Marylin Monroe, la donna abusata, stuprata, sfruttata

Blonde, film tratto dal libro di Joyce Carol Oates, romanzo che narra a modo suo la vita di Marilyn Monroe, é un pugno nello stomaco, una denuncia sociale, una rivendicazione sui mille modi in cui una donna può essere stuprata e massacrata dalla cultura misogina e maschilista.

Non si delineano complotti che ne denunciano la tragica morte ma mettono in luce quel che da sempre è stato messo in ombra dal mito, dal complottismo, da tutto ciò che allontanava ciascuno da una verità plausibile, se pur romanzata. Una donna fragile, colta, desiderosa di affetto, presa in giro, ricattata, stuprata, obbligata all’aborto, dopo essere sopravvissuta ad una madre che ha terminato la vita in un manicomio.

Pagata nulla per il suo lavoro, con i manager che pur di vederla sul set la iniziarono ai farmaci, sonniferi, calmanti, quel che inevitabilmente la portò ad una overdose, non si sa quanto voluta o meno. Degli uomini che le giravano attorno alcuni la trattarono come carne da macello, un marito la picchiava, un altro la usava per bearsi della diva accanto al letterato e per il presidente, ecco, le immagini lasciano vedere un molesto idiota con i servizi segreti al suo soldo per drogare e obbligare MM all’aborto.

Se non vi secca restare a pugni stretti durante la visione, vi consiglio di guardare e ascoltare e leggere il libro se vi capita (convincente e molto duro).