Assassino. Ed è un delitto dovuto anche al pregiudizio contro le persone trans. E ancora stiamo a discutere sul fatto che sia necessaria una legge contro l’omo/transfobia e nel rispetto delle identità di genere.
Dice che la sorella era “infetta”, mentre i media continuano a definire il ragazzo della vittima una “lei” quando si tratta chiaramente di un Lui. Manco fosse una malattia, con buona pace delle culture omofobe, transfobiche, patriarcali e dell’integralismo di certi cattolici.
Perché sarebbe nella natura dell’uomo, fratello, padre, marito, quella di correggere le femmine. Affinché restino o tornino al proprio posto, a far parte delle famigghie tradizionalmente maschiliste e patriarcali, a fare le buone madri e mogli. Un po’ come quando i fascisti pensano sia utile lo stupro correttivo per aggiustare le femmine che non si adeguano alla cultura eteronormativa.
Quello che va detto è che per ogni femminicidio esiste un delitto contro le persone trans. Va detto che quel che è accaduto non è un caso ma la norma, frutto di una mentalità che autorizza certi maschi a pensare di possedere la vita, il destino, le scelte delle donne e non solo. Perciò vengono uccise quelle che amano un ragazzo “trans”. Per questo un fratello ha ucciso la sorella.
Per chi non coglie, forse, è utile consigliare la visione di Boys don’t cry, un classico che dovrebbe essere proiettato nelle scuole.
Tutta la mia solidarietà alla vittima, al ragazzo che l’ha amata, a tutte le donne che sono vittime di uomini maschilisti e a tutte le persone trans vittime di cultura transofoba. Sono con voi.
più che d’accordo.
ho visto quel film, e ricordo di aver pianto.