Antiautoritarismo, Comunicazione, R-Esistenze

Il Gruppo “Azzurre” va incoraggiato e non segnalato

L’altro ieri abbiamo ricevuto alcune segnalazioni per il gruppo “Azzurre” basate sul fatto che nella descrizione c’era un “Sono quattro lesbiche, basta soldi” tratto da una citazione offensiva di Belloli di cui La Falla aveva parlato qualche giorno fa. Senza pensarci troppo e senza verificare ho pubblicato una delle mail che invitava alla segnalazione di massa del gruppo per farlo chiudere.

Dopodiché abbiamo ricevuto numerosi messaggi che ci invitavano a verificare e che ci dicevano che il gruppo in realtà, come avrei dovuto capire, era a sostegno delle Azzurre. Da qui la cancellazione del post e le mie scuse al gruppo che mi ha accettata dopo una richiesta di iscrizione. Lì ho visto non solo che ci sono tante persone che conosco ma, a prescindere da questo, che se solo avessi verificato mi sarei subito resa conto dell’errore. Da questa faccenda vorrei trarre una riflessione che dovrebbe valere in ogni caso.

Tenete conto che sulla pagina di abbatto i muri non facciamo inviti alla segnalazione di niente, cosa che semmai viene realizzata da chi ci segue e non su nostro invito, per l’appunto. Ci hanno spesso chiesto di pubblicare i nomi di chi dice cose oltraggiose e di far segnalare pagine chiaramente maschiliste e non abbiamo fatto neppure quello. Allora perché? La fretta, il fatto di pubblicare qualcosa di sfuggita seguendo la corrente. Il fatto di sentirsi coinvolte in un’onda di isteria collettiva dopo aver letto milioni di commenti insultanti contro le calciatrici di cui molti scritti da donne. Abbiamo imparato che il cyberbullismo viene praticato da tutt* e la cosa mi ha fatto rabbia e mi ha fatto agire di pancia senza controllare alcunché.

Ho sempre pensato che chi di segnalazione gioisce di segnalazione perisce ed è per questo che tante volte a noi sono stati bloccati gli account e ci è stata bloccata anche la pagina, perché facebook guarda al numero delle segnalazioni e poi alle parole senza comprendere il contesto in cui esse siano state usate. A noi hanno chiuso la pagina per la parola “orgasmo” in un titolo di un post del blog e per un’altra questione simile. La cosa che mi fa pensare è che anche la nostra capacità di discernere alla lunga possa essere condizionata da quei criteri di selezione e questo ci rende ne più e ne meno alla pari di un qualunque stupido algoritmo di facebook.

Ma sulla questione delle segnalazioni va fatta una riflessione ulteriore: non servono a niente. Affidarsi ad una entità superiore per “ottenere giustizia” non fa che eliminare un eventuale sintomo ma non la causa. Anche quando ciò che viene scritto fa veramente cagare il punto è che chi pensa quelle cose non cambierà idea e che le segnalazioni faranno sentire martiri i vittimisti maschilisti, quelli che ci chiamano nazifem, quelli che comunque si rifanno mille profili per poter continuare a trollare o a massacrarci di shit storm. Tutto quel che possiamo fare è lavorare sulla cultura, decostruire i messaggi negativi e raccontare altre realtà che esistono e che fanno bene il proprio lavoro.

Perciò aver pubblicato quell’invito alla segnalazione di massa è stato doppiamente sbagliato, perché va contro i nostri stessi principi e perché mancava di una verifica approfondita. Spero che questa riflessione ad alta voce serva non solo a me, a noi, a chiunque legga ma anche alle persone che corrono a segnalare ad abbatto i muri l’esistenza di pagine “cattive” come se noi fossimo la polizia.

Se ci sono diffamazioni in corso le persone diffamate possono denunciare, se ci sono istigazioni all’odio possiamo parlarne senza esporre i nomi delle persone, se ci sono frasi ingiuriose o minacciose contro di noi possiamo ragionarne politicamente come abbiamo sempre fatto ma l’invito alla segnalazione di massa no. Non è tra le opzioni che scegliamo.

Scusate ancora.

Vostra, Eretica

 

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