Lei scrive:
Le varie fasi della mia vita, con i vari cambiamenti del mio aspetto sono sempre state caratterizzate dai giudizi altrui. Vorrei riassumerli, con rabbia, perché è quella che mi porto dentro da molto tempo. Potremmo tutte stare bene con noi stesse se solo certa gente decidesse di tacere.
Culo grosso, cosce deformate, obesa, balena, chiattona, da te mi farei fare al massimo un pompino, sproporzionata, panzona. Poi nell’adolescenza ti allunghi, cambi e allora: puttana, troia, troia, troia, hai un culo che mi chiama, bocca da pompinara, se non mi fai vedere le tette non ti faccio passare, toccata toccata, mano sul culo, strusciamento in bus, con le cosce di fuori sembri una chiama lo stupro, dammela, come ti chiami, vieni che ti offro IL gelato, leccalo bene mi raccomando. Poi, con qualche chilo in più: ammazzati, ma che ti mangi?, copri quelle cosce grasse, puttanona da circo, fatti sborrare sul culone, mettiti un costume intero che è meglio, non ti sai truccare. Da adulta: puttana, troia, culona, obesa, fattela a piedi che dimagrisci, ti trapanerei solo con un cuscino in faccia e da dietro.
Vi risparmio il resto.
Non sono nata sentendomi difettosa e sbagliata. Mi hanno imposto questo modo di pensare perché da che sono nata mi sono sempre sentita giudicata. Puoi fare quel che vuoi per te stessa ma ci sarà sempre qualcuno che sulla strada, a scuola, sul posto di lavoro, a casa, perfino su facebook quando metti la foto della tua laurea, ti dirà cosa pensa del tuo corpo, cosa ti farebbe o non ti farebbe, come se tu fossi a disposizione e ti muovessi in un eterno catalogo con corpi femminili in mostra per saziare i desideri altrui. E non parliamo delle volte in cui decidi di rispondere e mandarli a fare in culo. Allora:
si vede che non ti tromba nessuno, dovresti prenderlo nel culo più spesso, dovresti smettere di fare l’isterica, te la prendi troppo, sono cose da ridere, non ci pensare, e chi ti vuole?, ma vattene ‘affanculo tu balena con le gambe storte.
Arrivano anche i “consigli” di altre donne: ma vedi, se tu sei sicura di te nessuno ti dirà niente. La tua è paranoia. Pensi sempre il male. Ma scherzano. Non dargli retta. Io ci rido e mi diverto.
Bene, tu ci ridi e ti diverti. Io non mi diverto più da tanto tempo perché alla fine se sono bella, brutta, magra o grassa, tutto mi fa pensare che sia colpa mia ed è a me che consegnano la vergogna. In giro c’è tanto marketing per farmi diventare quel che non diventerò mai e se non faccio troppa ginnastica, se mi lamento, se mangio, se non mangio, è sempre tutta colpa mia. La bellezza sembra alla portata di tutti e per bellezza si intende un certo grado di scopabilità secondo il giudizio maschile. Se non conquisti la bellezza è colpa tua. Non sei stata abbastanza efficiente, non sei abbastanza sicura di te. Così ti metti a cercare chi può amarti anche se ti consideri una persona difettosa. Ti becchi eiaculazioni precoci e sperma che non ha l’odore e il sapore che vuoi. Ti accontenti mentre ascolti la lamentela del maschio che ti dice che le donne sono tutte troie e che quelle belle te la danno solo se sei ricco. Invece quelle come me sono gratis e devono pure ringraziare.
C’è stato un momento in cui mi sentivo bene con me stessa. Pensavo di avere il controllo perché avevo smesso di mangiare. Sono dimagrita tanto e quando camminavo mi sentivo una dea ma poi quella sensazione è andata via e ho cominciato a sentirmi ossessionata dal cibo, comunque mi vedevo brutta e mi nascondevo ed è arrivata la depressione. Non sono solo mali psichiatrici ma sono mali sociali che si potrebbero prevenire se si smettesse di banalizzare il sessismo e si smettesse anche di commercializzare l’idea di bellezza generalizzata e universale che ci fa sentire sempre più insicure.
Sono una persona decente, lotto per i miei diritti, mi conquisto uno spazio nella vita, in famiglia, nella società e poi la mia forza se ne va a quel paese perché il mio corpo non mi piace e io resto chiusa in un angolo ad aspettare di crepare, senza ascoltare niente e nessuno e senza camminare fuori dove i giudizi sono sempre lì ad attendere. Ma poi chi cazzo li paga questi esseri odiosi che pensano di avere il diritto di farmi sentire in questo modo. Crepassero tutti e che gli venisse un cancro alla prostata anzitempo, per impedirgli di sentirsi potenti rispetto alle tante donne che vengono torturate grazie ai loro commenti insulsi e indecenti.
Non sono io che sono nata sentendomi così. Sei tu che mi hai condannata e in seguito a questa condanna c’è un impero che prospera per salvarmi non si capisce da cosa. Farmaci che mi servono a non pensare negativamente o, meglio, ad attenuare quello che mi viene detto. Pure illusioni perché il sessismo resta e continua a massacrare altre vittime. Dunque perché io sono considerata difettosa e tutte quelle teste di minchia che non fanno che giudicarci invece vengono considerati individui sani? Perché io devo essere depressa, malata di disturbi alimentari, mentre loro vengono considerati “normali”, persino divertenti.
Ma qualcuno ha mai detto a un uomo tutte le cose che sono state dette a me, a noi? Avete contato quante ragazze si suicidano per problemi legati al corpo? E le donne che fanno commenti negativi sugli uomini non sono da meno. Rispondono assuefatte dal sessismo che hanno subito in milioni di occasioni. Rispondono da stronze agli stronzi e tutto il mondo gira su questa unica certezza: il corpo delle donne viene permanentemente molestato, giudicato, massacrato. Ti giudicano, ti infettano con il sessismo che diventa cosa tua, lo interiorizzi e cominci anche tu a pensare le stesse cose e quel che è peggio è che le pensi di te stessa.
Esistono le dismorfie, certo, ma spesso io penso di me quel che tu mi hai imposto di pensare. Quando sono nata sapevo solo di avere braccia e gambe utili a fare delle cose, un corpo abile, sapendo cosa devono patire le donne disabili che probabilmente considereranno stronzate le cose che sto dicendo. Ma non si fa a gara a chi soffre di più e dunque io dico la mia. Mi sono stancata di vedermi attribuiti mali che sono conseguenze di altro. Se prevenissero il sessismo, se lo combattessero e lo debellassero molte donne starebbero meglio. Probabilmente a perderci sarebbe l’industria cosmetica, la chirurgia plastica, la psichiatria che cura i problemi che hai perché pensi male del tuo corpo. Si risparmierebbe un sacco ed è assurdo che gente che parla di risparmi sulla sanità poi non si pone il problema su quale sia il costo sociale ed economico del sessismo.
Non posso di certo quantificarlo ma forse qualcuno può farlo e allora si vedrebbe che le cifre spese potrebbero essere dedicate ad altro. Vi rendete conto che io devo riparare da sola, anche economicamente, sentendomi in colpa come fosse un mio problema esclusivamente personale e non anche un problema sociale, un male che riguarda tutti?
Allora, caro sessista e maschilista, finisco dicendoti che se io sto male è responsabilità tua. Sei tu che mi fai stare male. Tu e la cultura di merda che ci propini ogni giorno. Tua e dell’idea di chi pensa che le donne, i corpi delle donne, servano solo a soddisfare la tua vista. E dato che ci sono molti uomini che lottano il sessismo assieme a noi allora anche a loro va detto che se qualcuno li giudica perché hanno la pancia, sono calvi o che ne so, la responsabilità è della stessa cultura sessista propagata da maschilisti che instillano negli uomini una certa idea di modello virile, salvo poi dare alle donne la responsabilità delle insicurezze maschili.
Mi sento così arrabbiata e vorrei lo foste anche voi per quel che ci hanno fatto e ci stanno facendo. E no, non odio gli uomini. Odio la cultura maschilista e sessista che certi uomini mi hanno imposto perché è per loro responsabilità che io sto così. Io mi impasticco e loro continuano a dare giudizi sul culo e sul corpo di altre donne. Ditemi voi se questo è giusto.
Anonima
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Riconosco lo sforzo in questo testo di non fare di tutta l’erba un fascio. Ma dal mio punto di vista c’é ancora troppa identificazione tra gli uomini e il sessismo. Il controllo dei corpi é una forma di dominazione alla quale le donne partecipano molto attivamente. Il sentimento di inadeguatezza passa attraverso lo sguardo delle madri, delle amiche e non solo attraverso lo sguardo maschile. Il giudizio sociale é appannaggio di tutti. La prova per me sta nello stessa campagna di abbatto i muri in cui molti commenti sono del tipo “sei bellissima cosí”, ecc. Sembra scontato ma anche questo é un giudizio, espresso in maniera generosa e positiva ma resta pur sempre un giudizio. Quando la soluzione é non giudicare e basta, soprattutto se si parla di un* sconosciut*. Dire “le tue gambe sono bellissime” suppone che invece esistono gambe stigmatizzabili, brutte, e sulle quali nel migliore dei casi si evita di esprimere un giudizio. Perché se tutte le gambe sono bellissime, da quelle tozze a quelle lunghissime, da quelle depilate a quelle villose, da quelle piene di ferite a quelle intonse, allora non c’é più bisogno di affermarlo. Diverso é il ruolo della vittima, gli uomini soffrono sicuramente MOLTO MOLTO meno della violenza del giudizio sul loro corpo. Una pancia maschile, un volto segnato dalle rughe, i capelli bianchi spesso in un uomo sono visti come segni positivi, ma se entriamo nella sfera genitale scopriamo che lì si nascondono spesso le fobie maschili.
Sulla questione del prezzo economico, la mia idea é la seguente. Se la smettessimo di considerarci costantemente inadeguat*, a partire dal nostro fisico, diventeremmo in poco tempo pericolosamente rivoluzionari. Il controllo dei corpi non é un effetto secondario del sessismo, é la sua essenza. Sul nostro sentimento costante di inadeguatezza si basa la dominazione. Una persona che si ama e si accetta diventa pericolosa per il sistema. Molto pericolosa.
“Ma dal mio punto di vista c’é ancora troppa identificazione tra gli uomini e il sessismo.”
Dal tuo punto di vista, maschile, è ovvio che ti dia fastidio guardare l’evidenza dei fatti, ossia che il sessismo è un prodotto del patriarcato, e che il patriarcato è l’insieme di costrutti culturali che i maschi hanno imposto alle donne per dominarle.
Quindi sono certa che comprenderai perchè dal mio punto di vista, femminile e femminista, suona letteralmente risibile una frase come “c’é ancora troppa identificazione tra gli uomini e il sessismo.”
No? Beh…
…come ti suona una frase tipo “c’è ancora troppa identificazione tra i bianchi e il razzismo”? Oppure “c’è ancora troppa identificazione tra nazismo e genocidio”? Dai sentiamo..
E poi quel “c’è ancora troppa”… chi ti ha dato la convinzione di poter fare l’assaggiatore di iniziative femministe per poter dirci se cosa c’è “ancora troppo” o ancora troppo poco? Troppo di che? Troppo di sale? Troppo calda? Troppo fredda? Cosa ti fa pensare che qui in questo spazio, o in questa testimonianza si stia “togliendo” qualcosa rispetto a un presunto “troppo” identificare maschi e sessismo?
Date le premesse non mi meraviglia il seguito.
“Il controllo dei corpi é una forma di dominazione alla quale le donne partecipano molto attivamente. Il sentimento di inadeguatezza passa attraverso lo sguardo delle madri, delle amiche e non solo attraverso lo sguardo maschile. Il giudizio sociale é appannaggio di tutti.”
Ovviamente qui volevi arrivare, le donne sarebbero responsabili quanto il maschi del patriarcato, si comincia sempre così, vero?
E dopo aver detto una cosa del genere non è difficile ribaltare la frittata giusto? Se arrivo a far passare come una cosa sensata che gli oppressi sono responsabili quanto gli oppressori della loro oppressione, se questa assurdità diventa dicibile e trova pure uno spazio di seria considerazione dopo posso spingere di più, posso arrivare a dire qualsiasi cosa.
Per esempio…Non c’erano forse schiavi neri che disprezzavano la loro gente? Certo! Ma mica perchè la guardavano con gli occhi dei loro aguzzini, mica perchè erano cresciuti guardandoli frustati e umiliati continuamente, no certo che no! Anzi, il loro disprezzarsi e disprezzare la loro gente vedendola come una razza inferiore al bianco era la VERA CAUSA del razzismo! Ma certo Omar!
I maschi non godono di alcun privilegio nel patriarcato, e le donne non subiscono dalla nascita alcuna violenza strutturale tesa a deformare la loro stessa percezione a favore e in funzione dello sguardo e del piacere maschile, la nostra vita non è mica un continuo essere violentate nello spirito e non di rado nel corpo per portarci a guardare noi stesse e il mondo “dal tuo punto di vista”, NO!! le madri non perpetuano quella violenza patriarcale sulle figlie perchè non gli è stato concesso di elaborare altro senza incorrere nella punizione che il patriarcato infligge ad ogni donna che infranga le sue regole, il femminicidio, giammai Omar! Grazie per averci aperto gli occhi: la verità è che “Il controllo dei corpi é una forma di dominazione alla quale le donne partecipano molto attivamente. Il sentimento di inadeguatezza passa attraverso lo sguardo delle madri, delle amiche e non solo attraverso lo sguardo maschile. Il giudizio sociale é appannaggio di tutti.” ahhh adesso sì che ci siamo, ora si che ci si dà un taglio a questa troppa “identificazione tra gli uomini e il sessismo”
Anzi diciamola tutta, OMAR, voglio confessare! Siamo noi donne che abbiamo inventato il patriarcato e la violenza di genere per tagliarci la gola tra noi usando voi poveri maschietti, giusto, Omar? I poveri maschietti sono impotenti strumenti di desiderio di potere di noi cattivissime streghe che usiamo il nostro corpo come una droga, giusto? E quindi siamo noi che per mettere fuori gioco le concorrenti e bisticciarci voi preziosissimi maschi, ci siamo inventate dei canoni estetici irraggiungibili che poi vi abbiamo fatto credere essere i vostri desideri, noi figlie di Circe che non siamo altro. Perchè non abbiamo naturalmente altro nella testa che essere al centro del desiderio del maschio.
Va bene adesso?
Contento OMAR? “c’é ancora troppa identificazione tra gli uomini e il sessismo” o va bene così? Bene.
Che ne dici adesso di raccatare il tuo “tuo punto di vista” e andare ad assaggiare e dare consigli di “giuste misure” altrove? :*
Questa cosa per cui gli uomini soffrirebbero sicuramente “MOLTO MOLTO” meno della violenza del giudizio sul loro corpo lo trovo uno stereotipo sessista fritto impananto nell’ipocrisia.
Che io sappia, il soffrometro non l’hanno ancora inventato e mi guardo bene dal mettermi a dire chi soffrirebbe di più. A parte il fatto che, ed è anche una mia convinzione, su Abbatto I Muri si è sempre detto che non c’è poi tanta differenza tra uomimi e donne per quello che la natura detterebbe riguardo alla nostra psiche, proprio perchè sottovalutare i sentimenti altrui è violenza (e concordo, per me è così), non capisco perchè dovrei mettere limiti “di genere” alla possibile sofferenza di persone di sesso maschile (me compreso) riguardo le pressioni sociali relative ai canoni estetici maschili, i quali, ricordiamolo, al pari di quelli femminili non sono un mondo a sè, ma investono tutta la persona in un giudizio di valore sulla sua dignità come persona. Ma anche volando basso, a nessuno piace essere considerato brutto fisicamente e ho molti dubbi che le pance maschili, le rughe e i capelli bianchi siano visti come segni positivi e che non facciano soffrire quando sono rilevati come una critica per sminuire una persona. Il tuo discorso su quella che chiami sfera genitale, poi, sprofonda del tutto questo stereotipo per cui ad un uomo l’unica critica che lo possa far soffrire (sofferenza che però chiami “fobia”: è storto l’uomo che si risente di giudizi sulla sua sfera sessuale, pardon “genitale”, non chi si permette di giudicarlo…interessante) sia qualcosa legato ai genitali, non alla sessualità in generale.
Capisco in parte, che forse ti stai riferendo a un retaggio culturale dove ostentare la propria priaprica capacità riproduttiva in paese e figliare come conigli mostrando nei fatti la propria potenza, era importante per non subire una marginalizzazione sociale che avrebbe investito tutta la famiglia, ma credo anche che le cose siano un po’ cambiate, e non solo per le donne, da un immaginario erotico ed estetico venuto fuori da un mondo dove a fatica si distigueva tra il bestiame e la propria prole nell’appricazione delle stesse pratiche di zootecnia.
Insomma, parti rifiutando la solita minestra, mostrando il tuo fastidio per cui chiunque apra bocca sul suo vissuto e può tranquillamente, come non gli sarebbe mai permesso fare con dei non-maschi, generalizzare sulla loro sensibilità e sessualità, ovviamente, sempre “fragile” e sempre più “tossica” di qualsiasi altra persona non-maschio, come fossimo fatti con lo stampino, e, allo stesso tempo, attribuirgli la totale paternità del sessismo. E argomenti pure bene.
Ma poi, di quella minestra, ne scodelli un pentolone.
Mi chiedo perchè.