Dopo il mio post di recensione sul libro X di Valentina Mira mi ha scritto un tale. La faccio breve: le vere vittime sarebbero gli uomini che non possono più fare un complimento ad una ragazza senza ricevere una denuncia per molestie. Vere vittime maschi che non possono restare da soli con una donna perché ella li denuncerà per stupro. Vere vittime sempre e solo gli uomini che temono le reazioni delle donne incontrollabili che legittimamente si difendono ed esigono sia rispettato il proprio diritto al consenso e alla gestione della propria sessualità.
Questi maschilisti lanciati nella diffusione della cultura dello stupro, a screditare le pochissime donne che denunciano, raccontando che le loro accuse sarebbero false non hanno le idee molto chiare quindi provo a chiarire un punto.
Le donne, fin da bambine, crescono nella paura di restare sole con ragazzini, ragazzi, uomini, familiari, nonni, padri, parenti, amici, fidanzati, mariti, ex, perché potrebbero essere vittime di abusi, stupri, percosse, ricatti psicologici, violenza economica e sessuale.
Le donne, fin da piccole, vengono educate a tenere le gambine strette, a non “provocare”, a sentirsi in colpa qualunque cosa loro accada, a non svelare i segreti viscidi di famiglia, a non denunciare per non dover affrontare la “colpa” e la “vergogna” che ricadrà su di loro e sulle loro famiglie.
Le donne, fin da piccole, devono temere di respirare troppo, parlare troppo, pretendere troppo, avanzare richieste e rivendicare diritti, perché diversamente saranno chiamate isteriche, uterine, puttane, quelle che non sanno stare al proprio posto.
Le donne, fin da piccole, vengono educate a mantenere un ruolo di genere che non hanno scelto, viene imposto perché hanno una vagina. Educate al dovere della cura familiare, alla riproduzione di discendenza da patriarchi vari, alla sottomissione mansueta, a comprimere la percezione dei disagi che avvertono per ogni abuso al punto che tante vengono poi colpite da depressione, autolesionismo, disturbi di vario tipo, non ultimo l’intento di suicidarsi.
Le donne, fin da piccole vengono schernite e definite peccatrici, maliziose, seduttrici, come se i loro corpi fossero già una giustificazione per lo stupratore di turno. Tali scuse vengono elargite in quintali di arringhe di avvocati difensori di pedofili e stupratori.
Alle donne, fin da piccole, viene detto di camminare dritto, con gli occhi bassi, guai a turbare con lo sguardo un uomo di passaggio. Lei dovrà temere di andare in giro da sola, di vestire con la minigonna, di fare il cazzo che le pare perché qualunque cosa accada sarà sempre colpa sua; poi passerà il resto della vita a sciogliere il legame con quella colpa e a ripristinare dignitosamente un minimo di orgoglio per quanto è riuscita a fare nonostante impedimenti di ogni tipo, insegnanti molesti, datori di lavoro molesti, bulli che sputano bodyshaming perché lei non è riuscita a diventare la copia sputata della fotomodella che eccita il pene dei bulli di cui sopra.
Le donne, fin da piccole, sono malmenate se non sono abbastanza femmine, se non aiutano in casa, se non rispettano il padre padrone, se non rispettano il marito padrone, se per caso ritengono di avere un valore un po’ più alto del coglione che vorrebbero lasciare o dal quale non vogliono essere stalkerizzate.
Alle donne, fin da piccole, si insegna che hanno una sola utilità: rendere felice un uomo infelice o insicuro e produrre prole per la patria. Contravvenire a queste regole può risultare mortale. Donne che vogliono lasciare uomini di merda vengono uccise dai suddetti stronzi. Donne che vogliono poter lavorare per ottenere indipendenza economica vengono definite spregiativamente “donne in carriera” e “prive di istinto materno”. Donne che non vogliono figli e che sanno che l’istinto materno è un valore strutturale di una società patriarcale sono definite “sterili”, “aride”.
Donne che poi sono in menopausa vengono assorbite nell’elenco di corpi inutili che dovranno provare dolore. Avevano partorito con dolore, dovranno invecchiare con dolore, i loro corpi non potranno più diventare giustificazione per stupratori con gusti pedofili e quando sono stuprate si scrive che essendo in là con l’età probabilmente hanno accusato lo stupratore perché lui voleva lasciarle.
Le donne, fin da bambine, sono educate a considerare normale la paura di esistere, a tenere la testa china per non incorrere in conseguenze mortali, a non rivendicare diritti e a tacere sugli stupri subiti perché si dirà loro che non saranno credute.
Dunque, cari maschilisti, ora dite: chi sono le vere vittime?
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Grazie di questo post, noi maschi spesso non capiamo, anche se certe volte ci sforziamo di immaginare
L’ha ripubblicato su Luca's Blog.