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Dopo abbuffata: appunti da bulimica parte seconda

Sento lo strascico ancora oggi. Stamattina ho fatto colazione e lo strascico dell’abbuffata mi ha fatto venire sonno. Mi sento irritabile e se il sonno della notte con i farmaci inibisce la fase R.E.M. quindi non mi fa ricordare quello che sogno, di giorno è diverso e quel che ricordo è un incubo. Cercavo di parlare con mia madre ma chiudeva tutte le porte e ho sfondato diversi muri, scavalcato finestre e distrutto molte cose per riuscire a raggiungerla e per dirle che stavo soffrendo. Volevo solo dirle che sono bulimica e depressa e che questo mi procura una grande sofferenza. Nell’incubo lei non ascoltava ed era inutile qualunque cosa facessi perché anche la mia voce non sembrava uscire e il mio urlo restava muto. È possibile che lei fosse una mia proiezione ovvero che io cercassi di parlare con me stessa. Ho cercato di disinnescare dopo l’abbuffata per impedirmi di restare immobile e quindi ho spostato le mie cose e mi sono ripiazzata alla mia scrivania che mi ricorda una postazione di lavoro. Ho ricominciato a leggere il libro che devo finire ma l’irritazione non passava e il disinnesco non funzionava, il malessere continuava a circolarmi all’interno. Quindi il tempo del mio post abbuffata dura due giorni per ciò che riesco a capire ed è quello che riferirò alla mia psichiatra e ancora non credo di esserne uscita. Sembra uno scherzo ma quell’unica abbuffata porta ad altre esagerazioni e perdite di controllo e mette a rischio il mio equilibrio e mi fa stare male fino a questo punto. Lo scrivo per spiegare che essere bulimica non significa solo strafogarsi. Significa soffrire moltissimo ed è quello che credo succeda a molte altre che vivono la stessa esperienza. Sia che si tratti di bulimiche che di anoressiche. Il cibo dovrebbe far produrre al cervello ormoni del piacere. Ma qualcosa evidentemente non va e alla prima fase di anestesia segue tutto questo malessere che riesco a malapena a quantificare e si tratta di un solo episodio sperimentato su suggerimento della mia psichiatra prendendo appunti su ogni sensazione e su ogni effetto. Non riesco neanche a pensare a tutto quello che ho vissuto in passato inconsapevolmente. Spero che questo sia quantomeno utile a qualcun altra che vive lo stesso problema. Essere cavia di se stessa può essere utile per capire da dove inizia e dove finisce la sofferenza e come farla smettere. Cercherò di tenervi al corrente.

Ps: dimenticavo che il post abbuffata fa venire voglia di alienarsi in modi diversi pur di non pensare e io mi sto obbligando a pensare.

Un abbraccio

Eretica Antonella

1 pensiero su “Dopo abbuffata: appunti da bulimica parte seconda”

  1. Mai vista un’estate così problematica. Non ti consolerà molto, ma in questo momento ci sono un mucchio di persone che soffrono, chi per il caldo, chi perché malato, chi perché ha perso tutto, ecc.
    Dobbiamo solo resistere. Finito il caldo, il 50% dei nostri problemi saranno risolti. Gli altri li affronteremo a muso duro.

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