Ho fatto quel che mi ha consigliato la psichiatra. Ho perso il controllo e mi sono abbuffata, con gusto, di cose che amo mangiare, senza sforzo, lentamente. Ma non sono cambiate le conseguenze. I sensi di colpa uniti alla voglia di procrastinare per qualunque impegno. Senso di immobilità, nervosismo, timore di uscire fuori. Non so come disinnescare. Devo fare da spettatrice e prendere appunti come se io mi osservassi dall’esterno. Per riferire alla psichiatra e per capire dove sta l’innesco e dove il disinnesco. Dopo mi sento come se fossi venuta fuori da una brutta sbornia, con un gran mal di testa, la fine degli effetti passeggeri di benessere che il cibo anestetizzante mi procura, e il conto che mi presenta la realtà.
Devo andare in farmacia, dovrei andare a fare la spesa e non riesco a fare nulla se non delegare. Come riprendo il controllo? Mi sento uno straccio. Non riesco a fare nulla. Questa è la prima osservazione concreta del post abbuffata da quando sono in terapia. Capisco perché la psichiatra ha affrontato ora l’argomento, dopo aver visto che ho stabilizzato la depressione. Pensavo di aver fatto gran parte del lavoro di riesame di me stessa, del caos interno, ma ora devo ricominciare da capo. Intanto rifletto e poi guardo qualcosa di innocuo perché non ho voglia di analizzare nulla. Anestetico sostituisce anestetico. Dal cibo alla visione di qualcosa di insignificante. Cercando di darmi tempo per correggere la rotta e ritrovare la forza per riprendere il controllo.
Ecco tutto. E’ faticoso.
Un abbraccio
In piena lotta
Eretica Antonella