Affido condiviso, Antiautoritarismo

#ddlPillon – L’affidamento condiviso visto da Marino Maglietta: obiezioni e risposte alle obiezioni

Risento dopo alcuni anni Marino Maglietta, che ha un curioso e alterno rapporto con il diritto. Dopo il liceo sceglie giurisprudenza, ma si convince ben presto che non c’è molto rigore nel modo in cui vengono affrontate le questioni giuridiche; non vi incontra la ferrea logica giuridica che aveva ammirato (e/o creduto di trovare) negli antichi. Così abbandona quella facoltà e passa a Scienze matematiche, fisiche e naturali, dove compie l’intero percorso per restare poi all’Università, come docente di Fisica dello Stato Solido nella Facoltà di Ingegneria (da qui i bene informati lo definiscono “ingegnere”, per accreditarne l’incompetenza). Riprende poi, dopo anni, i libri di diritto, quando vicende personali ben risolte gli fanno incontrare il mondo abbastanza speciale del diritto di famiglia. Restando stupito per la sua organizzazione, basata su una serie di stereotipi, decide di tentare una riscrittura delle norme. Fonda Crescere Insieme e ci lavora per tutto il 1993 fondandosi sui principi generali e su un attento studio delle soluzioni più valide adottate negli altri paesi. Così, nel gennaio del 1994 la sua prima versione di affidamento condiviso (estremamente simile a ciò che propone attualmente) è in Parlamento. Il resto è storia recente, facile da seguire attraverso le cronache parlamentari. Anche adesso è presente, condividendo integralmente gli obiettivi in questa materia del Contratto di Governo, ma praticamente nulla delle modalità e dei contenuti adottati dal ddl 735. Avendo da sempre un vivo interesse per la dialettica interna ai rapporti familiari, nel momento in cui questi sono al centro di vivissime polemiche non potevo non incontrarlo.

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Affido condiviso, Antiautoritarismo, Antisessismo, Critica femminista, R-Esistenze

Ddl Pillon: dove sta l’interesse per i minori?

In rete si discute molto del ddl Pillon sull’affido condiviso o, per meglio dire, dei vari cambiamenti proposti a modifica del diritto di famiglia. Mi piacerebbe parlarne nel merito e senza generalizzazioni. Soprattutto mi piacerebbe discutere ridefinendo, senza ricorrere all’emergenzialità, i tempi che precedono l’eventuale discussione e approvazione di un ddl. Spero che questa variazione sul tema possa invitare ad una discussione civilmente politica.

Faccio una sintesi dello stato dell’opera. Il ddl è stato presentato e dopo deve seguire un iter passando attraverso le varie commissioni chiamate a dare un parere. All’interno delle commissioni in genere si richiamano altri ddl sul tema che sono stati presentati nella precedente e in questa legislatura. Al momento il ddl pillon è fermo alla commissione giustizia. Dalla relazione introduttiva si capisce che nell’ultima seduta della commissione giustizia il ddl è stato presentato. Poi vengono presentati anche gli altri ddl per mirare ad una sintesi che li comprenda, includendo gli emendamenti che “aggiustano” il ddl prima che venga rilasciato dalla commissione. Si prevedono audizioni parlamentari (la lista dei soggetti da ascoltare mi dicono sia già chiusa) che si rivolgono a specifici contesti e gruppi che possono offrire un parere e tra questi ovviamente ci saranno i sostenitori e le sostenitrici del ddl e la sua controparte – voglio ben sperare – con i centri antiviolenza e varie associazioni contro. Per finire: l’iter, così come la democrazia impone, dura mesi o addirittura anni e quel tempo serve per i passaggi tra senato e camera in cui altri mille emendamenti possono essere presentati dalla maggioranza e dall’opposizione, per rallentare o velocizzare la discussione.

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Affetti Liberi, Affido condiviso, Antiautoritarismo, Autodeterminazione, La posta di Eretica, Personale/Politico, R-Esistenze, Storie

Perché le madri dovrebbero comportarsi tutte allo stesso modo?

6a00d8345159f569e2014e8af39c2e970d-400wiLei scrive:

“cara eretica, sono mamma di una bambina di sette anni e sono separata da due. con il mio ex abbiamo raggiunto un compromesso, per la serenità della bambina, e teniamo la piccola metà settimana ciascuno. la bambina sta bene, è seguita, ha più figure adulte di riferimento, compresi i miei parenti e quelli del mio ex, e non è mai successo niente di spiacevole, almeno fino a pochi giorni fa.

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Affido condiviso, Autodeterminazione, Genitori separati, La posta di Eretica, Personale/Politico, R-Esistenze, Storie

Sono padre e vorrei stare di più con mio figlio

Lui scrive:

Cara Eretica, sono un uomo di 45 anni e sono separato da due. E’ stata una separazione tranquilla, salvo per il fatto che la mia ex moglie è molto possessiva nei confronti di nostro figlio e non mi permette di vederlo quanto vorrei. Premetto che mi sono occupato di lui fin da piccolo; io e la mia ex abbiamo gestito la situazione conciliando con il lavoro, gli impegni, gli orari diversi; perciò non devo imparare niente sulla gestione di mio figlio. Ha quattro anni e ho il terrore che si dimentichi di me. Ho paura di perderlo se non vivo la sua quotidianità. Perché devo stargli lontano? Ho acconsentito perché restasse con sua madre, nella nostra casa, per evitargli traumi. Ho preso casa in affitto vicino a lui per non fargli cambiare scuola o per non dargli altri problemi.

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Affido condiviso, Critica femminista, Genitori separati

#Sentenza: finalmente una bambina può restare a dormire da papà

Una sentenza dice che, in relazione ad una coppia di persone separate, una bambina di 16 mesi, un anno e quattro mesi, può dormire anche con il papà. Fino ad ora si era detto che la relazione padre e figlio, prima di arrivare al pernottamento, avrebbe dovuto essere graduale a partire dai tre anni. Con questa sentenza si rompe finalmente un tabù. Il ruolo di questo genitore viene riconosciuto anche per quel che riguarda la spinta affettiva, la volontà di condividere con la figlia la notte, la quotidianità senza guardare l’orologio. Ne ho ascoltati di uomini che in caso di separazione, per quanto le loro compagne, con sensibilità di genere, non avessero alcun problema a condividere le responsabilità genitoriali con l’ex compagno, si sono ritrovati comunque estromessi dalla vita quotidiana e intima dei propri figli. Viene preservato il rapporto con la madre, come primario, e può andare bene fino ad un certo punto. Dopodiché i genitori possono essere intercambiabili, perché sanno fare le stesse cose, possono organizzarsi con tiralatte e biberon già pronti pieni di latte materno, con poppate di latte in polvere, con tutto l’occorrente per lo svezzamento, e possono fare il bagnetto e cambiare la creatura, possono cantarle la ninna nanna e tenerla stretta finché non si addormenta.

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Affido condiviso, La posta di Eretica, Personale/Politico

Come affrontare conflitti genitori/figli da separati?

Lei scrive:

Ciao, vorrei richiedere esperienze/contributi/consigli
da papà separati che hanno un rapporto coi figli, o ci sono stati periodi, non facili, pur non essendoci apparentemente conflitti con la ex e/o problematiche di mantenimento/condivisione.

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Affido condiviso, Comunicazione, Contributi Critici

#Pas o #AlienazioneParentale? Parliamo di dinamiche di gruppo!

Questo post è dedicato ad un tema molto controverso che stimola alte dosi di conflittualità. Due fronti, due barricate, analoghi toni che lasciano poco spazio alla discussione. Se solo tenti di parlarne in modo laico, non necessariamente perché sei d’accordo ma giusto per ascoltare senza demonizzare nessuno, finiscono per attribuirti varie categorie offensive sino ad arrivare alle prove di discredito a partire da informazioni basate su un alto livello di disonestà intellettuale. A me è successo di occuparmi di Pas (ora detta alienazione parentale), di volerne discutere con chi la propone, di ribadire i miei motivi di disaccordo, giacché non amo la patologizzazione dei comportamenti e non amo, ancora di più, certo autoritarismo che puoi trovare in proposte che parlano di reati e galere. Mi è successo anche di voler discutere con chi trova utile parlarne, senza pregiudizi, senza affermare che tutte le persone che discutono di questo siano né più e né meno che dei criminali, amici dei criminali, collusi con i criminali. Non temo di confrontarmi con chi non la pensa come me e non temo perciò di pubblicare opinioni che posso o non posso condividere. I temi si discutono e non si rimuovono con campagne di discredito nei confronti delle persone, campagne condite tra l’altro della peggiore inclinazione giustizialista. Piccolo riassunto delle puntate precedenti: se un genitore parla di alienazione parentale, secondo alcune, è perché necessariamente va considerato un violento che abusa di donne e bambini.

Se un genitore viene accusato di qualcosa, secondo alcune donne che si occupano di antiviolenza, dovrebbe finire in galera e perdere ogni diritto civile, incluso quello di poter vedere i figli, ancora prima dell’inizio di un processo e di una condanna. Secondo costoro basta la denuncia di una donna (o di un genitore?) per richiedere la carcerazione preventiva da estendere a carcerazione a vita con relativo marchio di infamia che resta anche in caso di assoluzione. Per terrorizzare tutt* coloro che vorrebbero parlare di questo tema in maniera laica portano ad esempio alcuni, credo siano due, casi in cui ad un genitore violento è stato permesso, durante la visita e perfino in presenza di operatori dei servizi sociali, di uccidere i figli. Il punto è che se parliamo di figli uccisi dai genitori bisognerebbe guardarli nella sua totalità. Lo scorso anno alcune donne uccisero i figli perché non sopportavano la separazione, come affermarono i media, o per depressione. Dunque che si fa? Urliamo che tutte le madri non hanno il diritto di vedere i figli, dopo una separazione, per via di casi di infanticidio?

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Affido condiviso, Genitori separati, La posta di Eretica, Storie, Violenza

Se la mia ex moglie è violenta perché deve essere colpa mia?

Ho trascorso con mia moglie sette anni della mia vita. Ho sopportato le sue urla, il suo carattere di merda, le prepotenze e la violenza psicologica. L’ho fatto per mio figlio, che poi è il motivo per cui ci siamo sposati. Ci amavamo, certo, ma quando è arrivato il bambino lei per me è diventata un’estranea. All’inizio ho pensato che fosse per la storia degli ormoni. Mi sono messo lì paziente ad aspettare. L’ho aiutata, in casa, col bambino. Poi sono passati due anni, poi tre, poi sette.

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La ex moglie del mio compagno è una manipolatrice, ma nessuno mi crede!

Sono Lisa. 39 anni. Quando mi sono separata, nonostante la mia giovane età, avevo già tre figli. Il mio ex marito è stato ed è un grande stronzo. Non ha mai fatto nulla per i figli e mi ha reso la vita impossibile in ogni grande o piccola occasione. Poi ho conosciuto Marco. Anche lui separato, prossimo al divorzio, ma con una situazione totalmente opposta. Una ex moglie che gli rende la vita impossibile, che mi ha coinvolto più di una volta in situazioni da dimenticare, che insulta e strepita senza ragione, pretende soldi senza avere in mente un limite dettato dal buon senso e dopo aver usato i bambini per ergersi a vittima e convincerli che il loro padre è un mostro e anche riuscita a farlo accusare di maltrattamenti.

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Affido condiviso, Precarietà, R-Esistenze, Welfare

Le nuove compagne sono le ammortizzatrici sociali per i padri separati

Non è necessario che sia presa in considerazione la mia dichiarazione dei redditi, dice una “nuova compagna” di un padre separato. E si riferisce al mio pezzo pubblicato su Il Fatto Quotidiano che parla di reddito di un padre separato sommato al reddito della nuova compagna per ricalcolare, a volte, l’assegno di mantenimento per i figli.

Le nuove compagne sono il welfare dei padri separati, mi dice un’altra e accusa un sistema che non tiene assolutamente in considerazione le difficoltà che riguardano persone il cui stato economico è assolutamente precario.

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Affido condiviso, Antiautoritarismo, Comunicazione, Femministese

Giulia Bongiorno, Michelle Hunziker e padri separati sotto attacco

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Ogni volta che in rete si discute di padri separati riparte il frame complottista comprensivo di insulti gettati lì a caso, generalizzazioni, demonizzazioni, e via di questo passo. L’occasione è arrivata ora perché si sta parlando di Pas in relazione all’intervista rilasciata da Michelle Hunziker (ne parlo anche su Il Garantista) a proposito di una proposta di legge che lei e Giulia Bongiorno, entrambe fondatrici di Doppia Difesa, stanno promuovendo per sostenere un punto: se i bambini subiscono un atteggiamento ostile, denigratorio nei confronti del genitore che non ha l’affido prevalente, se si impediscono gli incontri e l’esercizio del diritto al rapporto genitore/figlio allora nella proposta di legge, per chi è responsabile di tutto ciò, si ipotizza l’assegnazione di una pena detentiva.

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Affido condiviso, Antiautoritarismo, Genitori separati, La posta di Eretica, Questa Donna No, Storie, Violenza

Quando la suocera si mette in mezzo a padre e figlia

Mi chiamo Sergio e sono padre di una bambina. Ho sposato la mia ex moglie che lei era già incinta. Lei meridionale e io di origini diverse. Mio padre settentrionale e mia madre nord europea. Siamo stati felici per un po’ di tempo e io ho fatto con mia figlia quel che qualunque genitore penso dovrebbe fare in quelle circostanze. Mi sono preso cura di lei, ho agevolato la mia ex per quel che ho potuto e mentre tentavamo di conciliare il tempo da spartirci per badare a lei sono arrivati un po’ di problemi soprattutto a causa della sua famiglia.

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Del puerile bisogno di consenso sociale della ex di mio marito

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Lui e lei non andavano d’accordo. Si sono lasciati. Poi l’ho incontrato io e mi sono beccata un sacco di insulti. Dalla famiglia di lei che non era stata sufficientemente informata di quello che era successo. Dalla ex perché a prescindere dal fatto che lei volesse stare con lui o meno doveva darmi della troia, zoccola, e pure chiattona.

Non so se lui mi abbia scelto per il mio carattere o il mio aspetto, ma il fatto che una donna provi a rivalersi su quella che vede come rivale insultandola sul piano estetico, raccontando che lei è più bella di me, più magra, più tante cose, mi dimostra solo quanto questa povera donna debba sentirsi insicura. Che motivo avrebbe di sminuirmi agli occhi del mondo, a divorzio avvenuto per di più, se lei davvero è convinta che io sia peggio di lei?

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Sono separato: perché non posso rifarmi una vita?

Mi chiamo Giorgio e ho 44 anni. Sono separato e padre di due figli. Io e la mia ex moglie ci siamo separati perché per dieci anni non abbiamo fatto che litigare. Tranne brevi momenti di pace, che coincidevano con il tempo in cui abbiamo avuto i bambini, poi è sempre stato un inferno. L’avrei lasciata prima ma volevo stare accanto ai figli e sapevo che se mi fossi allontanato lei non mi avrebbe reso la vita facile.

Le ho lasciato la casa, di cui pago il mutuo. Non era giusto togliere ai bambini il posto in cui sono cresciuti. Lei tutto sommato è una buona madre e ho cercato di raggiungere un accordo buono per entrambi. Quando lei lavora vado io a prendere i bambini a scuola. Li accompagno a casa, resto con loro fino a quando lei non viene e poi vado a dormire nel mio monolocale di periferia, praticamente uno sgabuzzino che è poi l’unica cosa che posso permettermi.

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L’amico separato

L’incontro avviene nel bel mezzo di un’isola pedonale con panchine, bar e tavoli all’aperto, gente che passeggia e ambulanti che espongono merce colorata dal sapore etnico. Lui è un mio amico, di vecchia data, compagno di lotte e di belle letture. Non ha un bell’aspetto e già posso immaginarne la ragione. Ma capita sempre più spesso che tra la gente della mia generazione io incontri persone che hanno vite e relazioni interrotte, con tutto quel che ne consegue.

stai ancora con…?

no, ci siamo lasciati.

E la sua espressione si fa cupa, poi un minimo incazzata e allora prende a raccontare senza più fermarsi. Avevo conosciuto la sua compagna l’estate che tornò dalla città in cui s’era trasferito. Voleva presentarla ai suoi. Gran bella donna, intelligente, simpatica. Ricordo chiacchierammo per ore e un pomeriggio la portai in giro, io e lei da sole, mostrandole i mercati e quegli angoli palermitani che vorrei il mondo intero amasse tanto quanto li amo io. Ero felice della scelta del mio amico e glielo dissi. Sarebbe stata una gran vita, la loro vita. Poi lo rivedo in queste condizioni, e si che ho saltato un turno perché l’anno che lui tornò a mostrare ai parenti anche sua figlia stavo altrove, ma non immaginavo davvero, o forse sto dicendo grandi cazzate perché in fondo lo so bene come certi rapporti possono capitolare quando i bambini sono piccoli.

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