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#LegittimaDifesa e il controllo maschile del parto

Credo sia necessario ampliare il capitolo sulla legittima difesa che dovrebbe essere rivendicata dalle donne ponendo la necessaria attenzione al controllo patriarcale sulle nascite. Infantilizzare le donne, cioè ritenerle incapaci di assumersi la responsabilità di portare a termine la gravidanza, ovvero generare prole che diventi discendenza diretta del patriarca di turno, è una delle forme più gravi di violenza di genere con l’ausilio a volte della scienza, che collude col patriarcato, altre volte della morale sociale e religiosa.

Se le donne sono descritte come bambine incoscienti e inadeguate va da sé che il controllo del loro utero sarà rivendicato dagli uomini. Il nocciolo attorno al quale si basano molte discussioni sul diritto di scelta delle donne in fatto di riproduzione ruota proprio su questo. Così di volta in volta si trovano difetti che riportino le donne ad una condizione di dipendenza e minorità affinché si affidino alle sicure mani di medici e mariti che potranno decidere in loro vece.

Non è un caso se per esempio si minaccia spesso di togliere i figli alla donna che soffre di anoressia nervosa o altro genere di malessere, come se questo inficiasse la capacità stessa della donna in quanto madre. Ci sono casi in cui lo Stato si riappropria dei figli di queste donne stabilendo che esse siano non in grado di crescerli adeguatamente. Non ci si pone il problema dell’assenza di risorse, reddito o casa, tentando di sopperire alla povertà che può derivare da disagi e disabilità. Non si offrono a queste donne strumenti per poter crescere i figli senza che dipendano da nessuno. Si preferisce toglierli e affidarli a istituti lasciando alle donne quel senso di totale fallimento e lo stigma che finirà per accompagnarle a imperitura memoria.

La presunzione maschile non si limita a questo, ma si esibisce in dimostrazioni autoritarie ogni volta in cui il medico sceglie – sostituendosi alla donna – di non consentirle di abortire ovvero di sterilizzarla per il suo stesso bene e il bene di chi potrebbe venire. Molte sono state le sterilizzazioni forzate realizzate fino al decennio scorso anche in occidente, soprattutto negli Stati Uniti, dove i medici preferivano uccidere la capacità riproduttiva di donne afroamericane o latino americane per questioni razziali e perché stabilivano a priori che l’appartenenza a quelle etnie significava per quelle donne dover vivere un futuro di sofferenza, tossicodipendenza, alcolismo, finanche prostituzione. Questo ancor di più riguardò le native americane, i cui figli furono sottratti da scuole cattoliche, sterilizzate come altre vittime di colonizzazione britannica, le aborigene in Australia, affinché la colonizzazione fosse totale.

Il non plus ultra dell’applicazione del potere patriarcale sul diritto di scelta delle donne si realizza quando sono in coma, in stato vegetativo, e se gravide i medici preferiscono imporre parti post mortem contrariamente allo stesso volere dei parenti di quelle donne.

Ma se dapprincipio i patriarchi vorrebbero uteri su donne quasi defunte, per manipolarli a loro piacimento, è un esercizio comunque sempre presente quello di discutere dell’emancipazione femminile come indice di irresponsabilità. Molto si è detto delle presunte donne in carriera e molto ancora sulle fanciulle che scelgono di prendere la pillola del giorno dopo perché non vogliono un figlio dopo un rapporto non protetto, spesso per via del dispetto del partner che ama sfilarsi il preservativo per mettere incinta la donna. Sono sempre descritte come se tutto fosse vissuto come un gioco, bambine, infanti, la cui educazione dovrebbe essere rinviata allo Stato ovvero ai patriarchi, agli uomini detentori del seme inoculato e non gradito.

Infantilizzare le donne, descriverle sempre come capricciose, non in grado di pensare a sé stesse e ai propri cari, vuol dire spingere affinché tornino insicure, prive di autostima ad affidarsi al patriarca di turno. Solo nell’appartenenza potranno realizzarsi. Non è questo forse il consiglio più frequente che viene loro imposto? Questa è una forma di violenza di genere. Contro tale infantilizzazione potrete dire Giù le mani dal mio utero. E’ vostro. lo gestite voi. Nessuno dovrà o potrà controllarlo. Nessuno potrà o dovrà costringervi a fare niente.

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