Antiautoritarismo, Antifascismo, Antirazzismo, R-Esistenze

Salvini, sempre più umano. Un caso. Umano.

Leggendo dell’uomo legato mani e piedi e praticamente morto “durante l’intervento di polizia” ho sputato tutto il caffè che avevo appena bevuto. Grazie al Salvini di turno ho capito che non solo all’immigrato tocca la legatura mani e piedi (piedi?!?) ma, perché no, si potrebbe mettergli anche un bel cappuccio in testa in Guantanamo Style per poi consegnare il suddetto ad una bella folla di forcaioli affinché lo impicchino all’albero più vicino.

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Antiautoritarismo, La posta di Eretica, R-Esistenze

Ancora a proposito dei bambini in carcere

In risposta al mio post sui bimbi in carcere Giulia invia questo messaggio che condivido con voi. Buona lettura!

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Ciao Eretica, ho visto che si sta parlando molto di bambini in carcere in questo momento e pur dispiacendomi moltissimo per quello che è successo a Rebibbia, vorrei fare alcune precisazioni affinché il dibattito sia più informato e più proficuo. Se tu avessi voglia di pubblicare questo messaggio te ne sarei grata 🙂

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Contributi Critici, L'Inchiostrato, Pensieri Liberi, R-Esistenze

Miss Italia e il tizio che guarda il dito e non la luna

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di Inchiostro

Ok.

E’ un pochino che non scrivo nulla e scommetto che non vi sono mancato.
Stavo giustappunto pensando di scrivere qualcosa riguardo la percezione dei corpi, solo che poi si è sollevato il gran macello riguardo le dichiarazioni di Miss Italia, e quindi.

Ragazzi, devo dirlo, certe cose mi fanno ammattire.
Ammattire nel senso che vengo colto da momenti di ilarità incontrollata, nel senso che sono proprio divertito.

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Antiautoritarismo, Autodeterminazione, Critica femminista, R-Esistenze

Copiose manciate di fumo negli occhi. Riflessioni sulla Francia e l’aborto

ManoGabbia_480Da Incroci de-Generi:

La notizia della recente riforma della normativa che in Francia regola l’aborto legale sta sollecitando in Italia entusiasmi un po’ troppo facili, a parere di chi scrive. Innanzitutto, l’aborto in Francia era già legale e permesso a tutte coloro che si trovassero in una situazione di sofferenza a causa del loro stato. Una clausola oltremodo vaga e facilmente aggirabile, che non sappiamo quanto  fosse di ostacolo concreto a coloro che volessero abortire, probabilmente non più di quanto lo sia l’obiezione di coscienza in Italia. Non mi risulta – ma forse è solo mia ignoranza – che in Francia, al di là delle recenti manifestazioni di solidarietà per le spagnole, ci fossero mobilitazioni per una riforma della legge sull’interruzione di gravidanza. Mi risulta però che le sex workers sono ancora in strada a protestare contro la recente legge abolizionista che le riguarda e a rivendicare il loro diritto all’autodeterminazione, inascoltate tanto dal governo francese quanto dalla ministra per i diritti della donne Najat Vallaud-Belkacem. All’improvviso, dopo una legge abolizionista, veniamo a conoscenza di questa riforma che molto semplicemente cancella una clausola e la sostituisce con un’altra: l’aborto sarà permesso a tutte le donne incinta che non vogliono portare a termine una gravidanza. Una modifica formale, dunque, che non sappiamo quanto inciderà sulla sostanza. Un po’ troppo poco per festeggiare la piena conquista della libertà di scelta, anche perché una conquista è frutto di una lotta e non di una disposizione calata, ex abrupto, dall’alto.

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Antiautoritarismo, R-Esistenze

Psichiatrizzazione e disumanizzazione delle detenute

Quando si batte il tasto del securitarismo e della repressione si alimenta l’industria del salvataggio a garanzia della sicurezza dei cittadini e delle cittadine per bene. Quando si alimenta quell’industria e tutti i ragionamenti, incluso quelli che parlano di violenza sulle donne, finiscono con il consegnare le nostre speranze e soluzioni tutte quante ai tutori e alla galera riaffermiamo e rilegittimiamo quanto avviene nelle carceri. Luoghi in cui la dignità della persona non esiste, dove la psichiatrizzazione dei soggetti rende quel che c’è dentro quelle mura identico alla dimensione di tanti manicomi così com’erano un tempo. Lo raccontano in tant*. Stavolta ve lo faccio raccontare dalle detenute del carcere delle Vallette che per protesta indicono una “battitura” il 4 dicembre.

da Baruda:

Stralci di una lettera dalle Vallette.
04/11/2013

(…) Mi trovo tutt’oggi ancora ai Nuovi Giunti. Sono stata trasferita il 22 luglio. Io come altre detenute, siamo al livello di non ritorno dalla quasi pazzia. In teoria nei Nuovi Giunti puoi starci massimo 15 giorni.

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Antirazzismo, Comunicazione, Culture, R-Esistenze

#Boccassini e #Boldrini: la furbizia orientale e il carcere “isola felice”!

Boccassini nel corso della requisitoria nel processo contro il Cavaliere ha definito Ruby “furba, di quella furbizia proprio orientale, delle sue origini“.

A parte che il Marocco è più a occidente dell’Italia e che questo ragionamento un minimo islamofobo fa veramente senso, c’è giustamente Marginalia che parla di linguaggio neo-coloniale-orientalista-razzista-sessista che non risparmia nessuno.

Tutto ciò mentre organizzazioni di estrema destra fanno manifesti contro gli immigrati, a Pistoia qualcun@ scrive che bisognerebbe “sparare” alla Ministra Kyenge, Grillo fuori dall’euro, dall’europa, abbasso Merkel eccetera eccetera, vuole però che si rispetti giusto il piano della Fortezza Europa per non far circolare troppi migranti in giro.

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Antiautoritarismo, R-Esistenze

#15ott, sentenza: Roma come Genova

Sei anni di carcere per i fatti del 15 ottobre. Sei anni per una camionetta. Dieci e più anni per una vetrina a Genova e zero per i responsabili della carneficina alla Diaz nel G8 del 2001. La galera è il mezzo di controllo sociale, dopo il manganello, che funge da deterrente per rimuovere e mitigare il dissenso. Mai più galere, recinti, confini. Mai più. Per nessun@. Questa dovrebbe essere la regola di buon senso contrariamente a quel che voleva Di Pietro che all’epoca invocava addirittura la Legge Reale. Perché la galera serve a rinchiudere chi colpisce la proprietà, che può essere un oggetto, perfino una persona, se di proprietà, di uno, qualcun@, dello Stato, è una proprietà e in quanto tale presuppone la punizione di chi la prende, la viola.

Il sangue di una camionetta e di una vetrina quanto può apparire più rosso di quello di una delle tante persone che io ho visto massacrate a Genova? Quanto vale una vita, un essere umano? Niente. Non vale niente.

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Antiautoritarismo, Antirazzismo

C’era una volta la sindaca di Alcatraz

C’è questa sindaca di Lampedusa che ha pietà dei morti che le arrivano dal mare. Cadaveri migranti che vengono consegnati tra un’onda schiumosa e l’altra e teste e capelli e labbra e carne infrangersi sugli scogli ché bisogna tirarli su con le reti dei pescatori come fossero pesci andati a male, non commestibili per questa nostra amata patria fatta di recinti per gli scarti umani.

Non so chi sia la sindaca ma se dice ciò che dice merita la mia stima anche se bisognerebbe dicesse al partito che credo l’abbia eletta, il Pd, che Cpt, Cie e tutte le frontiere della Fortezza Europa, le ha volute anche lui e le ha scelte, proposte, votate, imponendo securitarismo, sposando le campagne antimmigrati fatte sul corpo delle donne, quando la violenza veniva associata al rom, al musulmano, all’africano.

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Antiautoritarismo, Antirazzismo, Violenza

Ci risiamo con gli “stupri utili”

L’immigrato oltrepassa barriere insormontabili, supera il deserto trascinandosi tra un carcere e l’altro, stipato in carri bestiame chiusi a cuocere sotto il sole e poi a fare la fame e dare tutto per beccare un’imbarcazione di fortuna e attraversare il mare per raggiungere una costa in cui per prima cosa ti prendono, ti rinchiudono, perché il reato che hai commesso è essere sopravvissuto a tante peripezie, poi prima di espellerti, così almeno dicono, pretendono di identificarti per sapere se in Italia entrerà carne buona o marcia.

Ad ogni modo resti dentro un lager per sei mesi tanti quanti sono destinati a questa gente in un Cie (i nostri umanissimi centri di identificazione ed espulsione) e se hai culo esci con un foglio di via se non ti imbarcano nell’immediato e se becchi un treno ti ritrovi clandestino in una città dove i tuoi unici contatti sono quasi clandestini come te nel tentativo di sopravvivere tra un lavoretto, un pregiudizio e l’altro.

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Antiautoritarismo, Storie

Il carcere dal volto umano

La bicicletta è un buon mezzo dopotutto. Arrivi, trovi posto e poi c’è tutta la trafila burocratica. Lascia il documento, molla tutti gli averi, niente telefonino, nessun supporto tecnologico, posa la borsa, supera la prima porta, poi la seconda, c’è ancora un vetro blindato e infine il cemento che scorre sotto i piedi e il metal che ti fa l’ultima perquisizione.

Operatrice per conto dell’associazione umanitaria. Che ti serve oggi? Occhiali. Mi hanno rotto gli occhiali. Chi? Nessuno. Poi c’è quello che parla a malapena l’italiano. Stai bene? Tell me, please. ‘azzo hai fatto? Un po’ di hashish. Si, certo. Come non pensarci. Di cosa hai bisogno tu? Un permessino. C’è sempre un cazzo di documento da compilare. E non ne esiste una versione in lingua inglese. A te che serve? Medicine. Hai chiesto al medico? Non c’è il medico? Due denti rotti e un punto di sutura sul labbro. Che ti è capitato? Niente. Qui non capita mai niente.

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Affetti Liberi, Autodeterminazione, R-Esistenze, Storie

Pareti umane

La cosa brutta è quando attorno a te si ergono quattroparetiquattro e tutte senza porte né finestre. Allora non ti resta altro da fare che andar di testa, poi di spalla e poi urlare perché alla fine anche tu vuoi respirare. Non basta l’aria di muffa che sta in quel posto interno e ti chiedi come facciano quelle pareti a volgere parte del muro fuori senza avere la tentazione di dissolversi, far circolare il sole, l’aria, il vento, le ragioni.

Quando ho incontrato un tale si poneva come fosse una parete e poi c’ho parlato ed è diventata una poltrona, comoda, e sedendomi ne ho compreso anima e tessuto. Così di qualche donna che in realtà poi mi svelava che ero stata una parete anch’io. Parete, dici? Si si, proprio parete, e io tentavo di aprire un varco, di farti sentire qualche cosa ma lo spessore qualche volta non coincide con l’essenza piena e una identità intelligente e allora ci sta pure che tu sia tanto idiota in qualche caso.

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Antiautoritarismo, Pensieri Liberi, Storie

La libertà è reato

Ce l’ho col carcere per tante ragioni. Ho visto chi ci vive dentro e non ne trai niente di buono. Non si capisce chi sia innocente e chi colpevole. Non si capisce se ha appreso il motivo per cui è lì oppure no. Tanti sono dentro solo perché sono neri, verdi, gialli, colorati. Tanti lo sono perché poveri e disintegrati. Poi ci sono i pazzi, quelli che Foucault ci chiacchierava a lungo, con la loro storia e il loro significato di anormali in una società “normale”. Rinchiusi pure quelli. E ci sono gli immigrati da identificare ed espellere e gli asociali di questa società un poco incomprensibile fatti di panico e di assenza di comprensione per gli eventi. E ancora i bimbi che se non li vuole nessuno o se lo Stato se ne appropria li mette in istituto. Rinchiusi. Rinchiusi. Rinchiusi.

E c’è la gente che resta chiusa in branco o a fare chiacchiere nei propri ghetti e chiudono e richiudono ogni spiraglio finché proprio si smette di respirare. Aprite almeno le finestre, perdio, che il mondo possa sentire e se il mondo sente e vi contamina perché l’ascolto stesso un po’ vi condiziona, allora rassegnatevi perché le differenze non si possono controllare. C’è da capirle, il più possibile, per quel che è dato sapere a noi umani che di sapere sappiamo veramente un cazzo. Ma proprio niente.

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