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Il professor Marston e Wonder Woman è un film che ci racconta dell’autore della supereroina e della vita vissuta che ha ispirato il fumetto. Nel bel mezzo di una ricerca per affermare una migliore macchina della verità Il professore, la moglie e la ricercatrice che era stata coinvolta finirono per vivere una storia d’amore a tre da cui in seguito nacquero quattro figli. La loro vita era felice fintanto che non si scontrarono con le madame della temperanza e le vicine di casa, soprattutto le donne, intente a moderare e stigmatizzare la vita delle donne stesse.
La loro storia nacque naturalmente soprattutto per l’amore tra le due donne, la moglie Elizabeth e la studentessa Olive Byrne, e nella loro ricerca di relazione e sessualità sperimentarono molte delle teorie che affascinavano il professore. Lui era pienamente convinto che si dovesse insegnare al mondo che le donne sono potenti e che gli uomini avrebbero dovuto imparare il piacere della sottomissione, l’ammirazione, nei confronti delle donne. La loro ricerca sessuale li condusse a sperimentare il bondage, la dominazione e la sottomissione, a lasciarsi andare ad una vita senza pregiudizi e da quelle esperienze lui trasse spunto per il personaggio di Wonder Woman.
I suoi fumetti furono enormemente attaccati perché l’eroina – l’amazzone – veniva da un mondo di donne e citava riferimenti saffici con atteggiamenti ambigui nei confronti delle donne. Lei fu malignamente insultata perché aveva dei poteri, perché usava una corda per far dire ai criminali la verità e perché c’erano scene che ispiravano erotismo. Le dame della temperanza richiamarono la censura al punto da invitare al rogo dei fumetti bruciati in pubblica piazza.
Quando il professore morì le due donne rimasero insieme per il resto della loro vita ma il fumetto perdette le caratteristiche per cui era stato censurato. Fu ridisegnata un’eroina senza poteri e senza alcuna scena di sottomissione e dominazione. Le madame erano pronte ad attaccare chiunque pur di riportare la sessualità delle donne ad una normalità etero. Giudicavano le lesbiche delle malate e chiamavano “pervertiti” il professore, la moglie e la loro compagna Olive. Il movimento femminista dell’epoca non osò difendere il fumetto né schierarsi con la famiglia del professore.
Solo dopo molti anni, quando la supereroina fu rivendicata dalle femministe anni settanta, Wonder Woman riacquistò i suoi superpoteri pur continuando a interpretare un ruolo sessualmente normalizzato con lei in perenne rimpianto dell’amato aviatore Steve. Anche oggi l’interpretazione della donna eroica non rende giustizia alle tante parti censurate e normalizzate da una cloaca di moraliste – in difesa dei “bambini” – stronzissime. Vi consiglio di vedere il film. Ne vale la pena.
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