Articolo in lingua originale QUI. Traduzione di Camilla del Gruppo di lavoro Abbatto i Muri.
Diversi Enti dell’ONU hanno scritto un documento in cui si richiede il divieto di test atti ad verificare la verginità di donne o ragazze, una pratica comune in almeno 20 stati.
Il documento, scritto e diffuso durante il Congresso Mondiale di Ginecologia e Ostetricia (FIGO) svoltosi a Rio De Janeiro, evidenzia che la pratica è priva di fondamenti scientifici e che rappresenta una violazione dei diritti umani.
Il cosiddetto Test della verginità -spesso denominato come “test dell’imene”, “test delle due dita” o esaminazione vaginale- è un’ispezione ginecologica dei genitali femminili effettuata sulla base della falsa credenza che esso possa realmente determinare se una donna abbia avuto rapporti sessuali vaginali.
In un appello globale per l’eliminazione della violenza sulle donne, l’Ufficio dei diritti umani ONU (OHCHR), l’organizzazione UN Women e la World Health Organizacion (WHO), affermano che «l’attuazione di questa pratica non necessaria, spesso dolorosa, umiliante e traumatizzante deve terminare».
Questa pratica è da considerarsi longeva in almeno 20 paesi, sparsi in tutte le regioni del mondo. Donne e ragazze sono spesso forzate a subire questo test per varie ragioni, tra cui emergono le richieste da parte di partners e genitori per stabilire l’idoneità al matrimonio e le richieste da parte di datori di lavoro.
E’ una pratica normalmente svolta da dottori, ufficiali di polizia o leader di comunità su ragazze e donne, con il fine di verificare la loro virtù, il loro onore o il loro valore sociale.
Nel comunicato, gli organi dell’ONU spiegano che questa pratica «non ha alcuna base scientifica o clinica» e che «non esiste alcun esame che possa provare che una donna o una ragazza abbia o non abbia avuto rapporti sessuali» perché «l’aspetto dell’imene di una donna o una ragazza non prova che esse abbiano avuto rapporti sessuali, che siano sessualmente attive o meno».
IL TEST DELLA VERGINITÁ RAFFORZA GLI STEREOTIPI E LA DISUGUAGLIANZA DI GENERE
Inoltre, gli organi ONU, denunciano che il test della verginità è una violazione dei diritti delle donne e delle ragazze, che può essere dannoso al loro benessere sociale, sia fisicamente, sia psicologicamente. L’esame può essere «doloroso, umiliante e traumatico» e rinforza gli stereotipi sulla sessualità femminile e la disuguaglianza di genere.
In alcune regioni è comune per gli operatori sanitari eseguire il test della virginità su vittime di stupro, presumibilmente per accertare se lo stupro sia effettivamente avvenuto o no.
Data la mancanza di basi cliniche, la procedura è considerata «innecessaria» e «può causare dolore oltre al fatto che simula l’atto di violenza sessuale subita, esacerbando inoltre il senso di vulnerabilità delle sopravvissute e causando dinamiche di ri-vittimizzazione», affermano gli organi ONU.
«Il risultato di questo test privo di fondamenti scientifici può avere riscontri nei processi giuridici, spesso a danno delle vittime e a favore dei perpetratori, i quali, come risultato, vengono spesso assolti», aggiunge il comunicato.
«Assodato che queste procedure sono non necessarie e potenzialmente pericolose, non è etico da parte dei dottori e da parte degli operatori sanitari eseguire queste pratiche. Tali procedure non dovrebbero mai essere effettuate», recita il comunicato, chiedendo quindi una risposta collaborativa tra le società e supportata dalla comunità della sanità pubblica e da tutti i professionisti sanitari.
«Gli operatori sanitari possono essere ottimi agenti per il cambio», afferma la Dott.ssa Princess Nothema Simelela, WHO’s Assistant Director-General for Family, Women’s, Children’s and Adolescents’ Health.
«Con il supporto del sistema sanitario e dei governi, essi potrebbero riconoscere che il test della verginità non ha basi mediche o cliniche, potrebbero rifiutarsi di effettuare questa dolorosa pratica e potrebbero educare il pubblico al riguardo», afferma, aggiungendo che così facendo «rispetterebbero il giuramento di Ippocrate che impone di non nuocere e salvaguarderebbero i diritti umani delle donne e ragazze affidate alle loro cure mediche».
>>>^^^<<<
Assurdo che in pieno 2019 ci sia ancora chi si pone un problema del genere che non è nemmeno un problema…ma che ve ne deve fottere con quanti uomini è o non è stata una donna?!