'SteFike, Acchiappa Mostri, Antiautoritarismo, Comunicazione, Market Girl, Satira, Violenza

“Processo pubblico” in difesa delle vittime di violenza!

immagine07Il mio programma ebbe un calo di share. Fu a quel punto che io capii che dovevo cambiare strategia. Così decisi di cambiare anche il mio personaggio. Non più la conturbante e avvenente conduttrice di un programma che mostrava carne femminile, giacché quel che avrebbe venduto meglio, fuori da un mercato di nicchia, in orari accessibili alle grandi masse, sarebbe stato ora il modello della donna/vittima.

Qual è la donna che tra una faccenda o l’altra non ama farsi i cazzi dell’altra e non desidera dire la propria opinione su ogni cosa? Qual è l’uomo che non desidera vedere la donna fragile e da salvare svolgendo anche in pubblico il ruolo di tutore?

Decisi di chiamare il nuovo programma “Processo Pubblico”, da un lato la vittima e dall’altro l’accusato. Un piccolo spazio per svolgere interviste a specialisti del settore, preti, madonne, psichiatri e criminologhe, l’angolo per la libera opinione del pubblico con due fazioni avverse, tifoseria per la difesa e quella per l’accusa, due pseudo avvocati, una parecchio conturbante che parla facendo le veci del diavolo e l’altro santificato con desiderio di salvare la povera fanciulla indifesa, infine l’angolo per lo svolgimento della pena la quale dovrebbe comunque essere inflitta solo dopo aver ottenuto il voto del pubblico. Bisogna telefonare pigiando il tasto uno se siete d’accordo con lei e il tasto due se siete d’accordo con lui.

Continua a leggere ““Processo pubblico” in difesa delle vittime di violenza!”

Antiautoritarismo, Autodeterminazione, Market Girl, R-Esistenze, Storie

Io zoccola dunque valgo

1173845_637278386291099_1286171987_nCon l’avvenenza o il sesso ho pagato mille cose. Mi sono guadagnata la libertà da un mondo opprimente che non mi piaceva. Ho usato cazzi, uno dietro l’altro, per farne ponti che mi conducessero altrove. Mi sono data delle possibilità. C’era un pedaggio che mi fu dato da piccola al prezzo di due baci. Da lì capii che era semplice ottenere quello che volevo e le uniche a giudicarmi erano altre timorate di Dio ed educate a tenere salde le cosce e stretto l’imene.

Tieni certe capacità buone per il matrimonio, adopera i servizi sessuali come corredo per l’unico uomo che ti avrà come puttana in esclusiva, e regala moniti, bestemmie, ingiurie e stigmi a quelle che non seguono questo criterio, perché i loro corpi appartengono, giammai decidono di attribuirsi un valore e farne un tramite per raccontare e realizzare un’altra storia.

Lo sfruttamento è sfruttamento se non c’è consensualità. Se c’è consensualità non c’è violenza. A quelle che raccontano che poi mi perderò pezzi di figa o tette o culo bisogna dire che se così è allora hanno dovuto rinunciarvi pure loro ché di servizi sessuali, non pezzi di corpo, ne avranno venduti per ottenere qualcosa. Che sia un contributo materiale, la messa in mora della solitudine, una illusione romantica, due figli, onorabilità, la cazzo di rispettabilità degna di status sociali ambiti e riconosciuti, qualcosa certo l’hanno guadagnata. Ci sono quelle che stanno a raccontarmi che cos’è il piacere e dunque io ve lo racconto in larga parte:

Continua a leggere “Io zoccola dunque valgo”

Market Girl

Diario di una aspirante collaboratrice porno-politica

Sono diplomata, quasi laureata, ho idea che non troverò mai un lavoro stabile, un contratto a tempo indeterminato, neppure a pagarlo, a meno che non passo dalle solite anticamere a richiedere favori come da sempre tutte fanno in questa nazione piena di opportunità.

Bisogna che io ci pensi per tempo e scelga bene perché si può anche darla via ma con un minimo di dignità. Per dire, c’è una ragazza che conosco che fa pompini ad un vecchio democristiano riciclato in un partito di centro-sinistra e che a modo suo si accontenta. Prende più o meno 1000 euro al mese per fargli fotocopie, rispondere al telefono e si improvvisa tuttofare tenendo relazioni per le dichiarazioni di reddito, gli acquisti, gli appuntamenti. Quelli sono pompini moralmente accettabili perché il compenso è giusto e poi così si mantiene una parvenza di rispetto per le convenzioni sociali. Chi mai potrebbe dire che si mette in discussione l’equilibrio della famiglia o che sia immorale aiutare una povera ragazza senza lavoro che sfacchina da mattina a sera per un uomo così pio?

Continua a leggere “Diario di una aspirante collaboratrice porno-politica”