Negli anni ho approfondito la presenza massiccia di maschilisti sul web o su quotidiani per tentare di intercettare il loro linguaggio, i loro codici di comunicazione che alla fine sono sempre gli stessi.
In rete li troverete facilmente come Mra, i più violenti sono gli Incel, involontariamente celibi, che sui loro forum lamentano il fatto che le donne sostanzialmente non gliela danno. Dunque fanno apologia dello stupro dicendo che hanno il diritto di prendere quello che gli viene negato. Per loro non esiste la cultura dello stupro, quando si parla di sessismo intervengono dicendo che le donne sarebbero sessiste contro gli uomini, come se un bianco dicesse che i neri agissero razzismo contro di lui. Come se i nazisti dicessero che gli ebrei violerebbero i diritti costituzionali dei nazisti ogni qual volta essi si dilungano in monotematiche e violente discussioni antisemite.
Se parliamo di femminicidio il maschilista dice che non esiste e che se dovessimo essere giuste dovremmo riconoscere il maschicidio. Se parliamo di misoginia il maschilismo inventa il termine misandria per denominare un presunto odio contro gli uomini. Se si parla di ruoli sociali e dell’imposizione alle donne di svolgere ruoli di cura i maschilisti dicono di essere costretti a partire per andare in guerra in difesa delle “nostre” donne. Qui sfugge il punto della questione: l’arruolamento è volontario e se vogliono fare la vita militare è una loro scelta. In più sfugge il fatto che non sono le donne ad aver deciso questa divisione di compiti ma gli uomini stessi. Non sono le donne ad aver spinto gli uomini a mostrare virilità in azioni guerresche, fosse per noi le guerre non dovrebbero esistere. L’istinto di colonizzazione è di quella parte maschile che difende i valori patriarcali e impedisce ai disertori di scegliere altre vite che non siano quelle militari.
Alle donne è dato l’obbligo di fare figli, perciò c’è chi vuole impedire l’aborto con ogni mezzo. I maschilisti dicono che le donne vogliono tenersi i figli nelle separazioni. Cosa non vera perché capita più spesso che sia il padre ad allontanarsi e a non voler assumersi la responsabilità dei figli e tantomeno a dare l’assegno di mantenimento. Dunque i maschilisti si fanno portavoce dei diritti di certi padri, forse gli unici, che non hanno ottenuto divorzio consensuale e che essendo stati estromessi dalla custodia condivisa ritengono di dover fare una guerra alle femministe immaginando che siamo noi a voler curare i figli da sole e senza l’aiuto di nessuno. Niente di più falso.
Per rendere la vita più difficile alle donne, madri, che in divorzio non consensuale hanno ottenuto affido esclusivo, per ragioni che evidentemente il giudice aveva considerato valide, i maschilisti legittimano una teoria che oramai la scienza e le stesse sentenze di cassazione giudicano non credibile e parliamo della pas, la cosiddetta sindrome della madre malevola che alienerebbe il figlio inducendolo a odiare il genitore maschile. Se questo genitore fosse stato presente nella vita del figlio prima del divorzio non penso che ci sarebbe bisogno di tirare fuori teorie fasulle per cambiare la direzione delle sentenze. E’ più credibile che questi uomini vogliano fare a meno di dare l’assegno di mantenimento per i figli, tant’è che nelle proposte di legge presentate si specifica che ciascuno dovrebbe mantenere il figlio nel periodo di residenza presso l’uno o l’altro genitore. Dunque cancellato l’assegno di mantenimento tutto diventerebbe più semplice e questi padri non avrebbero alcun obbligo formale nei confronti dei figli.
Da madre che non ha mai chiesto il mantenimento per la prole per paura che questo ridestasse violenza nei gesti dell’altro genitore so che non sono stata io ad allontanarlo dal figlio ma è lui che se ne fregava altamente e che ha continuato a fare quel che gli pareva presentandosi ogni tanto con un regalino che la prole per rivendicare affetto e in crisi di abbandono ha accettato. il dolore che quei gesti mi hanno causato non può essere paragonabile a nulla e non ho mai parlato male, salvo quando la prole è diventata adulta e in grado di capire, del padre in nessun caso.
I maschilisti di questi gruppi in rete vogliono dunque conservare una specie di dominio su due aspetti fondamentali: ruoli sociali, lavoro, welfare, e la genitorialità. Felici di voler sembrare virili quando in realtà appaiono ridicolmente antichi si crogiolano nell’idea che sia la donna, un po’ puttana, a scansarli e a non riconoscere il loro valore. Se smettessero di piangersi addosso forse le donne avrebbero più considerazione di uomini autonomi e in linea con i progressi sociali che coinvolgono tutti i generi. Diversamente periranno da soli, maschilisti, antifemministi, odiando noi le femministe ma comunque soli.
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In questo articolo ti contraddici più volte: il che è abbastanza problematico, visto che prima di giudicare gli altri dovresti almeno mettere a posto le contraddizioni nelle tue teorie.
Se scrivo una risposta completa, sei disposta a un confronto?
non in questo momento. capirai che ho urgenze da sistemare della mia vita e non ho tempo per uno scambio adesso. scusami.
Lo capisco benissimo.
Infatti lo intendevo anche come un modo per distrarti quando ti dovesse prendere la depressione: è senz’altro molto più costruttivo e salutare che stare a rimuginare sui mancati successi editoriali, cosa tra l’altro indotta da certa mentalità capitalista anglosassone che è ormai penetrata in profondità anche in Italia.
In realtà il “successo” non serve a nulla ed ha grossi limiti: secondo me ad esempio è più libero chi dovesse vincere al Superenalotto e poi pubblicasse quel che gli pare senza filtri e senza preoccuparsi se “piacerà al pubblico” e senza preoccuparsi se “offende qualcuno che mi potrebbe servire/aiutare”.
Poi chiaro che è pur sempre meglio avere “successo” se non si vince al Superenalotto, era solo per illustrare il concetto.
ti ringrazio davvero, ma non riesco per ora scusami. sei gentile. in futuro spero ce ne sia l’occasione