenza ho fatto le mie belle cavolate, ho problemi con il mio aspetto, non sono alta e magra e sinuosa, non si girano tutti per guardarmi e appena ho potuto me ne sono andata di casa. Un po’ per scelta e un po’ perché costretta dalla situazione socio/economica che mi opprimeva.

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Autodeterminazione, La posta di Eretica, Personale/Politico, Sessualità, Storie

Una sex worker mi ha salvato la vita

Sessualità-e-disabilità

Lei mi aspettava sotto casa e a me sembrava giusto farle da cavaliere. Lei sale in macchina e mi dice che odia le auto vistose. Neanche fosse rivestita di tessuto leopardato. La mia auto è gialla ed è decappottabile, e non posso farci niente se la mia famiglia è ricca e io non posso nascondere da dove vengo.

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Autodeterminazione, La posta di Eretica, R-Esistenze, Sessualità, Storie

Prima di lei vivevo il sesso rotto

Non so se avete in mente quel che vuol dire per un ragazzo di trentadue anni soffrire di disturbo ossessivo compulsivo. Ho i miei pensieri fissi che mi inducono una serie di ritualità da rispettare prima di fare qualunque cosa. Devo camminare due volte di lato e due di traverso prima di sedermi su una sedia. Prima di ingoiare un boccone devo muovere il cibo in una direzione o in un’altra e poi separarlo dal resto per poi afferrarlo quasi che fosse una cosa proibita. Devo compiere riti prima di andare in bagno, lavarmi, vestirmi, allacciarmi le scarpe e quando tento di comunicare devo recitare più volte la stessa parola, poi un’altra e un’altra ancora e il risultato è fastidioso per me, figuriamoci quel che può significare per chi mi ascolta.

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Antiautoritarismo, Autodeterminazione, Sessualità

#Germania, sex workers seguono un training speciale per assistenza a disabili

Un articolo su sex worker e disabili. Tradotto da Claudia della nostra lista Traduzioni Militanti. Buona lettura!

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Germania, sex workers seguono un training speciale per i disabili

Superando (attraversando) due tabù: la prostituzione e la sessualità dei portatori di handicap sia fisici che mentali

di Dietrich Mittler

Nuremberg – l’accogliente ufficio del centro di ascolto Kassandra per sex workers in Bavaria, stato del sud della Germania, è arredato con un brillante divano rosso, un grande tavolo di legno e un dipinto in colori pastello al muro. Questo è il luogo dove, solitamente, vanno gli uomini e le donne che vogliono lasciare l’industria del sesso per accedere a dei corsi di formazione per cambiare lavoro.

Ma un altro tipo di corso di formazione è tenuto questo pomeriggio. Sette lavorator* sono andati a conseguire il diploma in “Accompagnamento e assistenza sessuale qualificata”.

Barbel Ahlborn, che dirige il centro di ascolto di Nuremberg, è orgoglioso dei corsi che Kassandra sviluppa con Pro Familia, un centro per la pianificazione familiare. “Questo è l’unico progetto pilota della nazione” dichiara.

Il corso ha formato sei tra lavoratrici e lavoratori Erika, Birgit, Kai, Elisabeth e Romy, così come Richard e Kurt (tutti i nomi sono stati cambiati), su come possono aiutare le persone disabili a esplorare la propria sessualità.

La fine del corso è celebrata con vino frizzante, pizza e insalata. Ma i partecipanti sanno che l’aver conseguito un certificato nell’accompagnamento e assistenza non cambia cosa pensa la gente – perchè il loro tipo di lavoro, cioè la prostituzione, è ancora un tabù.

Anche se secondo molti i servizi sessuali a pagamento dovrebbero essere disponibili per quelle persone con disabilità mentali e fisiche. Dice Romy: “ L’opinione pubblica è divisa – alcuni accolgono questa possibilità, ma molti altri che si sono sempre opposti ai/alle sex workers dicono che sia perverso”.

Simone Hartmann, responsabile in capo di Pro Familia in Nuremberg non considera la cosa così negativamente. “Oggi, la sessualità e l’autonomia sessuale delle persone disabili non è più un argomento tabù, anche se ancora non è assolutamente normale trattarlo.

Tutto questo era chiaro alla conferenza di Monaco sui diritti sessuali e riproduttivi dei disabili, che si è svolta qualche mese fa. Molt* responsabil* delle strutture per i disabili non sono molto in disaccordo che i portatori di handicap abbiamo il diritto di esprimere la loro sessualità. Il riconoscere pubblicamente l’operato di sex workers nella loro struttura causa un problema di immagine, dicono.

Nel frattempo ci sono frequenti dibattiti sui forum di internet sulla sessualità della persona disabile. Può un paraplegico, per esempio, fare sesso? E se è si, come? Nei loro blog le partner femminili di questi uomini rivelano che: “Da tempo, per imparare a prendersi cura delle parti del corpo non siamo soliti trovare la parte erotica, ci riscopriamo in un nuovo intenso modo.

Prostituzione o “accompagnamento sessuale”?

Erika, che arrotonda come sex worker, dice che crede che la gente abbia un’idea sbagliata “sull’accompagnamento sessuale” ai disabili. ” Non è sempre una questione di sesso ma è anche commovente e tenero”, sottolinea. Racconta la storia della sua prima visita ad un anziano in una casa di riposo, un’esperienza che definisce una delle migliori che abbia mai avuto come sex worker a causa di qualcosa che disse l’uomo. Quando stava andando via, egli sussurrò: “Se solamente gli altri sapessero quanto siamo stati selvaggi! E ancora: ”Tutto quello che abbiamo fatto è stato danzare e toccarci un po’ “

Adesso ai cittadini di Nuremberg vengono offerti servizi per le persone con disabilità sia fisiche che mentali, per i quali lei viene pagata con 150 euro. Il suo compagno sa cosa fa: “E’ un uomo adulto, non un bambino, mi conosce e sa che non sono pazza – solo un po’ diversa dalle altre persone”

L’operatore sociale Kurt dice che divenne consapevole dei bisogni sessuali delle persone disabili lavorando come team leader nei servizi per i portatori di handicap mentali. “La sessualità è una cosa che deve essere sperimentata ma queste persone non ne hanno la possibilità”, dice. Egli non ha, ancora, un’idea concreta su questo tipo di lavoro – “ Penso che la parte più difficile sarà come spiegare ad aiutare la gente a conoscere i loro corpi, permettendogli di vedere e toccare un uomo nudo, e quel tipo di cose” dice.

A differenza di Richard, che vuole lavorare solo con clienti di sesso femminile, Kurt dice che riesce a vedersi con un uomo sebbene dipenda da chi. Kurt ha dei bambini, dei figli. Loro sanno dei suoi piani “e non è un problema, pensano che sia figo” dice.

Ma Birgit, una donna magra e vivace che si è guadagna da vivere come sex worker per 26 anni, racconta che sua figlia non ha visto bene queste novità quando l’ha informata.

Mentre la qualifica in accompagnamento e assistenza sessuale può essere una pietra miliare, in Germania, vari terapist* hanno spinto l’attenzione su questo argomento dal 1990, e ci sono vari singol* professionist* che offrono i loro servizi nella nazione – generalmente carezze, contatti col corpo, massaggi e, in alcuni casi, contatti sessuali senza baci, sesso orale o rapporti completi. Infatti, causando fastidio di alcune, Pro Familia ha anche tracciato una linea tra prostituzione e “accompagnamento sessuale.”

“La prostituzione è legale, in Germania. Sex workers sono liber* professionist*. Pagano le tasse”, dicono.

Kai, una partecipante al corso, che ha lavorato come professionista per molti anni, crede che i pregiudizi contro il lavoro sessuale sono ingiusti, ”E’ un lavoro serio”, dice sottolineando che non tutti gli uomini sono così fortunati da trovare partner e le sex worker coprono un bisogno. Aggiunge che è felice che lo sforzo congiunto di Kassandra e della Pro Familia “abbia portato una nota di serietà al nostro lavoro”.

Dal conto suo, Hartmann di Pro Familia è consapevole del fatto che la prostituzione è una questione delicata. Se pro Familia ha coadiuvato Kassandra nella gestione del corso, dice, è perchè è necessario: “In particolare in Bavaria, il bisogno di persone appropriate e qualificate per lavorare con disabil* su questo aspetto è diventato sempre più pressante”, afferma.

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Autodeterminazione, Coming Out, La posta di Eretica, Personale/Politico, R-Esistenze, Sessualità, Storie

Donna, disabile e non voglio amore eterno. Voglio sesso a pagamento!

Sono una disabile e ho bisogno di fare un po’ di sesso. Qualcun@ che mi tocchi, mi accarezzi, mi faccia stare bene. L’ho detto a mia madre che continua a ripetermi che serve una persona che mi ami, ma io non voglio che una persona mi “ami”, voglio solo scopare. Davvero non capisco perché mai per godere un po’ dovrei accollarmi una relazione con chiunque. Dice che lei lo farà presente al medico perché potrebbe farmi male e io so che il medico se ne strafrega perché in realtà è un vecchio bacucco ancora più bacchettone di quanto non sia lei. Per lui io sono una creatura di Dio da custodire e trattare con tanta compassione e per il resto se anche non ho la forza di masturbarmi non gliene frega niente.

Non sono completamente inabile al godimento. Posso fare molto poco ma quel che posso fare va anche bene. Ho superato controlli dalla ginecologa che ha detto che è tutto okay e ho un paio di tette che urlano vendetta se solo qualcun@ le toccasse. Ho labbra, lingua e una vagina funzionante. Riuscissi a vedermi meglio potrei trovare qualcosa di eroticamente seducente perfino guardando il mio culo. La mia patologia è degenerativa ma io non voglio pietà e mi sono rotta le scatole di restare con mia madre che fa ancora la guardia alla mia verginità.

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Autodeterminazione, ParaGiulia

ParaGiulia: quella stronza di una paraplegica!

Giulia quando fa la stronza non sembra poi così vulnerabile. E’ una adulta in un corpo paraplegico e dunque gode di due o tre vantaggi quando si confronta/scontra con persone che le vogliono bene. Mentre tu sei lì che pensi a non ferirla a lei viene in mente che ti può sfanculare in malo modo e allora tu ti scopri ad essere tutrice, aspirante salvatrice, che non vede l’umana ma solo la malata. Una persona che non dovrebbe perciò vedere, pensare, desiderare, perché c’è il mondo intero a desiderare al posto suo. Sicché quando lei ti sfancula dopo che le hai ripulito il culo vorresti dirle “come, dovresti essermi grata, così riconoscente, e invece sei perfino umana? Tu? una figura mitologica per metà donna e per metà sedia a rotelle?“.

Dunque si, le dici stronza. E io sono stata tanto stronza, non so se più o meno di quanto non sia stata lei, ma da lei principalmente ho appreso che aiutare non significa sostituirsi alla persona che aiuti e che è tanto difficile non prevaricare chi ha evidentemente bisogno di aiuto ma non per questo ti consegna le chiavi di tutta la sua vita. Di tutte le persone conosciute quella della disabile autodeterminata davvero mi mancava. Perché lei non vuole che tu faccia le cose al posto suo. Le vuole fare lei anche se impiega più tempo e ti fa venire il latte alle ginocchia per l’attesa. Lei non vuole essere dipendente ma vuole essere lei a prendere le sue cose, che tu devi metterle a portata di mano, vuole essere lei a decidere come devi pulirle il culo, anche se sei tu a pulirlo, perché il culo, diciamocelo, è il suo. Vuole essere lei a scegliere e quel che sceglie tu devi eseguirlo al posto suo.

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ParaGiulia

ParaGiulia: storie tragicomiche di una paraplegica (single)!

Il post sul Punto G della paraplegica mi ha fatto venire in mente altre cose.

In ogni caso, va detto, molte persone in stato di paraplegia (figuriamoci quelle in stato di tetraplegia) una vita sessuale non ce l’hanno. Qui si tratta di sessualità negata oltrechè normata perché non esistono supporti in questo senso e perchè la vita di una persona in quelle condizioni è talmente precaria e in totale stato di dipendenza che è inutile girarci attorno e dire sciocchezze. E tanto realismo non vuole tarpare ali e speranze a chi ne ha.

Per fare sesso entro la norma etero/riproduttiva con una persona che sta così la devi assistere in tutto e per tutto e col cavolo che succede quello che ti fanno vedere nei film conditi di retorica romanticheggiante di merda, tutti cuoricini e vissero felici e contenti, anche se uno dei due sta sulla sedia a rotelle. Tra le persone che stanno in questo modo trovi chi è paraplegic@ e non ha complicazioni solo fino ad una certa età. Persone giovani che non manifestano altre conseguenti o indipendenti patologie.

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