Antiautoritarismo, Antisessismo

Irlanda del Nord: rivelati i numeri di violenze sessuali commesse da poliziotti e guardie carcerarie

Dopo lo stupro e l’omicidio di Sarah Everard a Londra commesso da un agente di Polizia si è fatta pressante in UK la richiesta di trasparenza su ulteriori crimini di genere normalmente taciuti da stampa e autorità. Questo è un articolo (qui in lingua originale) che parla di statistiche presentate in Irlanda del Nord. Consapevoli del fatto che in Italia la violenza di genere viene commessa anche da uomini in divisa ci chiediamo quando una statistica simile potrà essere disponibile qui da noi.

Grazie per la traduzione ad Antonella del Gruppo di lavoro Abbatto i Muri. Buona lettura!

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L’ufficio del Police Ombudsman (Difensore Civico), secondo dati diffusi da The Detail, ha condotto una indagine su 134 accuse di aggressione sessuale a carico di agenti di polizia e di guardie carcerarie nell’Irlanda del Nord nei cinque anni precedenti al marzo 2020.

Alcuni agenti hanno avuto accuse multiple di aggressione sessuale a loro carico, con tre accusati in tre diverse occasioni ciascuno, mentre un altro agente è stato accusato due volte. Inoltre, solo una delle 134 denunce di aggressione sessuale ha portato a una segnalazione da parte dell’ufficio del Police Ombudsman. Questo ufficio indaga sulle denunce presentate da privati cittadini contro agenti del servizio di polizia operante in Irlanda del Nord (PSNI); alcuni incidenti riguardano anche episodi al di fuori dell’orario di servizio e vengono indagati dall’Ombudsman se lo status di una persona come agente di polizia è ritenuto rilevante per la denuncia nei loro confronti. Nexus NI, una delle principali organizzazioni che si occupa di traumi sessuali, ha affermato che l’alto livello di accuse, insieme al numero molto basso in cui viene suggerita una sanzione, è preoccupante e ha per questo chiesto l’adozione di nuovi protocolli.L’organizzazione ha anche affermato che le aggressioni sessuali che coinvolgono agenti di polizia “non vengono regolarmente denunciate”, poiché le vittime sembrerebbero temere ritorsioni da parte dell’agente o di colleghi. Nexus ha aggiunto che i risultati mostrano che esiste una “cultura tra le forze di polizia secondo cui si pensa di poter approfittare in qualche modo delle vittime che si incontrano”. Questa notizia fa seguito a quella dell’agente della polizia metropolitana di Londra, Wayne Couzens, condannato all’ergastolo dopo essere stato riconosciuto colpevole di rapimento, stupro e omicidio di una donna di 33 anni, Sarah Everard. Sebbene si fosse presentato alla vittima come fosse in servizio, Couzens era fuori servizio quando ha commesso i suoi crimini.

I dati ottenuti da 31 forze di polizia in tutta la Gran Bretagna mostrano 750 accuse di abuso sessuale a carico di agenti di tali corpi tra il 2016 e il 2020, con almeno 34 di questi casi che hanno portato al licenziamento. Non è noto se questi agenti fossero in servizio o meno. Tuttavia, l’ex capo della polizia di Nottingham, Sue Fish, ha recentemente parlato al The Times di come “il sesso in servizio fosse visto come uno speciale vantaggio del lavoro” per alcuni dei suoi ex colleghi.

Un membro del sindacato di polizia dell’UUP, Mike Nesbitt, ha dichiarato a The Detail che sebbene “non tutte le accuse”, relative alle indagini del Difensore Vivico della Polizia in Irlanda del Nord, sono “necessariamente vere”, le cifre dei titoli sono “inquietanti”. Nesbitt ha dichiarato: “Al Policing Board hanno avuto luogo incontri con il vice capo della polizia Mark Hamilton, che condivide le mie preoccupazioni, ovvero che persone vulnerabili possano cadere preda di un ufficiale senza scrupoli pronto ad abusare sia della propria posizione che di quella della vittima”. L’MLA di Strangford ha anche sollevato preoccupazioni sul fatto che quasi il 40% dei denuncianti abbia lasciato cadere le accuse presentate all’ufficio del Police Ombudsman durante il corso delle indagini. John Blair, membro del MLA e della polizia di South Antrim Alliance, ha dichiarato a The Detail: “Tutti i rapporti di questo tipo sono motivo di massima attenzione e sono particolarmente preoccupanti le accuse di comportamenti ripetuti. “Solleverò la questione presso il Policing Board e discuterò quali protocolli e piani d’azione mettere 8n atto quando accuse come queste vengono presentate contro gli ufficiali della PSNI”. Nel frattempo, Nexus ritiene che sia necessario un “meccanismo di supporto più empatico e coerente” per la gestione di questi casi. L’organizzazione benefica ha dichiarato: “Un fattore che contribuisce alla perpetrazione di aggressioni sessuali è la disparità di potere tra la polizia e le vittime. “È molto difficile per una vittima o un sopravvissuto a un’aggressione sessuale denunciare un abuso, e questo è drammaticamente più vero quando l’aggressore è un ufficiale della PSNI”. 

INDAGINI

L’ufficio del Police Ombudsman ha dichiarato che in 61 dei 132 casi rimanenti non vi erano prove sufficienti per dimostrare la condotta criminale o la mancata professionalità, e che in alcuni di questi casi le telecamere CCTV avrebbero mostrato che l’ufficiale “ha agito correttamente e in conformità con la legge”. In altri 51 casi, l’ufficio del Difensore Civico ha affermato che la persona che ha presentato l’accusa “non ha pienamente collaborato” con le indagini. In 11 dei casi la persona che ha presentato la denuncia l’ha successivamente ritirata e in altri nove casi l’ufficio del Difensore Civico ha archiviato il caso per “altre ragioni”, come una doppia denuncia presentata dalla persona coinvolta e dal suo avvocato. “Gli investigatori hanno i poteri di un agente di polizia e indagano sulle denunce di aggressione sessuale secondo gli standard che ci si aspetterebbe da un servizio di polizia”, ​​ha detto a The Detail l’ufficio del Police Ombudsman. L’ufficio ha anche affermato di poter indagare solo sui reclami contro gli agenti “che riguardano i loro doveri professionali”. Tuttavia, interrogata nel merito, la PSNI non ha rivelato specificatamente quante accuse di aggressione sessuale siano state presentate contro agenti fuori servizio. Inoltre, l’ufficio del Difensore Civico non ha la possibilità di indagare su reclami presentati da agenti della PSNI contro altri agenti.

TRASPARENZA

Il sito di giornalismo investigativo The Ferret aveva in precedenza riferito che per il periodo 2010-2015, solo l’1% delle denunce di violenza sessuale contro un agente erano state accolte, il che significa che la tendenza non è cambiata. L’articolo è stato scritto da Lyra McKee, che sarebbe poi stata uccisa a colpi di arma da fuoco da dissidenti repubblicani a Derry nel 2019. Nell’articolo veniva riportato che la PSNI ha stabilito un accordo stragiudiziale con una presunta vittima prima del 2015, anche se l’indagine del Difensore Civico sulla denuncia di questa persona ha scagionato l’agente accusato di violenza sessuale. La PSNI ha rifiutato di rilasciare qualsiasi informazione sugli accordi relativi ai dati più recenti scoperti da The Detail. Nel frattempo, Nexus ha chiesto una maggiore trasparenza e la pubblicazione regolare dei dati relativi agli agenti della PSNI accusati di violenza sessuale. La charity ha dichiarato: “Tutte le aggressioni sessuali sono una cosa seria”. “Tuttavia, quando queste accadono all’interno delle nostre forze di polizia, la nostra società ha il diritto di conoscere le azioni di contrasto e le procedure … questo per sostenere al meglio le vittime e le sopravvissute a violenza sessuale”. Nexus ha anche chiesto l’introduzione di nuovi protocolli riguardanti questi casi per garantire la presa di responsabilità. L’organizzazione ha aggiunto che le vittime e le sopravvissute “hanno bisogno di rassicurazioni sul fatto che saranno ascoltate e credute” e che vedranno un’azione efficace riguardo alla presunta violenza sessuale “per aiutare le vittime e le sopravvissute a farsi avanti e ad affrontare il trauma che hanno vissuto”.

Ci possono essere situazioni in cui una denuncia contro un agente presenti un elemento sessuale senza raggiungere il livello di violenza sessuale. Nell’agosto 2021, l’ufficiale della PSNI Mark Goddard è stato condannato a due anni di carcere per cattiva condotta in servizio pubblico, per aver intrapreso una relazione sessuale consensuale con una donna vulnerabile con problemi di abuso di sostanze che aveva incontrato come parte delle sue attività di servizio, con il giudice che ha stabilito che questo era un “abuso della sua posizione di privilegio e di potere”. L’ufficio del Police Ombudsman ha dichiarato: “Sebbene questa indagine abbia affrontato la relazione sessuale impropria perseguita da un ufficiale di polizia in servizio con una donna vulnerabile che ha incontrato nel corso delle sue funzioni professionali, non si trattava di un’indagine per aggressione sessuale”. Inoltre, la PSNI ha facoltà di indagare internamente sui propri ufficiali su accuse di cattiva condotta sessuale. Il Belfast Telegraph ha riferito che negli ultimi cinque anni sono state effettuate 39 indagini interne di questo tipo, quattro delle quali sono state confermate. Tuttavia, i dati a cui ha accesso The Detail, che si riferiscono alle indagini del Police Ombudsman sugli agenti in merito a presunte aggressioni sessuali legate ai loro doveri professionali, sono separati da quelli riportati dal Belfast Telegraph che si riferiscono alle indagini interne della PSNI. In un’altra occasione, The Detail ha precedentemente rivelato che ci sono state 66 denunce di abusi domestici, tra cui aggressioni, abusi sessuali e abusi emotivi, presentate contro gli agenti di polizia nei sei anni tra aprile 2015 e marzo 2021. Parlando al programma Talkback di BBC Radio Ulster sugli ufficiali colpevoli di cattiva condotta sessuale, il vice capo della polizia Mark Hamilton ha dichiarato: “Non intendo girarci intorno: non voglio certa gente in servizio di polizia”.

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