Antiautoritarismo, Autodeterminazione, R-Esistenze

Città del Messico verso la depenalizzazione del sex work, si concentra su come ridurre il traffico sessuale

Articolo in lingua originale QUI. Traduzione di Maria Cristina del gruppo di lavoro Abbatto i Muri.

Il sex work è consentito in gran parte del Messico ma ogni Stato ha regole diverse e talvolta poco chiare, che portano i/le lavoratori/trici ad operare spesso all’interno di vuoti legislativi.

Di Christine Murray

I legislatori di Città del Messico hanno dato il via libera alla depenalizzazione del sex work nella capitale, nella speranza che sia un primo passo verso la repressione del traffico sessuale che intrappola migliaia di donne e bambin* messican*.

Durante il Congresso di Città del Messico tenutosi venerdì, i legislatori hanno votato 38-0, con otto astensioni, a favore di un disegno di legge che rimuova una riga all’interno della Legge di Cultura Civica in cui si attesta che prostitut* e i loro clienti possono incorrere in sanzioni e arresto in caso di lamentele da parte del vicinato.

Temistocles Villanueva, un rappresentante locale del Morena, partito al potere di centro-sinistra, ha affermato che la nuova legge avrebbe riconosciuto alle persone il diritto di dedicarsi al sex work.

“È un primo passo che deve condurci alla regolarizzazione del sex work, alla lotta contro il traffico umano e a rafforzare i diritti de* sex workers,” ha detto.

“Esercitare la sessualità nel nostro Paese è ancora un argomento tabù che poche persone hanno il coraggio di affrontare.”

Il sex work è consentito in gran parte del Messico ma ogni Stato ha regole diverse e talvolta poco chiare; ciò significa che i/le lavoratori/trici operano spesso all’interno di vuoti legislativi che possono lasciarli vulnerabili allo sfruttamento e al traffico da parte di gruppi criminali.

Il Messico è il Paese di partenza, transizione e la destinazione per uomini, donne, bambine e bambini soggett* al traffico sessuale e al lavoro forzato; secondo il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, le donne e i bambini sono le categorie più a rischio a causa del traffico sessuale.

Il Messico si ritrova nell’elenco delle nazioni Tier 2 nel Rapporto sul Traffico di Persone degli Stati Uniti, vale a dire che non incontra gli standard minimi per l’eliminazione del traffico, ma sta facendo sforzi significativi per ottenerla.

Nel rapporto si legge che gli osservatori hanno trovato delle relazioni fra le scomparse e le uccisioni di donne e il traffico dei gruppi criminali organizzati.

Elvira Madrid, fondatrice del gruppo per i diritti de* sex workers Brigada Callejera, ha accolto positivamente il cambiamento della legge, ribadendo tuttavia la necessità di un contesto legale volto alla sicurezza dei/lle lavoratori/trici.

Il dibattito sullo status giuridico del sex work, tanto in Messico quanto altrove, è controverso, in particolar modo fra i gruppi contro la schiavitù che sostengono che la depenalizzazione fornisca una copertura ai trafficanti di esseri umani.

Tuttavia, i gruppi a sostegno de* sex workers e di altri diritti umani asseriscono che la criminalizzazione non fa che affossare maggiormente il problema, portando all’esposizione di una già vulnerabile categoria ad abusi della polizia e della criminalità organizzata.

Il progetto di legge di venerdì è venuto fuori da una versione precedente criticata da sex workers e da gruppi dei diritti umani. L’ufficio della sindaca Claudia Sheinbaum lo ha inviato nuovamente al Congresso con le modifiche introdotte.

Eduardo Santillan, altro membro del Congresso di Città del Messico appartenente al Morena, ha sostenuto che, con la depenalizzazione del sex work, la politica pubblica sull’anti-tratta dovrebbe uscirne fortificata.

“Pensiamo che la grande sfida di questo Congresso,” ha espresso, “sarà quella di rendere compatibili questi due principi fondamentali.”

(Servizio di Christine Murray, edito da Belinda Goldsmith, credits alla Thomson Reuters Foundation, l’organizzazione di beneficienza di Thomson Reuters, che si occupa di notizie umanitarie, diritti delle donne e della comunità LGBT+, traffico di essere umani, diritti di proprietà e cambiamento climatico. Visitate il http://news.trust.org).

I nostri principi: The Thomson Reuters Trust Principles.

 

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