Gli uomini uccidono. Gli uomini indagano. Un mondo di uomini

Il titolo è una citazione, nel bel mezzo di un dibattito tra due colleghi poliziotti, un uomo e una donna, lei pronuncia queste parole. Si dice anche a disagio nell’indossare una divisa da poliziotta, perciò preferisce stare tra chi indaga. La divisa non rappresenta un mezzo di salvezza per le donne uccise ma un ulteriore strumento di controllo e di paternalistica censura.

Il noir francese non è un film d’azione, ma inizia con un femminicidio, una donna viene bruciata viva. Da lì le indagini, la colpevolizzazione della vittima, con quanti uomini scopava, a quanti aveva dato il pretesto di agire per gelosia, con quanti aveva flirtato senza dargliela. L’amica della ragazza ricorda che lei era una donna, uccisa per questa ragione, non perché faceva sesso, ma perché donna. Se fosse stato ucciso un uomo nessuno avrebbe chiesto con quante donne scopava.

Il delitto viene descritto senza fronzoli, così l’indagine, con gli alti e bassi di una stazione di polizia, con i dubbi e gli errori di chi indaga, con i vari livelli di complicità tra donne che offrono alibi a uomini violenti e uomini che santificano la vittima solo perché il rogo ricorda l’immagine di un “angelo nella notte”. La donna angelo, solo quando crepa.

Non c’è una soluzione. Non c’è un colpevole. I colpevoli sono gli uomini, ci dice il film. Tutti, la mentalità, la cultura, il rap di un idiota che parla di dare fuoco ad una donna e perciò educa altri e legittima la violenza femminicida. Troppo semplice dare un nome a chi ha acceso il rogo quando il mondo ha bruciato donne dall’alba dei tempi.

Guardatelo, senza aspettarvi circhi mediatici e sensazionalismi. Suscita riflessione, stimoli a rimettersi in discussione e a rimettere in discussione la cultura del privilegio maschile da cui quel delitto dipende.

Spero vi piaccia. Buona serata.