Comunicazione, R-Esistenze, Recensioni

Division 19 – il film/distopia che immagina l’era della tele-sorveglianza

::Avviso Spoiler::

Division 19 è un film distopico in cui si immagina un’era del teknocontrollo – repressivo e securitario – che non ha rispetto per la privacy di nessuno, prigionieri in primo luogo. La sorveglianza è attiva 24 ore su 24 su tutta società da parte di una grande compagnia televisiva che si chiama Panopticon. Gli ascolti fondamentali per la tv sono realizzati grazie alla sorveglianza dei carcerati. Oltre a scontare la pena sono costretti a far alzare gli indici di ascolto della compagnia rendendo interessante ogni attimo della loro misera vita da reclusi.

Vengono fatti special natalizi sul meglio del meglio realizzato nel reality e nel frattempo organizzano perfino la sorveglianza quando dalla prigione passano a vivere nella New Town in cui le regole sono fatte dalla tv. Il carcerato deve superare delle prove, incluso l’approccio sessuale con una donna, per far capire che vuole integrarsi e nel frattempo fanno passare questo esercizio totalitario per una opportunità per quelli che non hanno niente, i disoccupati, i diseredati in realtà stanziati in una periferia completamente distrutta e malamente gestita.

Come in ogni distopia che si rispetti si immagina un gruppo di resistenza che tenta di hackerare le trasmissioni per fare passare messaggi diversi e nel frattempo danneggiano le telecamere disposte ovunque come strategia di lotta. C’è un evaso, tra gli altri, che scopre di essere stato vivisezionato con ben due strumenti di intercettazione e che viene seguito anche mentre fugge. La tv sceglie di non farlo riacchiappare perché gli ascolti aumentano e più pericolosa si fa la faccenda e più c’è lucro sui corpi di persone assoggettate a leggi totalitarie in un connubio di totalitarismo e capitalismo. Nulla avrebbe potuto far pensare al fatto che per essere liberi bisogna morire. Il finale ovviamente è inaspettato e sorprendente e non ve lo racconto.

Quello che viene narrato nel film non è diverso da quello che succede nella nostra realtà, perciò è sempre bene scegliere la difesa della privacy piuttosto che le gogne pubbliche per far sfogare i poveri e tenerli impegnati mentre i ricchi prosperano.

Vi suggerisco di vederlo, anche se circola solo in inglese. Ne vale la pena.

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